Sostenibilità

L’appello di Greenpeace a 20 Paesi del Mediteranneo

A Monaco i rappresentanti dei 20 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo per l'adozione di un protocollo sull'inquinamento

di Redazione

Le delegazioni governative sono arrivate questa mattina a Monaco in occasione dell’apertura dei lavori della convenzione di Barcellona che riunisce i 20 paesi che si affacciano sul Mediterraneo. La riunione che si chiudera’ sabato prossimo vertera’ sull’adozione del protocollo focalizzato all’eliminazione dell’inquinamento del Mediterraneo da fonti terrestri. Il fallimento di queste misure si ripercuoterebbe molto negativamente non solo sull’ambiente del bacino ma anche sulla salute dei suoi abitanti. All’ingresso della riunione nove bambini, organizzati da Greenpeace, anno consegnato nelle mani dei deputati delle penne che riportavano la scritta: “Salva il Mediterraneo firma la Convenzione di Barcellona”. Dietro di loro un grande striscione di 75 metri dipinto da bambini di Italia, Spagna, Francia, Israele, Turchia, Libano e Malta. Insieme a loro tre rappresentanti di comunita’ mediterranee come testimoni diretti degli effetti della contaminazione industriale in Israele, Libano e Turchia. “Questa riunione decidera’ del diritto dei cittadini del Mediterraneo di vivere in un ambiente non contaminato. Molti governi della regione hanno fatto grandi dichiarazioni su questo fondamentale argomento senza che ad esse sia seguito alcun concreto passo per garantire la salvaguardia dei cittadini. Le parole da sole non bastano”, ha dichiarato Vittoria Polidori responsabile della Campagna inquinamento di Greenpeace. Greenpeace chiede alle delegazioni presenti di ratificare la convenzione di Barcellona e i relativi protocolli affinch? vengano recepiti anche all’interno delle legislazioni nazionali per arrivare ad una progressiva eliminazione dell’inquinamento dal Mediterraneo, uno dei mari piu’ in crisi al mondo da questo punto di vista. Jeries Dania, uno dei testimoni portati da Greenpeace, e’ un pescatore che lavora in uno dei fiumi piu’ inquinati di Israele, il Kishon. Ha dichiarato: “Sono stato un pescatore per 30 anni, ma non avrei mai immaginato di perdere i miei occhi, le mascelle superiori e altre parti del mio volto pescando nel Kishon. Molti altri dei miei colleghi pescatori hanno condiviso con me lo stesso destino. Il nostro cancro e’ causato da una miscela chimica scaricata nel Kishon, giorno dopo giorno dalle fabbriche che in tutti questi anni hanno accumulato miliardi e miliardi di dollari”. Le gravi preoccupazioni che riguardano gli impatti dell’inquinamento industriale sulla salute pubblica e sull’ambiente, hanno spinto Greenpeace a esortare i governi a stilare dei veri e propri inventari delle sostanze tossiche e informare i cittadini su quali veleni e in quali quantita’ vengono rilasciate nelle aree in cui vivono; questo potrebbe essere un primo passo verso la loro eliminazione. Durante l’incontro le delegazioni governative dovranno adottare il Documento Operativo per implementare il Piano Strategico d’Azione”. Il sito Web di Greenpeace sulla Convenzione: www.greenpeace.it/barcon


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA