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assistenza Chi è e cosa fa il tutor delle professioni sanitarie
di Redazione
Chi svolge una professione sanitaria e ha una naturale predisposizione alla trasmissione dell’esperienza può diventare tutor nei corsi di laurea che preparano gli operatori delle professioni sanitarie.
La figura è prevista dagli ordinamenti dei corsi di laurea per le professioni sanitarie, che contano grandi numeri: i corsi di questo tipo attivati in Italia sono almeno 200; gli iscritti – anche se si tratta di corsi a numero programmato – sono sempre almeno un centinaio per corso e gli standard di qualità della formazione prevedono un tutor ogni 15 studenti.
La Fondazione don Gnocchi per l’anno accademico 2009-2010 avvierà un corso di perfezionamento per formare questi tutor. Giovanni Valle, coordinatore del corso di laurea in Educazione professionale della fondazione, spiega in cosa consiste il lavoro del tutor nelle professioni sanitarie. «Il suo compito è quello di accompagnare l’apprendimento dell’esperienza durante i tirocini. Il lavoro del tutor è uno snodo fondamentale nel momento formativo, rappresenta una cartina di tornasole per misurare l’efficacia del corso». «Il tutor è preposto a verificare la correlazione fra teoria e pratica e gli eventuali blocchi dell’apprendimento», continua, «ha un rapporto individuale con l’allievo attraverso colloqui individuali e un rapporto con l’intera classe di allievi dove si fanno lavori di gruppo per sollecitare il confronto dell’apprendimento. E poi il tutor si relaziona costantemente con i servizi in cui il tirocinio si svolge e li analizza per capire se il contesto sia adatto per gli obiettivi formativi e per quella determinata persona. Alla fine dello stage è il tutor che valuta se allievo ha superato le prove pratiche», conclude Giovanni Valle.
Chi può diventare tutor per le professioni sanitarie? «Chi ha già un?esperienza di lavoro», risponde. «Il tutor deve infatti conoscere molto bene la pratica del lavoro che andrà a fare l’allievo e mettersi però nei panni di questo e osservare e sentire dal suo punto di vista. Fondamentale essere dotati di capacità di ascolto e di dialogo e facilità ad entrare in sintonia con le persone».
Il tutor a volte è un professionista a tempo pieno, molto più spesso invece la mansione è ricoperta da chi lavora come operatore sanitario. In questo caso la funzione rientra nel contratto e nello stipendio per l’attività principale. Una cosa è certa: tutor non ci improvvisa. «L’attività di tirocinio nei corsi di laurea per le professioni sanitarie conta molte ore, tuttavia le persone preposte alla guida degli allievi non sono sempre all’altezza», avverte Giovanni Valle. «L’abilità di spostarsi da un attore all’altro va imparata. Così pure la capacità di fare e analizzare un progetto formativo». Per questa ragione, l’avvio alla Fondazione don Gnocchi di un corso di perfezionamento che si affiancherà ai master attivati dagli atenei di Genova e di Verona.
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