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L’appello: scongiurare la modifica del regime iva per le associazioni di Terzo settore
Acli, Ancescao, Arci, Auser e Mcl rinnovano l’appello per scongiurare la modifica del regime IVA per le associazioni di Terzo settore. C'è grave preoccupazione che la proroga del cambio di regime iva, fissata al 1° luglio 2024, non venga approvata
di Redazione
«Il valore fondante della solidarietà ha declinazioni molteplici nei Trattati dell’Unione europea. Tra i popoli. Tra gli Stati. Solidarietà che le istituzioni devono assicurare ai cittadini, affermandone la dignità, riducendo i divari e accrescendo le opportunità. Solidarietà liberamente interpretata e organizzata dai corpi intermedi, che sono espressione viva, diretta della comunità». Con queste chiare parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ancora una volta riaffermato come l’associazionismo libero e organizzato rappresenti un fondamento dell’Europa e del nostro Paese. Parole che ancora una volta trovano purtroppo sordità da parte delle nostre istituzioni europee e nazionali che, al contrario, proseguono nel solco di una miopia oramai diventata malattia cronica.
Acli, Ancescao, Arci, Auser e Mcl rinnovano l’appello per scongiurare la modifica del regime IVA per le associazioni di Terzo settore.
«È di ieri il comunicato del Forum del Terzo Settore Nazionale, in cui ci riconosciamo, che denuncia con grave preoccupazione che la proroga del cambio di regime iva, fissata al 1° luglio 2024, rischia di non essere approvata», si legge in una nota congiunta. «Sarebbe un grave dietrofront dopo la presentazione, nella legge di conversione del così detto milleproroghe, di questo emendamento da numerose forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione».
L’esigenza della proroga, sottolineano le associazione, è oggettiva: «scongiurare la modifica del regime iva, che riguarda migliaia di enti non profit, a metà dell’anno. Si tratta di una scelta chiara, salvare il tessuto delle piccole associazioni del nostro Paese che rappresentiamo che altrimenti rischierebbero di chiudere, soffocate nel caos dei regimi fiscali e degli obblighi burocratici».
La modifica del regime iva, aggiungono ancora, «andrebbe a produrre solo un grave aumento degli oneri burocratici per il Terzo settore, in assenza, peraltro, di un incremento delle entrate per lo Stato. Anzi, alcune attività potrebbero produrre riduzione per i conti pubblici per l’insorgere di maggiore iva credito. È irrinunciabile quindi trovare al più presto una soluzione che riporti gli enti di Terzo settore nel regime di esclusione. D’intesa e a sostegno del Forum del Terzo Settore metteremo in campo le iniziative che riterremo più opportune per scongiurare questa ipotesi».
Foto in apertura, kelly-sikkema by unsplash
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