Migranti
Lampedusa, i tre fratellini morti nel naufragio sotto gli occhi di mamma e papà
Naufragio a largo di Lampedusa, fra morti e dispersi tre fratellini, uno è stato recuperato già privo di vita, l'altro è morto sulla nave che li ha soccorsi, il terzo risulta disperso in mare. Il dolore dei genitori al molo Favaloro
Le ultime vittime del Mediterraneo centrale sono tre fratelli sotto i cinque anni inghiottiti dal mare sotto gli occhi dei loro genitori. È l’ennesima tragedia avvenuta a 53 miglia a Sud di Lampedusa dove nella piccola sala mortuaria non refrigerata di Cala Pisana sono arrivati i corpi dei due fratellini di due e tre anni, l’altro dei fratelli risulta invece disperso.
Un racconto reso possibile attraverso la nota appena pubblicata dalla Ong Sea Punk che ieri si è ritrovata davanti «uno scenario straziante, con teste di persone a galla, braccia rivolte verso il cielo che gridavano aiuto».
A testimoniare l’ultima strage del Mediterraneo è Arturo Centore, comandante della Sea Punks I, nave ong che ha prestato il primo soccorso al barchino partito da Sfax, in Tunisia: «Le persone si allontanavano da entrambi i lati dell’imbarcazione, diverse sono annegate davanti ai nostri occhi. I passeggeri a bordo mostravano segni di ipotermia, mentre recuperavamo il corpo di un bambino cercando di rianimare quello del suo fratellino. I superstiti sono solo 16 mentre i corpi dei due bimbi sono rimasti a bordo della Sea Punk fino all’arrivo di una motovedetta della Guardia Costiera italiana».
Erano circa le 15,30 quando la motovedetta italiana è entrata al molo Favaloro di Lampedusa: «I corpi dei due fratellini sono stati disposti in due bare bianche, una donna urlava di dolore, era la madre. Le persone erano distrutte, non abbiamo voluto fare molte domande, mentre abbiamo notato che le autorità presenti chiedevano ignorando lo stato di shock che queste persone stanno vivendo», dice a Vita Francesca Saccomandi, operatrice di Mediterranean Hope della federazione chiese evangeliche presente al molo.
«Abbiamo il cuore colmo di tristezza per i due bambini strappati dal mare alla loro famiglia e, più in generale, alla vita. I nostri operatori e volontari presenti all’hotspot di Lampedusa, l’equipe multidisciplinare della Cri, si stringeranno attorno alla mamma e al papà dei due bimbi per supportarli in questo difficile momento. Troppo spesso il viaggio delle persone migranti che fuggono dai loro paesi d’origine per arrivare in Italia si interrompe tra le onde, troppo spesso le loro speranze, i sogni di una vita migliore, lontana da violenze e odio, il desiderio di costruire un domani felice con i propri cari, si perdono proprio in quello stesso viaggio, lasciandosi dietro solo vuoto e dolore». Così Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana, a seguito dell’arrivo a Lampedusa delle due salme.
«La coppia di genitori che ha perso i tre figli è stata accompagnata questa mattina dall’equipe della Croce Rossa a dare l’ultimo saluto davanti ai corpi dei loro bambini. Gli altri superstiti sono stanchi e spossati e sono seguiti dall’equipe multidisciplinare della Croce Rossa presente in hotspot dove all’interno si trovano complessivamente 548 persone», aggiunge Nicolò Ricca, medico della Croce Rossa e direttore sanitario dell’hotspot di Lampedusa.
Oggi ci sono stati nove sbarchi, in serata è previsto un trasferimento di circa 200 persone. Negli ultimi tre giorni si stima che siano arrivate sull’isola almeno 1000 persone con una media di 9, 10 sbarchi al giorno.
Foto Seapunks – I drammatici momenti delle operazioni di soccorso della Ong Sea Punks. Foto Croce Rossa Italiana: alcuni dei 15 superstiti all’interno dell’hotspot di Contrada Imbriacola
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