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L’appello della società civile: «Sull’azzardo dov’è finito il governo del cambiamento?»

Associazioni, movimenti, cittadini chiedono di sapere dove sono finite le promesse di Luigi Di Maio (M5S) che, solo un anno fa, firmava un contratto di governo con un impegno preciso: lotta dura all'azzardo. Un'interrogazione del senatore Edoardo Patriarca raccoglie il grido della società civile e rilancia la questione in sede istituzionale. Possibile che, in un anno, il Governo si sia già rimangiato tutte le promesse?

di Marco Dotti

Dovevano cambiare tutto. Non hanno cambiato niente. In tema di lotta dura all'azzardo di massa le premesse erano state scritte esattamente un anno fa, vergate nero su bianco nel famoso Contratto di Governo. Leggiamo testualmente a pagina 44 del Contatto di Governo. Leggiamolo, perché carta canta:

Con riguardo alla problematica del gioco d'azzardo sono necessarie una serie di misure per contrastare il fenomeno della dipendenza che crea forti danni sia socio sanitari che all’economia sana, reale e produttiva, tra le quali: divieto assoluto di pubblicità e sponsorizzazioni; trasparenza finanziaria per le società dell'azzardo; strategia d’uscita dal machine gambling (Slot machines, videolottery) e forti limitazioni alle forme di azzardo con puntate ripetute; obbligo all'utilizzo di una tessera personale per prevenire l'azzardo minorile; imposizione di limiti di spesa; tracciabilità dei flussi di denaro per contrastare l’evasione fiscale e le infiltrazioni mafiose. È necessaria una migliore regolamentazione del fenomeno, prevedendo il rilascio dell'autorizzazione all’installazione delle slot machine – VLT solo in luoghi ben definiti (no bar, distributori ecc), la limitazione negli orari di gioco e l'aumento della distanza minima dai luoghi sensibili (come scuole e centri di aggregazione giovanile).

Delle principali iniziative promesse (strategia d'uscita dal machine gambling; obbligo di tessera personale per le giocate; imposizione di limiti di spesa; tracciabilità dei flussi di denaro) solo il divieto di pubblicità è stato, apparentemente, realizzato. Apparentemente, perchè il Decreto Dignità, che al suo articolo 9 lo prevede, sta facendo acqua da tutte le parti su questo fronte, come più volte abbiamo denunciato sulle pagine di Vita. Non solo: la data limite del 14 luglio, prevista per la piena entrata in vigore del divieto si trasformerà in un boomerang. Ragione? Il Governo, soprattutto la parte pentastellata che nel frattempo ha ottenuto anche la delega ai giochi affidata al sottosegretario Villarosa (M5S) ha preferito disinteressarsi completamente delle linee guida sul divieto stabilite dall'Agcom. Linee guida che, come ha spiegato l'avvocato Attilio Simeone, sono tutto, fuorché a maglie strette.

Che fine ha fatto, dunque, il divieto assoluto di pubblicità (per non dire del resto) previsto dal Contratto di Governo? È finito in niente. Eppure, la promessa di vietare la pubblicità dell'azzardo era stato uno dei punti fermi del M5S e, in particolare, di Luigi Di Maio che davanti alla società civile si era impegnato formalmente (anche nelle sue visite alla Caritas di Roma) sul tema.

Su questo punto, nei giorni scorsi è stata presentata dal senatore Edoardo Patriarca, una "interrigazione a risposta" al ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio in cui, in particolare, si chiede di sapere (citiamo testualmente):

1) «a che punto siano i lavori sul riordino della normativa in materia di gioco d'azzardo, considerato che il "contratto di Governo", stipulato da Lega e Movimento 5 Stelle, prevedeva una serie di misure finalizzate a ridurre il fenomeno della ludopatia»;

2) «quali iniziative il Governo intenda intraprendere al fine di bloccare le spinte delle "lobbies" sui consigli regionali per adottare una proroga all'entrata in vigore del c.d. "distanziometro" dai "luoghi sensibili", sulla cui misura si è pronunciata anche la Corte costituzionale».

Questo secondo punto (cosa intende fare il Governo per impedire che le lobbies facciano saltare le legislazioni regionali virtuose) è particolarmente importante, perché proprio oggi La Stampa dà notizia della volontà del nuovo governatore del Piemonte di disinnescare la legge regionale più efficace nel contrasto all'azzardo.

Fosse successo ai tempi dei governi Renzi o Gentiloni, i parlamentari 5S avrebbero sollevato (giustamente) un polverone. Oggi, si pensa di nascondere la polvere sotto qualche tappeto?

«Il Governo – leggiamo nell'Interrograzione che vede primo firmatario il senatore Patriarca – dica con chiarezza da che parte sta. Dalla parte delle istanze della società civile in parte acquisite nel contratto di governo oppure continua l'atteggiamento ambiguo fonte evidente oggettiva di contraddizione tra il Movimento 5 stelle e la Lega».

Una domanda importante, che riguarda l'insieme della nostra società e non può essere derubricata in polemiche di parte. La società civile chiede risposte rapide, coerenti e, soprattutto, efficaci. Perché l'immobilismo aggiungerebbe il danno, alla beffa.

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