Politica
Largo alle non profit utilities
Una proposta innovativa della Fondazione per la Sussidiarietà: aprire il mercato alle fondazioni
Due mesi fa – lo ricorderete – Vita ha sollevato la questione dei profitti stellari delle utilities municipali: società di fatto monopolistiche, che forniscono servizi essenziali contribuendo a rimpinguare le casse comunali ma a dissanguare quelle dei consumatori. Ora, proprio mentre il nuovo anno annuncia gli ennesimi aumenti e mentre il governo rilancia in tema di privatizzazioni, la questione viene ripresa dalla Fondazione per la Sussidiarietà che, su Il Riformista, ha lanciato un interessantissimo Manifesto per le public utilities.
Imperniato su una domanda cruciale («C?è spazio per un?economia di sussidiarietà che metta al centro il cittadino?»), il documento lancia una proposta molto concreta: aumentare la libertà di scelta (e quindi di controllo dei prezzi) da parte degli utenti alzando il livello della concorrenza ma, sull?esempio di altri Paesi europei, aprendo il mercato ai soggetti non profit, in particolare alle fondazioni. Grazie alle loro caratteristiche (reinvestimento degli utili, manager specializzati, utenti che partecipano alla governance) le non profit utilities potrebbero realizzare «principi di efficienza aziendale e insieme aderenza a una missione di servizio pubblico».
Una promessa cui si può ben credere, dato lo sviluppo che il terzo settore ha avuto in questi anni, e vista soprattutto la capacità ampiamente dimostrata di fare servizi tutelando i cittadini, di stare sul mercato per essere soprattutto al servizio, di saper fare funzione pubblica essendo un soggetto privato. Non è certo un caso se il Manifesto della Fondazione per la Sussidiarietà è stato accolto con molto interesse da parte di studiosi e analisti, ed è visto con attenzione bipartisan da politici come Bruno Tabacci (Udc), e da esponenti della maggioranza come il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie locali, Linda Lanzillotta che sulle privatizzazioni ha presentato un disegno di legge.
Il Manifesto non fa un esplicito riferimento all?opportunità di contenere, fino ad eliminarlo, l?uso che una certa pratica (bassa) della politica fa delle società di servizi come di una longa manus: attribuire alle fondazioni il compito di offrire i servizi attualmente prestati dalle utilities municipali vuol dire di fatto contrastare il controllo della politica. Già questo sarebbe un grande servizio reso al Paese (senza contare il minor costo per servizi probabilmente migliori). Si vedrà se c?è lo spazio e la volontà per discutere la proposta e le questioni che solleva. Magari aggiungendone una, e cioè il ruolo delle imprese sociali che potrebbero svolgere nei territori e nelle comunità un ruolo prezioso, accanto alle fondazioni.
Info: www.sussidiarieta.net
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