Politica
L’assegno temporaneo per figli è legge
La Camera ha votato la conversione del decreto legge sull’assegno ponte per i figli minori, con 392 voti favorevoli, 1 contrario e 29 astenuti. De Palo: «Ora chiediamo al Governo e a tutti i partiti di inserire nella prossima legge di bilancio le risorse necessarie per fare in modo che l’assegno unico universale che partirà il 1 gennaio 2022 sia una misura epocale in grado di cambiare la vita delle famiglie italiane e far ripartire la natalità»
«Dopo il Senato, oggi la Camera dei Deputati ha approvato l'assegno ponte per i figli. È una giornata bellissima, che corona il lavoro di tanto tempo per dare realtà al primo pezzo del Family Act. Ci siamo, finalmente. Per le bambine e per i bambini del nostro Paese, mese dopo mese per il loro futuro, a cui dobbiamo davvero tutto»: così la ministra Elena Bonetti ha annunciato la definitva conversione in legge del decreto legge sull’assegno ponte per i figli minori. La misura è l’avvio dell’assegno unico universale, che arriverà con il 1° gennaio 2022.
La legge è stata approvata con 392 voti favorevoli, 1 contrario e 29 astenuti. Ad astenersi è stato il gruppo di Fratelli d’Italia: «Non voteremo mai contro un provvedimento che assegna risorse economiche per favorire la natalità», ha detto nelle dichiarazioni di voto Maria Teresa Bellucci, che nella discussione della mattina si era vista respingere fra gli altri un emendamento che innalzava da 50mila a 60mila la soglia ISEE per poter beneficiare dell’assegno temporaneo e uno che chiedeva di estendere fino al 31 dicembre la possibilità di fare domanda senza perdere le mensilità retroattive, ma «come Fratelli d'Italia, ci asterremo perché auspichiamo che possiate riflettere sugli sbagli compiuti in ordine a questo assegno temporaneo, che ne possiate fare tesoro e che, nel prossimo anno, nel 2022, non ci sia la proroga dello stesso, bensì un reale assegno unico universale, giusto, esatto per tutti, per tutte le famiglie, che possa vedere quindi al centro della politica, del Parlamento e del Governo sempre e comunque il superiore interesse dei figli».
Tra i correttivi che nella discussione si è chiesto di prevedere per la misura a regime, ossia l’assegno unico universale, ci sono il superamento del riferimento all'ISEE, che va a penalizzare chi, con sacrifici, ha acquistato una casa o ha risparmiato per garantirsi un'adeguata assistenza durante gli ultimi anni di vita, in favore invece di un riferimento al netto; un' attenzione rispetto al fatto che la somma fra reddito di cittadinanza e assegno unico può arrivare a raggiungere cifre mensili maggiori dello stipendio di un operaio, cosa che disincentiverebbe il lavoro; semplificazione nella burocrazia, per cui chi ha diritto all'assegno dovrebbe riceverlo immediatamente, senza dover presentare domande. La legge di bilancio – ha sottolineato Antonio Palmieri di Forza Italia – sarà il passaggio tra il dire e il fare, che dovrà «consentire finalmente dal 1° gennaio di partire con l'assegno vero, che non sia una misura di natura assistenziale ma veramente di natura universale».
«Restano, invero, alcuni limiti in questo decreto ponte, che facciamo passare proprio perché temporaneo», ha ammesso anche Stefano Lepri (PD). Pensando «all'obiettivo vero», cioè alla misura definitiva», Lepri ha sottolineato come «ci attendiamo dal Governo quanto prima le proposte con i decreti legislativi, in modo che le Commissioni possano discuterne» perché «i tecnici sono importanti, soprattutto quando si faranno le simulazioni – che si stanno già facendo – per individuare l'equilibrio tra gli importi e le compatibilità economiche, ma la politica serve ancora; serve ancora perché le scelte che abbiamo condiviso tutti insieme in questo Parlamento devono essere rispettate anche dalle scelte più tecniche». La curva degli importi oggi riconosciuti infatti «è, per opinione di molti – non solo parlamentari ma anche moltissimi studiosi – eccessivamente selettiva. Noi rischiamo di aver introdotto il principio dell'universalismo e poi, nei fatti, di disapplicarlo se continuassimo con questa scelta, che oggi, appunto, è temporanea e che noi riteniamo non possa essere definitiva. Occorre trovare una via di mezzo, insomma, tra l'eccessiva selettività oggi prevista e il modello teorico, quello a cui vorremmo giungere, il modello tedesco, dove quasi tutti i genitori hanno lo stesso importo, laddove la progressività si applica – il principio vale da noi e anche in Germania – con le imposte dirette alle persone fisiche e non si dovrebbe applicare, se non in maniera relativa, con l'assegno unico». Siamo dunque « vicini alla meta, ma l'ultima tappa, guardate, è davvero fondamentale. I decreti legislativi e ministeriali non sono scontati, facciamo tutti in modo che la riforma dell'assegno unico universale possa essere davvero all'altezza delle attese degli italiani».
La curva degli importi oggi riconosciuti è, per opinione di molti – non solo parlamentari ma anche moltissimi studiosi – eccessivamente selettiva. Noi rischiamo di aver introdotto il principio dell'universalismo e poi, nei fatti, di disapplicarlo se continuassimo con questa scelta, che oggi, appunto, è temporanea e che noi riteniamo non possa essere definitiva.
Stefano Lepri, onorevole PD
«Finalmente l’assegno temporaneo per i figli minori è legge. Ora chiediamo un ultimo sforzo intorno a un tema capace di unire e non dividere il Paese, come dimostra anche il dibattito Parlamentare di oggi, ricco di sollecitazioni in favore delle famiglie da parte di tutte le forze politiche» commenta Gigi De Palo, Presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari a margine del dibattito alla Camera che ha votato il provvedimento. «Ora chiediamo al Governo e a tutti i partiti di inserire nella prossima legge di bilancio le risorse necessarie per fare in modo che l’assegno unico universale che partirà il 1 gennaio 2022 sia una misura epocale in grado di cambiare la vita delle famiglie italiane e far ripartire la natalità. Non solo non ci deve perdere nessuno, ma è importante che tutti ci guadagnino. Si lavori fin da adesso all'impostazione dei decreti legislativi e ai decreti ministeriali dell'assegno unico e universale definitivo così da permettere una rapida e “sburocratizza” erogazione della misura finale».
Photo by Patricia Prudente on Unsplash
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