Politica

L’assegno unico? Va rivisto, ma per aumentarlo

Assegno unico, il giorno dopo. Per Adriano Bordignon, presidente del Forum Famiglie le rassicurazioni giunte dal Governo sono sufficienti sul fatto che non ci sarà una riduzione del quantum, «ma non rispetto agli investimenti aggiuntivi che sull’Assegno unico in Legge di bilancio vanno fatti.  Le famiglie non possono aspettare».

di Sara De Carli

Giorgia Meloni e Eugenia Roccella

Via l’assegno unico? «È come la radiocronaca sullo sbarco dei marziani», commenta ironica Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia e le pari opportunità. Da via Venti Settembre giunge una nota secca: «Fantasiosa e senza alcun fondamento l’ipotesi di tagli agli assegni per i figli in vista della prossima manovra» e poco dopo la stessa Giorgia Meloni diffonde un video in cui, al fianco del ministro Giancarlo Giorgetti, invita a «diffidare delle ricostruzioni», dato che «la legge di Bilancio la dobbiamo ancora cominciare a scrivere», riaffermando che al contrario l’assegno unico questo governo «l’ha aumentato» e che per difenderlo sta «dando battaglia in Europa».

La “battaglia” con Bruxelles

Dei contorni di questo “dare battaglia” da parte del Governo, però, si sa pochissimo: anzi nulla. Se non che la prima fase della battaglia l’Italia evidentemente l’ha persa, visto che dopo la lettera di messa in mora del febbraio 2023 e l’avvio della procedura d’infrazione sull’Assegno unico del novembre 2023, la fase dell’interlocuzione politica non ha evitato che il 25 luglio la Commissione deferisse l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea «per il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori mobili di altri Stati membri dell’Ue in relazione alle prestazioni familiari loro concesse». «La risposta dell’Italia non ha tenuto sufficientemente conto dei rilievi della Commissione», nota Bruxelles nel darne notizia.

Il sostegno alla famiglia? Non si fa con i bonus

«L’Assegno unico non si tocca perché è la prima vera politica strutturale per la famiglia e la natalità del nostro Paese. In merito alla procedura d’infrazione relativamente all’Assegno unico, l’Europa, dimostra la sua lontananza rispetto ai bisogni e alle necessità delle proprie comunità, che stanno vivendo un grave tempo di inverno demografico», aveva detto a novembre Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, alla notizia della procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea. «Il Governo deve avere la capacità di spiegare la vera natura della misura, difenderla ad oltranza e anzi investirci maggiori risorse. L’Assegno unico, infatti, essendo universale, non è tanto una misura di assistenza sociale quanto piuttosto un intervento a favore della natalità, un investimento per le generazioni future. Ed è naturale che uno Stato debba preoccuparsi di evitare il “welfare shopping”, cioè la pratica dei “frontalieri dei sussidi”».

Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Famigliari

Oggi Bordignon saluta con favore le parole della presidente del Consiglio, del ministro Giorgetti e della ministra Roccella che smentiscono l’ipotesi di taglio dell’Assegno unico nella Manovra di bilancio e chiede al Governo e al Parlamento, alla maggioranza e all’opposizione, di unire le forze per «difendere l’Assegno unico anche di fronte alle richieste dell’Europa, incapace di riconoscerne la funzione pro-natalistica. L’assegno unico rappresenta un contributo importante verso il riconoscimento del ruolo centrale della famiglia nella società e nella politica italiana, uno strumento per incentivare la natalità e contrastare l’inverno demografico, semplificare il sistema di welfare e garantire maggiore equità nella distribuzione delle risorse. I fondi stanziati per le famiglie devono essere considerati come un investimento collettivo, non una spesa. La politica è anche l’arte di salvaguardare il buono, arrivando a compromessi: è compito della politica trovare una soluzione, a noi interessa che venga sostenuto chi ha figli».

Stupisce che l’Unione europea obietti che le politiche a sostegno della natalità si fanno con i bonus. Non è così. Anzi la forza dell’assegno unico universale sta esattamente nell’aver disegnato per la prima volta un intervento strutturale in favore delle famiglie con figli

Adriano Bordignon

Le ragioni da portare in Europa

Bordignon spiega che nel difendere l’Assegno unico davanti all’Europa – la decisione della Corte di Giustizia dovrebbe arrivare nell’autunno 2025 – bisogna spiegare meglio che non si tratta di una misura assistenziale contro la povertà ma di una politica a sostegno della natalità e quindi di un investimento. Soprattutto «stupisce che l’Unione europea – come sembra – obietti che le politiche a sostegno della natalità si fanno con i bonus. Non è così e anzi la forza dell’assegno unico universale sta esattamente nell’aver superato la logica dei bonus e nell’aver disegnato per la prima volta in Italia un intervento strutturale in favore delle famiglie con figli». Quanto all’allargamento della platea ai cittadini europei che pur non vivendo in Italia ci lavorano e quindi ci pagano le tasse, che comporterebbe un aumento delle coperture necessarie (soprattutto in considerazione di eventuali accordi bilateriali in tema di lavoro tra Stati europei e non europei), Bordignon ribadisce che «la politica è ricerca delle soluzioni, anche arrivando a compromessi».

La polemica? Ha dimostrato che l’Assegno unico unisce le forze politiche

Gianluigi De Palo, che era presidente del Forum quando l’Assegno unico è stato elaborato e approvato all’unanimità dal Parlamento, sotto il Governo Draghi, sottolinea che «non ho mai creduto che l’Assegno unico sia stato messo in dubbio, né lo sarà mai. La polemica di questi giorni però paradossalmente è stata utile perché ha dimostrato ancora una volta che l’Assegno unico è qualcosa che unisce tutte le forze politiche, in maniera trasversale. La maggioranza e l’opposizione, coerentemente con quello che hanno affermato in questi giorni, possono davvero lavorare insieme per difendere l’Assegno unico davanti all’Unione europea, altrimenti quello di oggi sarebbe solo un “gioco delle parti”. E possono davvero lavorare insieme anche per migliorarlo, perché per come era stato immaginato l’Assegno prevedeva diversi passaggi successivi, anno dopo anno, per arrivare all’obiettivo finale di un vero assegno universale – cosa che oggi non è – che sostenga le famiglie nella scelta di avere un figlio: oggi l’Assegno è un aiuto importantissimo per le famiglie, ma non è ancora qualcosa che ti permetta di sentire che c’è tutto un Paese che ti sostiene nella scelta di mettere al mondo un figlio». E se invece si decidesse di togliere l’Assegno unico? «Va bene, a patto di introdurre il quoziente famigliare. Il punto è che non deve esserci nemmeno un giorno in cui le famiglie non abbiano una risposta strutturale: quello che va evitato è tornare alla logica dei bonus».

Non ho mai creduto che l’Assegno unico fosse in dubbio. Ma la polemica di questi giorni è stata importante perché ha dimostrato ancora una volta che l’Assegno unico è qualcosa che unisce tutte le forze politiche, in maniera trasversale

Gianluigi De Palo

Rivedere l’Assegno unico? Sì, ma per aumentarlo

L’Assegno unico va difeso: ricordiamoci che prima, con gli assegni in busta paga, c’erano intere categorie di famiglie con figli – liberi professionisti, disoccupati, incapienti – che non ricevevano nulla. Se uno perdeva il lavoro, perdeva pure l’assegno. L’Assegno unico va difeso, ma non basta: va migliorato. Che significa aumentare le cifre che ogni famiglia riceve e aumentare la platea delle famiglie che lo ricevono. Perché l’assegno che nel nome dice di essere universale nei fatti non lo è, essendo invece legato all’Isee, con importi significativi per i redditi bassi che però decrescono rapidamente per i redditi medi.

Lo strumento funziona e le famiglie hanno imparato a conoscerlo: ora va implementato nelle risorse e nell’estensione

Adriano Bordignon

«Lo difendiamo perché è il pilastro su cui costruire le successive politiche per la famiglia, perché è stata una semplificazione rispetto allo scenario dei trasferimenti economici alle famiglie, perché ha cominciato a dare un riconoscimento di dignità a tutti i figli. Ma ovviamente è perfettibile, anche perché quanto è stato disegnato erano previsti step successivi. Come tutti gli strumenti nuovi, è normale che l’Assegno unico venga sperimentato e che dopo una prima fase ci si metta mano per risolvere le criticità emerse alla prova dei fatti. Lo strumento funziona e le famiglie hanno imparato a conoscerlo: ora va implementato nelle risorse e nell’estensione», spiega Bordignon.

Figli maggiorenni e prima casa

«Come Forum delle Famiglie, riteniamo sia necessario portarlo ad importo pieno anche per i figli tra i 18 e i 21 anni, che ora lo ricevono al 50%, un intervento previsto fin da disegno della misura ma mai attuato. L’altro punto è l’estensione dell’Assegno fino ai 26 anni per i figli in formazione accademica o professionale. Terzo punto, che chiediamo da tempo, è che l’impatto della prima casa impatti meno sull’Isee ai fini della quantificazione dell’importo dell’Assegno unico».  

Una delle criticità emerse nei primi mesi del 2024, per esempio, riguarda il fatto che gli importi dell’Assegno unico fanno salire l’indicatore economico dell’Isee, così che paradossalmente per quest’anno molte famiglie si sono viste tagliate fuori da altre agevolazioni (per esempio bonus trasporti, mensa, nido): a marzo 2024 il Governo ha annunciato per il futuro lo scomputo dell’Assegno unico universale dal calcolo Isee.

La sfida? Più risorse in Legge di bilancio, nonostante la procedura di infrazione

In sostanza le rassicurazioni arrivate dal Governo tranquillizzano relativamente Bordignon: «Mi sento rassicurato sul fatto che non ci sarà una riduzione del quantum, ma non rispetto agli investimenti aggiuntivi che sull’Assegno unico vanno fatti.  Già con la scorsa Legge di bilancio questi investimenti non sono arrivati perché c’era in ballo la procedura di infrazione, ora immagino che la tentazione per il Governo sia quella di essere ancora più prudente… ma le famiglie non possono aspettare», dice il presidente del Forum Famiglie.

Mi sento rassicurato sul fatto che non ci sarà una riduzione del quantum, ma non rispetto agli investimenti aggiuntivi che sull’Assegno unico vanno fatti

Adriano Bordignon

Il Tavolo per la revisione dell’Isee

L’accenno all’Isee di Bordignon apre anche un altro discorso, quello della revisione dell’Isee. Una richiesta che il Forum avanza da anni e raccolta dai viceministri Maurizio Leo e Maria Teresa Bellucci e dalla ministra Eugenia Roccella. A marzo 2024 si è riunito per la prima volta un tavolo politico-tecnico interministeriale, coordinato dalla ministra Roccella, dedicato alla valutazione dell’Isee e delle sue eventuali criticità: l’obiettivo è individuare i punti critici e l’impatto economico dei possibili correttivi.

«Come Forum Famiglie abbiamo presentato un documento per indicare le principali criticità e alcuni possibili interventi, auspichiamo che questo Tavolo interministeriale presenti al più presto la sua proposta, così che alcuni interventi possano entrare già nella discussione sulla prossima Legge di Bilancio», conclude Bordignon.

Foto di Stefano Carofei/Sintesi

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