Welfare

L’assistenza che non c’è,le cifre dello scandalo

Solo il 7,6 % dei malati frequenta un Centro diurno e chi lo fa deve sostenerne le spese.Solo il 6,1 % gode di servizi integrati a domicilio e il 70% non riceve aiuti economici

di Mariateresa Marino

I servizi pubblici e il malato di Alzheimer: due realtà spesso agli estremi. Il risultato dell?indagine dei ricercatori del Censis sull?accesso e l?utilizzo dei servizi pubblici di assistenza offre un quadro desolante e preoccupante. Solo il 34 per cento dei pazienti (con una riduzione del 22,6 per cento al Sud) percepisce l?indennità di accompagnamento; fra coloro che non hanno alcuna provvidenza economica, la maggioranza (il 52,5 per cento) ha presentato domanda ed è in attesa di risposta. Ma i dati più deludenti riguardano l?accesso alle strutture di assistenza. Pochissimi, infatti, sono i pazienti che frequentano un Centro diurno (appena il 7,6 per cento) e per coloro che ne usufruiscono si tratta di un servizio privato a pagamento che ha un costo mensile piuttosto elevato (superiore alle 600 mila lire). Sono ancora di meno (il 6,1 per cento) i pazienti che usufruiscono dell? assistenza domiciliare integrata; tale percentuale sale al 16,1 nel caso di pazienti più gravi, ma comunque è di portata ridotta essendo in media di 7,4 ore settimanali.
Anche il ricovero in strutture sanitarie è limitato e avviene prevalentemente in presenta di patologie associate (37,8 per cento dei ricoveri) o alla necessità di diagnosi nella fase iniziale della malattia (18,6 per cento). Invece, il ricovero in case di riposo, private, gratuite o convenzionate, è quantitativamente irrilevante, legato in particolare all?esigenza di un sollievo temporaneo della famiglia (63,6 per cento dei casi) o all?insorgere di disturbi comportamentali così gravi da creare problemi di convivenza (22,7 per cento). A fronte dello scarso ricorso ai ricoveri, la totalità dei pazienti ha usufruito, nel corso dell?ultimo anno, di prestazioni sanitarie: assistenza medica (88,8 per cento), farmaci (84), esami di laboratorio (61).
L?importanza di usufruire dei servizi di un centro specializzato è sottolineata da un elevato numero di caregiver intervistati: il 48,6 per cento si rivolge ad esso con una frequenza assidua che arriva nel 51,4 per cento dei casi, ad essere mensile. Tra gli intervistati vi è una forte propensione a prendersi cura personalmente del malato per cui, mentre le case di riposo sono considerate l?ultima sponda, viene richiesto un aumento di Centri diurni (30,7 per cento), la disponibilità di farmaci (30,2), assistenza di collaboratori familiari (25,8), assistenza domiciliare sanitaria (22,1), contributi economici o sgravi fiscali (20,1).

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