Entro il 2011 cento esperienze modello saranno catalogate on line: «Generative sono quelle realtà che hanno saputo generare valore sociale ed economico»Andare alla ricerca delle esperienze generative presenti nel territorio e indagarne i fattori distintivi. Una prospettiva ambiziosa, un concetto difficile, ma fondamentale. Almeno secondo Mauro Magatti, sociologo dell’Università Cattolica, che ha guidato la creazione dell’Archivio della generatività, realizzato nell’ambito del progetto «Genius loci» dall’Istituto Luigi Sturzo in collaborazione con l’Almed.
Storie non solo di successo o di eccellenza. “Generative” sono quelle esperienze di tenacia e ottimismo, di innovazione e di creatività, che hanno saputo generare valore economico dando spazio anche alle istanze sociali e alla sostenibilità. E poco rileva che sia un’impresa che produce cachemire o una scuola leccese che ha saputo collegare studio e creazione di lavoro o un’azienda editoriale come il Gruppo Vita che ha contribuito a dare rappresentazione e a far crescere il terzo settore. Non è l’ambito in cui le esperienze sono condotte a fare la differenza, ma la capacità di essere propositivi, la voglia di valorizzare relazioni e territori, il desiderio di contribuire allo sviluppo e in ultima analisi al bene comune. Esperienze che vengono analizzate, filmate, documentate e che poi si trasformano in “casi” d’archivio (consultabili on line: diventeranno oltre un centinaio entro il 2011).
«L’idea è quella di chinarsi di nuovo all’ascolto del Paese», ha premesso Magatti, ricollegandosi «all’esperienza di Luigi Sturzo che già all’inizio del Novecento aveva capito che lo sviluppo era seriamente compromesso dalla distanza tra la ricchezza della vita sociale e la sclerotizzazione delle logiche istituzionali». Non è cambiato molto da quei tempi: anche oggi il Paese reale fatica a trovare rappresentazione. Ci sono però strumenti nuovi. Internet per esempio. «Di solito la parola “archivio” è associata al passato. Noi la intendiamo rivolgere al futuro», ha proseguito Magatti, «giacché per uscire dall’attuale crisi economica e sociale bisogna ricorrere alle forze profonde del Paese». Ascoltarle e dar loro una voce, facendo sì che i protagonisti di questa Italia possano confrontarsi, dialogare e magari contagiare.
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