Politica
L’appello di Ban Ki-Moon
Il 25 settembre è la data che segna la metà del cammino per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio. Oggi un summit alle Nazioni Unite fa il punto. E il segretario generale chiede più coraggio
Essere «coraggiosi e chiari» nell’impegno per realizzare gli Obiettivi di sviluppo del Millennio. A chiederlo ai leader mondiali è stato il segretario generale Ban Ki-Moon nel suo intervento di apertura della 63esima Assemblea Generale dell’Onu.
Il 25 settembre è la data che segna il giro di boa per gli Obiettivi di sviluppo del millennio, otto impegni che i governi di tutto il mondo hanno sottoscritto nel 2000 e si sono impegnati a realizzare entro il 2015 (tra cui dimezzare il numero delle persone che soffrono la fame, garantire l’istruzione primaria per tutti i bambini, ridurre da due terzi la mortalità infantile, provocare un’inversione di tendenza della diffusione dell’Aids).
Oggi in un summit mondiale al Palazzo delle Nazioni Unite di New York rappresentanti degli Stati Membri, esponenti della società civile e del settore privato di tutto il mondo, farà un bilancio del lavoro svolto a metà cammino, e identificheranno nuove iniziative per accelerare il processo di raggiungimento degli impegni assunti.
Già nel discorso di apertura dell’Assemblea generale Ban Ki-Moon ha spronato i governi a fare di più ravvisando «un pericolo nel fatto che le nazioni guardino più al proprio interno, piuttosto che ad un futuro condiviso» e ha sottolineato il «pericolo nel tornare indietro dal processo fin qui fatto, in particolare nel campo dello sviluppo e della equa condivisione dei frutti della crescita globale». Secondo Ban Ki-Moon, «le nazioni non possono più proteggere a lungo i propri interessi, o migliorare le condizioni dei loro popoli, senza l’aiuto delle altre».
In vista del Summit di oggi l’Onu ha pubblicato due importanti Rapporti sugli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio. ?Il primo, Millennium Development Goals Report 2008 evidenzia i progressi e i ritardi per il raggiungimento degli Obiettivi a metà strada del percorso fissato per il 2015.? Il secondo, Delivering on the Global Partnership for Achieving the Millennium Development Goals (Acquisire la partnership globale per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio), individua le varie carenze rispetto a quanto è stato fatto sinora.
Secondo il monitoraggio compiuto dall’Onu in molti Paesi ci sono stati miglioramenti nell’accesso all’istruzione primaria (secondo obiettivo), nella lotta all’Aids (sesto obiettivo), nella lotta alla mortalità infantile (quarto obiettivo) e nella parità fra maschi e femmine nell’accesso all’istruzione. Ma l’Onu lancia anche l’allarme sull’aumento dei prezzi dei generi alimentari e la speculazione, che rischiano di vanificare gli sforzi per combattere la povertà nel mondo.
«È necessario promuovere un’azione comune, in particolare per quanto riguarda l’Africa, per combattere la povertà e favorire lo sviluppo» ha affermato Ban Ki-Moon.
Gli obiettivi e l’Italia
In vista degli eventi che si terranno oggi e domani a New York sul ruolo degli Enti Locali e dei Governi nel raggiungimento degli Obiettivi del Millennio, le ong italiane impegnate nella campagna “Obiettivo Qualità” hanno consegnato nei giorni scorsi al Governo un documento nel quale indicano le priorità dell’Italia per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio.
«L’Italia rimane uno dei paesi donatori più in ritardo rispetto agli impegni presi con la firma della Dichiarazione del Millennio» affermano le ong. «I dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, confermano che nel 2007 l’Italia ha destinato solo lo 0,19% del PIL mentre dovrebbe essere già dal 2006 allo 0,33%. Lo scorso agosto, le Istituzioni italiane, votando il Decreto legge 112 del 25/6/2008, hanno sancito la volontà politica di non raggiungere questo obiettivo, in aperta contraddizione con gli impegni precedentemente presi e ribaditi in diverse sedi internazionali».
Anche le Ong della rete “Link 2007” hanno inviato al Governo un dettagliato documento da titolo «Siamo ancora in tempo? L’Italia e gli Obiettivi del Millennio» nel quale non solo evidenziano i numerosi ritardi dell’Italia nella cooperazione allo sviluppo e per la promozione degli Obiettivi del millennio, ma indicano anche dei percorsi praticabili per reperire le risorse necessarie. Due in particolare: la riduzione delle spese per armamenti e Difesa, «inserendo la componente militare italiana nel contesto di un’unica forza armata europea», e l’utilizzazione di risorse aggiuntive, come la Tobin Tax sulla tassazione delle rendite finanziarie e la tassazione di 2 euro per ogni biglietto aereo, «proposta anche dalla Commissione europea».
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