Famiglia

L’arte online a portata di mouse

Dal Guggenheim virtuale alla vecchia Europa. Sullo spazio dedicato ai musei su internet

di Riccardo Bagnato

Musei, Fondazioni e Università impegnate nella diffusione di un nuovo linguaggio artistico, dove lo spettatore è il navigatore online. E’ il museo del futuro, il cosiddetto Alternative Museum (The Alternative Museum) di New York che, chiusi i battenti della propria sede nella parte sud di Broadway, ha eliminato ogni problema finanziario trasferendosi sul web. A giustificare la rinuncia a una galleria in calce e mattoni, i problemi finanziari della struttura non profit, che non riusciva più a reggere 100mila dollari all?anno di spese fisse. “Alternative” persino con la sua homepage, in autunno dedicata alla contestazione politica. Differente la situazione del Guggenheim Virtual Museum (Guggenheim Museum- The Collection), di San Francisco, che ha invece scelto strategicamente l?espansione online, imponendo nel settore un nuovo paradigma architettonico. Il Guggenheim Virtual Museum offre, infatti, collegamenti per accedere a tutte le esposizioni della nota galleria d?arte sparse per il mondo, dando grande spazio al linguaggio digitale. In questi giorni inoltre si è appena conclusa la terza edizione del Festival Paul Engle organizzata dall?Università dell?Iowa dal titolo ?La poesia dei nuovi media: Estetiche, Istituzioni e Pubblico?, mentre un esempio di museo particolarmente vivace dal punto di vista della ricerca artistica è il Whitney Museum of American Art, (Whitney Museum of American Art), senza dimenticare il Museo di San Francisco che ha inaugurato da tempo un e-space in cui espone esclusivamente online opere che non troverete entrando nel museo: SFMoma. Esempi in Europa infine ce ne sono e non sono da meno: come Emotion.2002 in Francia (Rencontres E-Motion 2002), o Ars electronica in Austria (Ars Electronica 2002). Italiano, invece, il progetto: dyne.org o ancora in Francia Sonic Process per una nuova geografia del suono, in esposizione al Centro Pompidou di Parigi dal 16 ottobre fino a gennaio 2003.


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