Per costruire un impianto eolico che sprigioni una potenza di 1.000 MW come la centrale elettrica di Chivasso, o come una delle centrali nucleari delle quali si è parlato nei mesi scorsi, occorrono 3mila mulini su una superficie di 300 chilometri quadrati: per intendersi, l’intera provincia di Torino. La nostra tecnologia, che sfrutta il vento d’alta quota, occuperebbe un territorio 20 volte inferiore».
Mario Milanese è uno dei fondatori di Kitenergy srl, ultima tappa di un progetto nato nel 2005 allo scopo di verificare la possibilità di utilizzare i kite, impropriamente assimilabili a grandi aquiloni, per generare energia elettrica dal vento. E se i primi studi nel mondo risalgono al 1980, è sotto l’impulso del professor Milanese e del suo gruppo di ricercatori al Politecnico di Torino che, nel 2006, è stato realizzato il primo volo al mondo con un prototipo nato dai notevoli passi avanti compiuti dalle metodologie di modellizzazione e di controllo per ottimizzare le prestazioni di generazione dei kite, in grado di catturare la potenza del vento a 200-800 metri sul livello del suolo. La sensazione è che questa tecnologia, al massimo delle proprie potenzialità, possa garantire un salto di qualità decisivo nella strada che entro il 2020 deve portare l’Italia a una quota del 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili e a una uguale riduzione nelle emissioni di gas ad effetto serra. In base alle previsioni, i costi di produzione dell’energia elettrica ricavata dai kite potrebbero essere inferiori a quelli ottenuti da petrolio e gas: le attuali fonti rinnovabili (torri eoliche, fotovoltaico, biomasse), invece, hanno costi di produzione superiori alle fonti fossili.
Diminuzione dei costi e dell’impatto ambientale, dunque: «La tradizionale torre eolica da due MW, pesa 300 tonnellate, ha un generatore da 50 tonnellate posizionato in cima a un gigante di 70/80 metri di altezza con pale del diametro di 90/100 metri. Il nostro generatore ha il medesimo peso ma è posizionato a terra e può avere la stessa potenza sostituendo queste 300 tonnellate con solo 2 tonnellate tra kite e cavi». Col prossimo anno sarà pronto un nuovo prototipo: se le previsioni saranno confermate, la “commercializzazione” potrebbe diventare realtà nell’arco di 2-3 anni.
[Alberto Picci]
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