Famiglia

Larino. Delegazione dei genitori delle vittime in Procura

Continua intanto l'opera di sistemanzione degli sfollati, resa difficile dal freddo. Sarà la Ras comunque a risarcire la scuola crollata

di Ettore Colombo

Le indagini sul crollo della scuola vanno avanti: una delegazione del comitato dei genitori dei bimbi morti nella scuola Iovine oggi ha fatto visita al Procuratore della Repubblica di Larino, Andrea Cataldi Tassoni. I magistrati che consucono l’inchiesta, secondo quanto si è appreso, avrebbero infatti invitato i genitori a rendere dichiarazioni spontanee se a conoscenza di particolari o informazioni che riguardano la scuola.
E’ partita intanto l’operazione che permetterà, in tempi brevi – si spera – la sistemazione di tutti gli abitanti dei comuni danneggiati, costretti a vivere nelle tendopoli. Sono tre le possibilità offerte dalla Protezione civile per consentire agli sfollati di lasciare le tende: mini appartamenti in residence sul mare, un contributo di 400 euro per ogni famiglia che troverà autonomamente una sistemazione e roulotte, da sistemare nei pressi delle case danneggiate, per chi non vuole o non può allontanarsi dalla sua abitazione.
La macchina dei soccorsi però, si muove con difficoltà: nel Molise continuano a impreversare nuove scosse e maltempo, con temperature gelide. L’ultimo terremoto, del quarto-quinto grado della scala Mercalli, è stata registrata nella notte nella zona di S. Giuliano.
Nel frattempo si apprende che sarà la Ras a risarcire gli alunni e i docenti della scuola crollata. L’istituto di San Giuliano di Puglia, infatti, crollato in seguito al terremoto del 31 ottobre scorso, aveva stipulato una polizia assicurativa contro gli infortuni di docenti e alunni con la Ras. Lo rende noto la stessa compagnia assicurativa. Ieri l’Inail aveva comunicato che le vittime della scuola non sarebbero state coperte dall’assicurazione. Ma il ministro per il Welfare Roberto Maroni aveva subito smentito la notiziza. Toccherà alla Ras.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.