Economia

L’asilo aziendale serve anche la collettività

A settembre aprirà Menarini baby, l'asilo dell'omonima azienda farmaceutica

di Redazione

Rispettate le tempistiche per l’asilo aziendale Menarini, che aprirà regolarmente per l’inizio del prossimo anno scolastico, a settembre, nel quartiere di Campo di Marte a Firenze. I lavori per il Menarini Baby stanno procedendo infatti secondo una tabella di marcia molto serrata, e presto i dipendenti della multinazionale del farmaco potranno rispondere ad un
questionario ad hoc per manifestare il loro interesse ad avvalersi del
servizio.

«Siamo molto soddisfatti – spiega Ennio Troiano, direttore delle risorse umane Menarini – l’azienda si è impegnata a fondo per garantire un aiuto in più ai propri lavoratori, in particolare le donne madri che cercano con difficoltà di conciliare lavoro e famiglia. Abbiamo stanziato più di un milione di euro solo per la struttura di Via Marchetti, dove sorgerà il Menarini Baby, e garantiremo anche i fondi necessari per l’allestimento degli arredi interni e dello spazio gioco all’aperto».

A settembre dunque sarà inaugurato un asilo nido assolutamente all’avanguardia, dove oltre quaranta bambini, di età compresa tra i tre mesi e i tre anni, avranno a disposizione per i loro giochi uno spazio di 450 metri quadrati coperti, oltre al giardino di 120 metri quadrati, progettati con cura e attenzione per la sicurezza e la crescita dei più piccoli.

«L’iniziativa di Menarini – ricorda Rosa Maria Di Giorgi, assessore all’Educazione del Comune di Firenze -, con un investimento diretto a rafforzare i servizi educativi per la prima infanzia sul territorio, rappresenta un intervento molto importante per la nostra città. Il nuovo asilo nido, infatti, sarà un ulteriore aiuto per consentirci di abbattere le liste di attesa comunali, uno dei principali obiettivi che ci siamo posti come amministrazione».

 «In questi anni abbiamo cercato di attivare sinergie positive con le principali realtà imprenditoriali e con le istituzioni del territorio, proprio per implementare i servizi per la prima infanzia, che costituiscono un aiuto fondamentale per le famiglie e un supporto per tutte le donne che lavorano», conclude Di Giorgi.


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