Il consiglio è questo: prendetevi dieci minuti di tempo. E ascoltate. Ascoltate questo cortometraggio. Oppure: mentre lo guardate, fate attenzione ai rumori, ai suoni, alle voci, anche se vi danno fastidio. È una lettera, una telefonata di “una vecchia che dovrebbe consolare te”. Una città abbandonata, di cui si sente il silenzio, il rumore dei passi, dei collari dei cani che toccano l’asfalto. Una città che ancora manda messaggi dalla zona rossa. “Non fantasmi, ma persone vive ancora fanno risuonare i loro passi nei vicoli vuoti”, scrivono Francesco Paolucci e Stefano Ianni, che di questo video sono gli autori. “Non fantasmi, ma persone vive, con rispetto ed un sentimento al quale si fa difficoltà a dare un nome, tornano spesso a varcare quel confine tra una nuova quotidianità e la zona dove ci sono ancora molte cose in sospeso. Tutto questo abbiamo cercato di raccontare con questo cortometraggio nato, per caso in una mattina d’inverno, dall’immersione di tre amici nelle profondità di una città”.
È L’Aquila. La rivogliamo indietro?
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