Cultura
L’amore non fa domande
Letture d'estate - Lorenzo Licalzi: Mister Vaffanculo è un malinconico
Chi leggendo Il privilegio di essere un guru, precedente libro di Licalzi, ha riso dalla prima all?ultima pagina senza soluzione di continuità, ravvisando nel suo talento narrativo lo stesso stile irresistibilmente ironico di un Giovannino Guareschi o d?un Achille Campanile d?annata, stenterà a credere che dalla penna del medesimo autore sia potuto scaturire un romanzo come Che cosa ti aspetti da me?. Qui a farla da padrona è la malinconia che attanaglia il protagonista, un tempo brillante fisico nucleare, persino a rischio Nobel, e ora costretto a vivere in un ospizio dopo aver perso la moglie Karen. Burbero, irascibile, Mister Vaffanculo per gli infermieri che di solito vi vengono spediti, Tomaso Perez (questo il nome del protagonista, preso in prestito direttamente dallo Straniero di Camus) grazie ad Elena, anche lei ospite nella casa di riposo, riscopre non solo, diciamolo pure, l?amore con la A maiuscola, ma soprattutto il piacere della progettualità, ad esso d?altronde sempre legato. «Io credo che la grandezza degli uomini», afferma a un certo punto, «si misuri con la grandezza dei loro sogni e con la loro capacità di realizzarli, ma ci sono sogni così grandi che fanno grande un uomo solo per essere riuscito a pensarli e per aver provato a realizzarli». Non manca il finale a sorpresa, né il retrogusto amaro.
Francesco Maggio
Lorenzo Licalzi
Che cosa ti aspetti da me?
Rizzoli, pp. 195, euro 14,50
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