Mondo

L’America ti chiama

La rivoluzione del Serve America Act, approvato il 21 aprile

di Carlotta Jesi

Un grande investimento economico. Un servizio civile per tutte le età. Obama ha mobilitato la società civile con
la nuova legge. Ma l’ha anche irreggimentata Fai volontariato, è un ordine! Di Barack Obama. Non l’attivista, non l’aspirante senatore senza staff, non il candidato alla nomination democratica. Di Obama il presidente. Un ordine scritto a chiare lettere nel Serve America Act – Servi l’America, in italiano, imperativo presente, seconda persona singolare – che il primo cittadino degli Stati Uniti ha firmato il 21 aprile, quasi a compimento dei suoi primi 100 giorni di governo, mantenendo le promesse fatte al terzo settore in campagna elettorale. Con un grande investimento economico – stimato in 6 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni – ma anche regolando, irreggimentando e misurando l’impegno sociale dei cittadini come nessun altro Paese al mondo aveva mai osato fare.
Servizio civile di Stato e obbligatorio? Remunerato, sicuramente. Obama ha creato un programma di volontariato ad hoc praticamente per ogni fascia di età della popolazione stanziando, solo per gli over 55, 12 milioni di dollari all’anno in compensi per gli anziani volontari; in alternativa borse di studio di mille dollari per 350 ore di servizio sociale l’anno trasferibili ai nipoti e gestiti direttamente dalle non profit. Aumenti anche per “l’education award” destinato agli AmeriCorps (da 4.725 a 5.350 dollari), il corpo di servizio civile che la nuova legge promette di triplicare dai 75mila all’anno di oggi ai 250mila del 2017.
Un super contingente che, fino ad oggi, faceva ciò che proponevano le ong e le associazioni. Dal 21 aprile, no. La Casa Bianca ha deciso che dovranno concentrarsi su quattro aree: energia pulita, educazione, educazione sanitaria, assistenza ai veterani e alle loro famiglie.
L’impatto di questi nuovi programmi e dei contingenti di volontari? Oggi è impossibile dirlo, ma tra 12 mesi l’amministrazione Obama lo comunicherà al Paese. Ha, infatti, incaricato la Corporation for National and Community Service, che coordina gran parte dei programmi di volontariato nazionale citati nel Serve America Act, di misurare la partecipazione civica del Paese – dalle ore di volontariato alle donazioni – attraverso specifici “indicatori di salute civica”. A garantire la perfetta efficienza del tutto, come direttore generale della Corporation for National and Community Service, ci sarà Maria Eitel, fino a ieri presidente della Fondazione Nike e vicepresidente di Nike di cui ha creato la sezione Csr. Una nomina ben vista dal terzo settore a stelle e strisce, come pure quella di Sonal Shah, di Google.org, incaricata di guidare il neonato Ufficio per la l’innovazione sociale della Casa Bianca, che però sono un altro chiaro segnale lanciato da Obama tramite la nuova legge sul volontariato: l’impatto sociale non è un’esclusiva dei piccoli enti del terzo settore.


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