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Larry Page: «Volete cambiare il mondo? Divertitevi»

A 20 anni ha rivoluzionato internet. Poi a 40 il fondatore di Google ha trasformato anche il concetto di lavoro. Come? Puntando tutto sulla motivazione dei dipendenti

di Redazione

Era un futuro scritto nei geni quello di Larry Page, enfant prodige della Silicon Valley, fondatore e CEO di Google. Figlio di un professore di informatica all’Università del Michigan e di un’insegnante di programmazione, un’infanzia trascorsa tra i processori e i primi pesantissimi computer degli anni Settanta, Larry Page ai genitori non deve però solo un fortunatissimo Dna, ma anche unapropensione alla creatività nutrita da scelte educative molto lungimiranti: dalle scuole montessoriane, alle visite delle prime convention tecnologiche, fino ad una quotidiana, precocissima esposizione ai computer. «A casa nostra c’era sempre un’enorme confusione con computer, fili e riviste di tecnologie sparse ovunque», ha raccontato Page. «Mi ricordo di aver trascorso moltissimo tempo a leggere». E poi la passione per la musica. «I miei mi mandarono a lezione di sassofono. Credo che questo mi abbia influenzato tantissimo. Se ci pensi dal punto di vista musicale, il tempo è la cosa primaria e credo che la mia fissazione per la rapidità a Google si debba proprio alla mia formazione musicale».

Da piccolissimo inizia a lavorare al computer, è il primo della scuola a portare in classe un compito fatto con un PC e, nel frattempo, il fratello più grande gli insegna a scomporre gli oggetti che trova in casa. «Smontavo tutto quello che mi passava per le mani perché volevo vedere come funzionava», ha raccontato. «Capii molto presto che volevo inventare delle cose». A 12 anni, infatti, divora la biografia di Nikola Tesla, inventore geniale tragicamente morto in povertà, una storia che oltre a commuoverlo, gli insegna la prima fondamentale lezione sull’innovazione: «Inventare cose nuove non è abbastanza. Bisogna riuscire a portare quelle invenzioni nel mondo e fare sì che le persone possano usarle. Solo così si può avere un impatto reale». E questa diventa la sua missione nella vita. Google nasce proprio da qui, da quando, mentre cercava un tema per la sua tesi di dottorato a Stanford capisce che vuole concentrarsi sull’ottimizzazione delle ricerche dei documenti sul web.

Inventare cose nuove non è abbastanza. Bisogna riuscire a portare quelle invenzioni nel mondo e fare sì che le persone possano usarle

Larry Page, Google founder


«All’epoca c’erano circa 10 milioni di documenti in rete e se fossimo riusciti a sviluppare un metodo per contare e qualificare ogni link, il web avrebbe acquisito molta più utilità e più valore». È così che Page trova un altro dottorando, Sergey Brin e insieme iniziano a lavorare a BackRub, il primo prototipo di Google…


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