Non profit

Lampedusa, la frontiera dei diritti

La rivolta, le proteste, la pressione sul Governo: momenti decisivi per la sorte dei migranti

di Franco Bomprezzi

Fine settimana surreale a Lampedusa, con la protesta dei migranti, la protesta dei cittadini dell’isola, le dichiarazioni politiche a distanza. I giornali raccontano la rabbia e la realtà.

La rassegna stampa oggi propone anche: CHIESA E LEFEBVRIANI, NON PROFIT, STUPRI, SCUOLA, DISABILI, ELUANA, COMUNICAZIONE, OBAMA.

LA STAMPA pubblica in primo piano un reportage dall’infuocata Lampedusa, che riporta in presa diretta l’accaduto sulla piazza, con la folla che contesta la senatrice leghista (vicesindaco dell’isola fino all’altro ieri) Angela Maraventano al grido di “venduta, buffona”, lei che tenta di sovrapporsi agli insulti con il megafono, gli immigrati che escono dal centro di identificazione ed espulsione (una quindicina), mentre sale l’esasperazione fra gli altri 1300 ammassati all’interno della struttura, che ora è isolata da un posto di blocco. «E mentre l’Europa comincia a osservare con sempre maggiore imbarazzo quest’isoletta impazzita per fare il conto di quante leggi e trattati saranno violati, la partita si approssima alle mosse decisive che, se diamo retta alla senatrice Maraventano, potrebbero avvenire in una settimana, anzi in pochi giorni, anzi martedì» scrive l’inviato. Al reportage LA STAMPA affianca un focus sui giovani di “seconda generazione”, figli di immigrati e nati in Italia, «un esercito di 767 mila persone, fra gli 0 e i 18 anni» scrive il quotidiano di Torino. “Da clandestini a consumisti” è il titolo del pezzo che sottolinea come siano aziende e marketing a occuparsi di più di loro in quanto potenziali consumatori. Il 70% di questi giovani dichiara di consumare tutti i giorni prodotti alimentari italiani, mentre solo il 43% consuma le pietanze dei Paesi d’origine dei genitori. Il 76% veste regolarmente all’italiana, il 72% non legge mai libri scritti nella lingua madre della famiglia… e via di questo passo. «L’assimilazione, se c’è, passa dall’unica grande cultura contemporanea: il mercato» scrive l’articolista, che alla fine riporta l’intervento di Mohamed Tailmoun, portavoce della rete G2- Seconde generazioni, che dice che «la vera questione» in Italia «rimane quella dei diritti». «Senza cittadinanza, senza diritto di voto siamo come mutilati. Come possiamo partecipare al dibattito politico e culturale di questo Paese?”.

Nessun accenno al caso Lampedusa sulla prima pagina del CORRIERE DELLA SERA di oggi che invece apre con “Berlusconi: dialogo? Mi viene l’itterizia”. Alle pagine 4 e 5 i servizi su Lampedusa. Dopo la fuga di ieri sei clandestini sono stati arrestati. Il premier dichiara: «Stiamo lavorando, ma non esiste la bacchetta magica». Gli abitanti dell’isola però contestano duramente l’ex vicesindaco leghista Angela Maraventano, che durante il comizio («Gli immigrati devono restare nella loro terra. Che ce ne frega a noi di questi disgraziati? Noi dobbiamo lottare per noi. E vi posso assicurare che Berlusconi e Maroni sono nostri amici») scoppia in lacrime. Dura anche la polemica fra la parlamentare e il sindaco Dino De Rubeis, intervistato dal quotidiano milanese: «In un centro con 381 posti ampliati a 762 in agosto c’erano 1960 clandestini con docce piene di urine e melma, ammassati come oggi, una condizione per cui puzza anche la carne dei bianchi».

All’isola della discordia LA REPUBBLICA dedica due pagine, la 6 e la 7: “Rivolta contro la pasionaria della Lega e Lampedusa prepara lo sciopero generale”. La senatrice lascia la piazza scortata dalla polizia, accusata dalla gente e dal sindaco (che le ha tolto la delega di vice la settimana scorsa). La senatrice Angela Maraventano, raccontano i due inviati Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, è sotto accusa perché condivide le posizioni del ministro Maroni: ha dovuto lasciare la piazza e si riserva addirittura di denunciare il sindaco per “istigazione” alla rivolta dei clandestini. Nell’isola la situazione è incandescente. 1300 migranti. Dei quali una ventina è rimasta fuori dal centro (dopo la gita per bere una birra, come l’ha rubricata Berlusconi che ha aggiunto: «nessuno ha la bacchetta magica: stiamo lavorando con i paesi dell’Africa mediterranea per far sì che questo fenomeno possa diminuire»… In una breve il quotidiano diretto da Ezio Mauro riporta la posizione che il ministro Calderoli ha assunto intervistato da Lucia Annunziata: «Lampedusa può diventare un porto franco… Chiediamo scusa alla popolazione per i disagi ma stiamo agendo anche nel loro interesse per fermare i nuovi arrivi…». In appoggio Vincenzo Nigro (“Su Maroni il pressing del premier in Tunisia per accelerare i rimpatri”): il pattugliamento Italia Libia potrebbe iniziare presto così come dovrebbe avviarsi una rete di sorveglianza (anche elettronica) che l’Italia e la Ue vorrebbero istituire lungo le sue frontiere meridionali (prevedibile la domanda: con quali soldi?).

Significativo il titolo de IL GIORNALE: “A Lampedusa il problema non sono i clandestini ma la senatrice leghista”. Colta la sottile ironia? L’articolo infatti stigmatizza il comportamento dei cittadini dell’isola che se la sono presa con la Maraventano e non con gli immigrati evasi dal centro. Di spalla, una analisi di Marcello Foa che riferisce di essere stato in Benin e di aver trovato i giovani che vivono con il mito dell’Europa e sognano di andarci al più presto, con qualunque mezzo, ignorando le difficoltà sia del viaggio che della permanenza in paesi così diversi dal loro. Conclusione: spetta all’Occidente informare i paesi poveri su queste difficoltà per non alimentare false illusioni.

Sullo sfondo dell’appello del Papa per la tutela dei cristiani in Iraq, AVVENIRE di domenica dedica a Lampedusa il primo piano di pag. 4. Mentre Berlusconi assicura che è tutto sotto controllo e promette agli isolani ché presto buona parte degli immigrati sarà rimpatriata, grazie al «lavoro importantissimo» fatto direttamente col presidente tunisino Ben Alì, Laura Boldrini, portavoce in Italia dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati si mostra scettica: «È una situazione inusuale e inedita» che degli immigrati irregolari entrano ed escano dal Cpa. Più duro Dario Franceschini, vicesegretario del Pd: «È una vergogna. C’è una chiara violazione di legge… Per una scelta di furore ideologico da parte dell’attuale ministro degli Interni». Il prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento Libertà civili e Immigrazione del ministero dell’Interno, sospetta che qualcuno stia soffiando sul fuoco. Chi, non si sa, ma «faccio soltanto notare che gli uomini usciti dal centro sono tornati completamente ubriachi, nel giorno in cui tutti i negozi sono chiusi…». Sottolinea poi che qualcuno si è dissociato dalla protesta: 300 tunisini «ci hanno chiesto di essere registrati, con nomi e cognomi, come non partecipanti all’iniziativa», e immigrati appartenenti ad altre etnie, per esempio i cittadini del Bangladesh, «non voglio più dormire negli stessi locali dove alloggiano i tunisini».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

CHIESA E LEFEBVRIANI

CORRIERE DELLA SERA – Intervista al fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi dopo la riabilitazione del Papa nei confronti dei Lefebvriani. La posizione della storico è chiara fin dal titolo: “Riccardi: ricomposto uno scisma. Mossa giusita, no ai polveroni”. Sul rapporto con gli ebrei (uno dei vescovi riabilitati è un noto negazionista): «Premesso che il negazionismo è un’abiezione, un abisso di stupidità e settarismo…E premesso che un vescovo negazionista non me lo figuro…Faccio notare che se la ricomposizione dell’unità andasse avanti, probabilmente avrebbe un effetto positivo, proprio riguardo ai negazionisti…È evidente che il gesto del Papa non intende avallare né le posizioni di un vescovo né introdurre questi pensieri surrettiziamente nelle chiesa…Alla fine, però, credo che questo polverone ci abbia dato un occasione: rassicurare che queste opinioni, nella chiesa cattolica, non hanno corso».

LA REPUBBLICA – Due pagine anche alla riabilitazione del Papa nei confronti dei 4 vescovi lefebvriani: “Vaticano, la rabbia di Israele «Quel vescovo fomenta l’odio»”. Il riferimento è a Samuel Williamson che nega la Shoah. Nonostante le dichiarazioni di Monsignor Fellay («la nostra confraternita non nega l’Olocausto»), la polemica è molto forte. Vedi il Centro Wiesenthal: «La decisione del Papa di accogliere un simile fomentatore di odio nella Chiesa offre credito morale a chi nega uno dei peggiori crimini della storia». In appoggio due interviste. La prima di Marco Politi al cardinale Walter Kasper: “Da Williamson parole inaccettabili La Chiesa non c’entra” (secondo il quale la riabilitazione «è un gesto pensato per favorire la ricostituzione dell’unità della Chiesa… è solo un primo passo. Bisognerà vedere in che modo accettano il Concilio»). La seconda è di Andrea Tarquini a Efraim Zuroff, l’erede di Wiesenthal il cacciatore di nazisti: “E’ un grave insulto alla memoria della Shoah no al Papa in Israele” (un gesto che «riporta la Chiesa alle sue passate posizioni più primitive, xenofobe e antisemite, apporta un colpo terribile a decenni di sforzi»).


NON PROFIT

IL SOLE 24 ORE – Paginone dedicato al mancato “buco” nelle donazioni al non profit. Nonostante la crisi, infatti, lo scorso Natale ha visto le donazioni in sostanziale tenuta, mentre si temeva un crollo verticale. La differenza con gli altri anni è che l’importo si è ridotto, quindi la maggior parte dei donatori ha versato meno di 50 euro, ma non ha rinunciato alla solidarietà. I dati vengono da una indagine commissionata dal SOLE a Ipr Marketing, da cui emerge che il  46% degli italiani ha fatto almeno una donazione per Natale; di questi, solo il 12% ha donato più dell’anno scorso, il 57% uguale e il 22% meno. Di spalla un’intervista a diversi esponenti del non profit tra cui Olivero, istituto della donazione e Anima, per cui il futuro sarà nell’alleanza tra profit e non profit. In taglio basso, quattro focus su come sono andate le raccolte in altrettanti settori: ricerca scientifica, infanzia, paesi poveri, ambiente. Nell’ordine la classifica è questa: ricerca scientifica al primo posto (scelta dal 39% dei donatori), infanzia al secondo (soprattutto sostegno a distanza, 32%), paesi poveri al terzo (27%) e ambiente ultima scelta, molto staccata (4%).

AVVENIRE – Dedica tutta la pagina 10 all’invito che monsignor Mariano Crociati ha rivolto alle Acli in occasione del primo incontro del nuovo segretario generale della Cei con le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani: «In politica attendiamo nuovi cristiani». Questo il centro del messaggio: «Serve una preparazione adeguata ai leader dell’associazionismo, senza intimismi né moralismi. Così potranno dimostrare che la visione cristiana fa bene alla collettività». Affianca l’intervento di Crociati, un’intervista al portavoce del Forum del Terzo settore e presidente Acli, Andrea Olivero, sugli obiettivi del suo mandato: «Ridare soggettività politica al terzo settore e tornare a sedersi ai tavoli istituzionali».

 

STUPRI

LA REPUBBLICA – Apertura: “Stupri, scontro sulla sicurezza”, con ampio spazio (fra esternazioni del premier e il “Razzismo a Guidonia spedizioni punitive antistranieri”, come recita il richiamo in prima, seguito da due pagine che descrivono il Belpaese che fa raid antistranieri, mentre il giudice ha liberato l’aguzzino italiano di Capodanno e il premier “offende le donne” a detta del Pd. La sua frase è «irritante e insensibile» anche secondo Daniela Santanchè, intervistata da Goffredo De Marchis).

AVVENIRE – Di fronte alle ultime violenze di Brescia, Genova e Napoli, il governo intende potenziare il controllo del territorio impiegando oltre ai militari anche la Guardia di finanza, la Polizia penitenziaria e quella locale, fino al dispiegamento di 30mila soldati nelle città. Dure le repliche dell’opposzione secondo cui si tratta di semplice demagogia perché i fondi per un’operazione simile non ci sono.

 

SCUOLA

LA STAMPA – “Ecco il piano per la scuola senza carta”, un primo piano di oggi è dedicato alla “svolta digitale” annunciata dal ministro per l’Istruzione Mariastella Gelmini: un sms potrà avvertire i genitori in caso di “bigiata” del figlio. Anche le pagelle si consulteranno su internet. «Nessuna violazione della privacy degli studenti» dice il ministro, «i genitori hanno il diritto di essere informati». Due interviste sull’sms in caso di assenza: “contro” è Max Pezzali («Mi avrebbero scoperto subito ma è saltando qualche lezione che sono diventato cantante), “pro” è Mariagrazia Cucinotta («Questi sono tempi difficili. Mi tranquillizza poter sapere che mia figlia sia in classe»).

 

DISABILI

AVVENIRE – «L’Italia è l’unico paese al mondo ad avere una legge sull’integrazione scolastica». Lo ricorda Claudio Imprudente, scrittore e presidente del Centro documentazione handicap di Bologna in occasione di un convegno internazionale che si è tenuto a Nashville, Usa, dedicato al tema delle pari opportunità per persone disabili (Social justice in the 21th century). Fra i contenuti emersi nel convegno, l’importanza della terminologia e dell’informazione nell’aiutare a «diminuire i preconcetti e le paure nei confronti della diversità».

 

ELUANA

IL GIORNALE – Intervista a Eugenia Roccella sulla proposta di portare Eluana a morire nella casa di riposo la Quiete di Udine, che è finanziata dal comune e quindi aggira la circolare di Sacconi.  Secondo il sottosegretario, la casa di cura non è «attrezzata» ad accompagnare la donna alla morte, perché sarebbe in pratica poco più di un ospizio, mette  a disposizione le mura ma poi deve intervenire un’équipe medica volontaria esterna, quindi per la Roccella «è un ibrido». Per la Roccella, comunque, la ricostruzione della volontà di Eluana è solo presunta, la sentenza si basa su «indizi» e quindi è «rischiosa». E conclude auspicando che il Parlamento legiferi in fretta.

 

COMUNICAZIONE

AVVENIRE – Nelle diocesi italiane la festa di san Francesco di Sales è stata l’occasione per riflettere sul «mestiere» della comunicazione. Il giornale dedica al tema pag. 26 “Giornalisti, l’impegno dei «servire» la verità” e una pagina dell’inserto milanese: “Giornalismo, servizio alle persone”. Tettamanzi ha rivolto un appello a chi fa questo mestiere: «Abbiamo bisogno di testimoni», e ancora: «Non è in crisi quel giornalismo che attinge alla personale passione civica, sociale e cristiana». Alla domanda se nell’era di internet il giornalismo abbia ancora qualcosa da dire, hanno risposto in un dialogo a tre voci, oltre al cardinale, anche Ferruccio De Bortoli e Gianni Riotta.

 

OBAMA

AVVENIRE – La delusione e le critiche della chiesa americana nei confronti del neopresidente che ha scelto di sbloccare i fondi per le Ong abortiste guadagnano il primo piano a pag. 7: “«Obama ha fatto la scelta peggiore»”. Tra le forme di protesta, fa discutere il video a effetto diffuso su YouTube da un’associazione Cattolica, CatholicVote.org in cui appare un feto e la scritta: «Il futuro di questo bambino è una casa a pezzi. Sarà abbandonato da suo padre. La sua madre single avrà vita dura a crescerlo». Poi l’immagine lentamente scompare e lascia il posto a una foto di Obama in trionfo dopo le elezioni. Originale la tesi del prof. Steve W. Mosher, presidente del Population Research Institute, secondo cui la scelta del neo-inquilino della Casa Bianca è «un esempio dell’imperialismo americano. La maggior parte dei Paesi del mondo vieta l’aborto: così facendo, Obama viola anche i principi di tutte le religioni». Un affondo pesante viene anche da John McCain che dissemina l’ascia di guerra e critica la scelta del presidente democratico di nominare a candidato numero due del Pentagono un ex lobbista di un’industria delle armi, William Lynn, rappresentante della società Raytheon.

 


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