Non profit

L’Aquila, fra le C.A.S.E. spunta un nido

L'iniziativa della Cooperativa Treetà onlus

di Antonio Sgobba

Al Comune de L’Aquila sono state presentate più di 150 domande per gli asili nido comunali. I posti disponibili sono circa 75. Il Comune gestisce tre nidi, per un totale di 180 posti, tutti in zone periferiche della città. La metà dei bambini rischia di rimanere fuori. Nasce così l’iniziativa di una onlus: «Un nido per L’Aquila».
«No, non siamo pericolosi, siamo armati solo di buona volontà, di voglia di ricostruire», dice Maria Parlapiano, aquilana. Lei lavorava nell’asilo nido nel centro della città, in viale Duca degli Abruzzi. Ora quel nido è nella zona rossa. Inagibile, come tutto il centro storico. La cooperativa sociale Treetà onlus, di cui Maria è presidente, è rimasta quindi senza lavoro, mentre nel capoluogo non ci sono posti sufficienti per tutte le famiglie in cerca di un nido.
«Ma noi siamo abruzzesi, abbiamo la testa dura», dice Maria. Nasce così il progetto «Un nido per L’Aquila», per costruire un asilo dove vivono molti degli aquilani: nella zona delle C.A.S.E., le strutture abitative della Protezione civile. Il terreno è stato messo a disposizione dall’amministrazione comunale, nell’area industriale Sessa.
«La Protezione Civile si è occupata soprattutto delle scuole, dalle materne alle superiori», ricorda la Parlapiano. L’esigenza di asili nido rimane. «Le C.A.S.E. sono un dormitorio, intorno non c’è niente. Se hai del tempo libero non sai che fare. Dove porti i bambini? Al centro commerciale, magari quello più lontano, così ci metti più tempo». Quelli della cooperativa hanno deciso di rimboccarsi le maniche.
Il progetto lo hanno offerto gli architetti Carlo De Pace e Valentina Lambrini dello studio 02 di Padova. Non sarà un nido come gli altri. Avrà una struttura in legno, costruita secondo le norme della bioedilizia, a risparmio energetico e con un alto coefficiente antisismico. E ci sarà spazio per 25 bambini, dai 3 ai 36 mesi.
Per far sì che il progetto diventi realtà servono 500mila euro. La cooperativa è impegnata nella ricerca dei fondi perché «ci manca ancora un bel po’», sospira la presidente. Intanto arriverà un sostegno di 50mila euro da un consorzio di Trento e si attendono i proventi del 5 per mille. Per raccogliere il capitale necessario è stata lanciata anche una campagna pubblicitaria con tre testimonial d’eccezione. Tutti di nome Marco: il difensore dell’Inter Materazzi, il commentatore della Gialappa’s, Santin e Morganti, giocatore di basket nell’Olimpia Milano. E poi una mostra fotografica girerà l’Italia, Trecentotrentadue sassi è il titolo. Ogni sasso la foto di un aquilano, davanti al luogo più caro: la casa, il posto di lavoro, la scuola. Nelle mani una pietra. «Per ricordare la pesantezza della nostra situazione», sottolinea Maria. «Mezz’ora fa c’è stata un’altra scossa. Lo sappiamo che non si può tornare a com’era prima del terremoto. Ma almeno vogliamo rendere più vivibile il presente».

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