Welfare

L’apprendistato è un contratto a tempo indeterminato

Il CdM approva definitivamente la riforma. Nasce l'apprendistato di alta formazione, valido anche come praticantato

di Redazione

il Consiglio dei Ministri, nel corso della seduta del 28 luglio 2011, ha approvato definitivamente il Decreto Legislativo che riforma l’istituto dell’apprendistato. Da oggi questo strumento si configura come “canale tipico” per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e giuridicamente si tratterà di un contratto di lavoro a tempo indeterminato (come indica espressamente l’articolo 1 del decreto legislativo).

L’applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale dell’apprendistato viene garantita attraverso una piena valorizzazione della contrattazione collettiva nazionale di settore, a cui farà seguito il graduale e completo superamento delle attuali regolamentazioni di livello regionale. Il regime transitorio è destinato a durare non più di sei mesi.

In definitiva il testo disciplina quattro ipotesi di apprendistato:
1) apprendistato per la qualifica e il diploma professionale: destinato agli gli under 25, permette di conseguire in ambiente di lavoro un titolo di studio, ovvero la qualifica triennale o il diploma professionale quadriennale rilasciati dalle Regioni (ad oggi era utilizzabile solo per i minorenni);
2) apprendistato di mestiere per i giovani tra i 18 e i 29 anni che potranno apprendere un mestiere o una professione in ambiente di lavoro;
3) apprendistato di alta formazione e ricerca per conseguire titoli di studio specialistici, universitari e post-universitari e per la formazione di giovani ricercatori per il settore privato. Una nota del Ministero del Lavoro specifica che il contratto di apprendistato è «utilizzabile ora anche ai
fini del praticantato e per la selezione di giovani ricercatori da inserire in impresa».
4) apprendistato per la riqualificazione di lavoratori in mobilità espulsi da processi produttivi.

A settembre Governo, Regioni e parti sociali si troveranno per discutere la parallela rivisitazione dei tirocini formativi e di orientamento – stage – in modo da prevenirne drasticamente gli abusi e valorizzarne le potenzialità quale canale di primo contatto dei giovani col mondo del lavoro.

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