Volontariato

L’apprendistato non decolla

Nelle coop sociali il ricorso alla pratica prevista dalla Biagi è minimo. Ecco perché

di Francesco Dente

Nei primi sei mesi del 2008 l’apprendistato professionalizzante, introdotto dalla legge Biagi, ha superato il vecchio contratto di apprendistato regolato dalla legge 196/97. Un passaggio che, però, non ha prodotto effetti significativi nel mondo della cooperazione sociale. Anche perché questo contratto non è stato disciplinato compiutamente nel contratto collettivo. Ma non c’è solo questo motivo. «I meccanismi di selezione e formazione nella cooperazione sono meno tradizionali di quelli utilizzati in altri settori economici e produttivi», spiega Sergio D’Angelo, vicepresidente nazionale e presidente regionale Campania di Legacoopsociali. «Chi opera nelle imprese sociali ha alle spalle un curriculum di livello elevato e, soprattutto, un bagaglio di esperienze formative maturate in anni di volontariato o, magari, con il servizio civile», Un’opinione condivisa da Anna Ferretti, presidente di Federsolidarietà Toscana e del consorzio Arché di Siena. «Il settore della cooperazione sociale ha fatto leva, da sempre, su personale che ha delle qualifiche da spendere. Difficile immaginare che un operatore socio sanitario o assistenziale accetti di essere inquadrato con un contratto da apprendista». Non è un caso del resto se, in generale, la maggior parte degli apprendisti possa contare solo sulla licenza media (54,6%), come certifica l’ultimo rapporto Isfol.
Occorre considerare inoltre, taglia corto la presidente toscana, che per «insegnare il mestiere a un operatore, ad esempio, di una cooperativa sociale di pulizie non serve poi tutta questa formazione». Pochi i numeri a disposizione su apprendistato e privato sociale. Il rapporto Isfol non prevede una distinzione in base alla natura giuridica dell’impresa ospitante. C’è un dato sui “servizi alla persona”, pari al 5,7% dei contratti di apprendistato stipulati nel 2008, ma è ingannevole. Riguarda, infatti, soprattutto estetiste e parrucchiere. Social Job ha chiesto alla Regione Emilia Romagna quanti siano gli apprendisti occupati nelle imprese sociali. Risposta: 66. «Sarebbe interessante il ricorso all’apprendistato professionalizzante ma non c’è nel contratto collettivo», afferma Anna Ferretti. L’ultimo accordo, rinnovato nel 2008, ha solo sfiorato l’argomento. Prevede infatti unicamente un impegno delle parti sociali a definire una specifica norma contrattuale in merito.

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