Sostenibilità

Largo all’economia profetica

Lanciato un grande appuntamento che a novembre vedrà dialogare e confrontarsi esperienze e visioni da tutto il mondo. Con l’obiettivo non di fare ritocchi al sistema ma di fare scelte audaci. Dando spazio anche ai ragazzi. E a chi vive la povertà sulla sua pelle. Intervista a Luigino Bruni, uno degli ideatori

di Giuseppe Frangi

Tra i tanti modelli economici di cui abitualmente si discute, questo non era mai stato preso in considerazione: la “prophetic economy”. Del resto associare ad una disciplina come l’economia, che per essere credibile deve essere rigorosa, la categoria della “profezia” non è operazione scontata. Invece “prophetic economy” è proprio il titolo di un evento internazionale che si terrà i prossimi 2-4 novembre e il cui percorso è stato lanciato in questi giorni dai suoi promotori.


«Oggi», spiega Luigino Bruni, docente alla Lumsa e tra gli ideatori dell’appuntamento, «c’è un grande bisogno di profezia, in ogni ambito, anche in economia. Profezia vuol dire essere capaci di indicare un orizzonte che non si esaurisca, come sempre accade, nel calcolo degli interessi immediati». Profezia non è semplicemente energia visionaria e capacità di vedere nel futuro. Profezia è soprattutto una “pratica”. «È una parola che spesso viene confusa con utopia, in realtà ha una natura molto diversa. Utopia infatti è un “non luogo”, al contrario “profezia” è una terra promessa, un qualcosa che embrionalmente già c’è». Per questo sul sito di “Prophetic economy”, non troviamo nessun accento enfatico o nessuna “buon” proclama per correggere le storture dei modelli vigenti e vincenti. Con molta umiltà si parte dal piccolo. «In un mondo in cui grande è meglio, le esperienze profetiche possono sembrare insignificanti», si legge. Sono spesso piccole, anche minuscole. Sono prototipi, splendidamente imperfetti e rari. Sfidano il solito modo di fare. Non si adattano facilmente alle scatole. Sono guidati da una visione audace e trasmettono energia positiva al servizio del bene comune, specialmente degli ultimi. Scoprire queste gemme è essenziale per costruire un futuro migliore».

Non sarà un semplice convegno quello del prossimo novembre, ma un evento la cui funzione è quella di mettere insieme, di conoscere e di allargare l’orizzonte, come precisa Bruni. Così anche la forma dell’appuntamento si annuncia assolutamente originale. «L’obiettivo semplice è quello di portare alla conoscenza di tanti le buone pratiche che vengono attuate nel mondo e anche di sottoporle ad una verifica. Ma la forma sarà tutta nuova, proprio perché abbiamo voluto prendere sul serio la parola “profezia”». Quindi, dato che per definizione la profezia «è bambina» (un qualcosa che già c’è ma che è soprattutto un “sarà”), ci saranno proprio i bambini e i ragazzi nel panel degli “esperti”. Diranno la loro anche sul programma e tra i contributi di apertura ci sarà quello di un ragazzo di 12 anni della Repubblica Ceca, che traccerà l’idea del mondo che vorrebbe. «Ragazzi e adulti saranno alla pari. Basta con la finzione di far spazio ai più piccoli, relegandoli negli spazi giochi. Loro sono titolari di una conoscenza che deve essere ascoltata e condivisa». Seguendo lo stesso criterio, anche i poveri non saranno solo il “tema” ma saranno voce protagonista. «Sono a tutti gli effetti degli “esperti”, perché portano un punto di vista sui problemi che nessuno altro può avere», spiega Bruni.

L’altra dinamica che segna la “prophetic economy” è il “fare insieme”. Lo evidenzia già il cartello delle realtà che promuovono l’evento (Economia di Comunione, The Global Catholic Climate Movement, Atd Quart Monde, Slotmob, Nomadelfia, Teens). Ma tantissimi sono i soggetti che già si sono aggregati, e tra gli altri anche Vita come media partner. Tutti arruolati per la loro capacità e desiderio di esser “change maker”. Cioè, come sta scritto sul sito, avere la consapevolezza che «più che fare ritocchi», oggi occorre «avere una visione audace e prendere dei rischi, spesso di fronte alle critiche. Significa coraggio, amore e determinazione».

Forse anche per questo l’organizzazione ha arruolato anche gli artisti. Comporranno un’opera in diretta, davanti a tutti, nei giorni dell’evento. Un’opera realizzata sotto la guida di Lau Kwok-Hung, ma che vuole essere collettiva e partecipata. Oltre che naturlamente profetica.


L’evento “Prophetic economy” si terrà a Castel Gandolfo. Tutti i dettagli sul sito dedicato

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