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L’America taglia la sua “social card”

Dopo un lungo e infuocato dibattito, con un raro voto bipartisan il Senato degli Stati Uniti taglia i buoni pasto che consentivano a 850mila famiglie di acquistare generi alimentari. Così il governo risparmia 8,7 miliardi di dollari, ma ne investe altri 7 per sostenere l'agricoltura USA. E Obama approva

di Gabriella Meroni

“Hanno vinto gli agricoltori, hanno perso i poveri”, ha sentenziato il New York Times. E forse è la sintesi migliore di quanto è accaduto ieri al Senato degli Stati Uniti, dove è passato con un singolare voto bipartisan (22 Repubblicani hanno votato a favore) il Farm Bill, un mega-decreto da 1000 pagine che mira a proteggere l’agricoltura USA e taglia i sussidi alimentari destinati ai poveri.

Proprio così: con una mano il governo vuole spingere l’agricoltura (introducendo un sistema di assicurazioni per gli agricoltori, che risulteranno così protetti da una serie di calamità tra cui le brusche frenate dei prezzi) e dall’altra cancella i food stamps (buoni per l’acquisto di generi alimentari) a 850mila famiglie, ovvero 1,7 milioni di persone in 15 Stati. Obiettivo: risparmiare 8,7 miliardi di dollari. Certo, è andata meglio del previsto, dato che il Congresso aveva votato un taglio molto maggiore: 39 miliardi di dollari in meno al programma alimentare per i poveri, 4 milioni di persone senza sussidi. Un’ipotesi drastica a cui lo stesso Obama si era opposto, minacciando il veto e premendo per il compromesso attuale.

E in attesa della firma definitiva del presidente, che secondo alcuni potrebbe arrivare già oggi, c’è chi calcola l’impatto del provvedimento: sebbene a perdere i 90 dollari mensili dovrebbero essere solo il 4% degli aventi diritto, pare che la situazione più difficile si vivrà a New York, dove dovrebbero essere cancellati un terzo dei food stamps; secondo il New York Times, che teme un “impatto devastante” della legge soprattutto per le famiglie povere con bambini e anziani, la legge è stata un regalo non necessario ai grandi latifondisti, a favore dei quali il governo investirà 7 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. 

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