Famiglia

L’America chiede le dimissioni di Rumsfeld

Denunce da MoveOn, Amnesty e Croce Rossa. E l'America ormai è decisa: "È ora che il Presidente Bush mandi via Donald Rumsfeld". Scarica il rapporto di Croce Rossa internazionale

di Redazione

MoveOn, punto di riferimento per l’opinione pubblica, ha avviato online la campagna popolare per chiedere le dimissioni di Donald Rumsfeld, Segretario alla Difesa. Messaggio semplice e puntuale: “È ora che il Presidente Bush mandi via Donald Rumsfeld dal posto di Segretario della Difesa. Ora i segnali sono ovunque.” (http://www.moveon.org/news/fire-rumsfeld.html). Non è però l’unica organizzazione a puntare il dito sulla Casa Bianca e i suoi inquilini. Amnesty International il 7 maggio scorso aveva denunciato come da 2 anni informi puntualmente la Casa Bianca su quanto avviene in Iraq: denunce di brutalità e crudeltà perpetrate dalle forze Usa ai danni di prigionieri iracheni. E ieri, la stessa organizzazione per i diritti umani è ritoranta a criticare l’operato della coalizione presente in Iraq, questa volta puntando il dito sull’Inghilterra. Amnesty International ha infatti reso noto di avere informato più volte anche in questo caso – nel maggio 2003 e di nuovo in giugno, luglio, ottobre dello stesso anno – il ministero degli Esteri e quello della Difesa britannici sugli abusi nelle carceri irachene. Non bastasse, oggi Il ‘Wall Street Journal’ ha pubblicato sul suo sito online il rapporto della Croce Rossa Internazionale che gia’ nel 2003 aveva puntato i riflettori sulle torture a Abu Ghraib. Il rapporto (scarica il rapporto in inglese o in italiano), datato febbraio, afferma che la Croce Rossa denuncio’ lo scorso ottobre lo stile degli interrogatori nella prigione di Abu Ghraib, oltre tre mesi prima che il soldato Joseph Darby si facesse avanti il 13 gennaio con i superiori facendo scattare l’inchiesta delle forze armate. Il Pentagono ha finora sostenuto che la denuncia di Darby fu per i comandi il primo vero segnale degli abusi a Abu Ghraib. Il rapporto della Croce Rossa contraddice questa versione. Non e’ chiaro a quale livello di gerarchie militari arrivo’ la denuncia di ottobre. Il rapporto della Croce Rossa include varie denunce la prima della quale risale al marzo 2003 e un’altra, presentata al Comando Centrale, all’estate dello steso anni. Il rapporto rivela anche che alcune denunce provocarono una reazione da parte dei comandi, ma con il passare dei mesi le resistenze dei vertici militari aumentarono, soprattutto quando al centro delle proteste dell’organizzazione erano i prigionieri nelle mani dell’intelligence militare. E ora? Dopo dinieghi e silenzi su precedenti casi analoghi, il Dipartimento della Difesa ora è quindi completamente nudo. Ha dovuto ammettere, ad esempio, che finora 25 prigionieri custoditi da militari USA sono morti in Iraq e Afganistan. E ancora si attendono i risultati dell’inchiesta aperta dal Pentagono sulla morte, nel dicembre 2002, di due prigionieri afgani definita ‘omicidio’ dagli stessi medici locali, inchiesta avviata soltanto dopo che la vicenda era finita sulle pagine del New York Times. Ma a rincarare la dose è il Washington Post, che sbatte in prima pagina il Segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, chiedendone seccamente le dimissioni in un editoriale dal titolo “Mr. Rumsfeld’s Responsibility“. Mentre l’intero affaire fa da filo conduttore alla programmazione quotidiana della National Public Radio, inclusa intervista con il giornalista del Washington Post: “Qualcuno deve pagare per quest’orrifica situazione… Donald Rumsfeld è il responsabile principale, appena al di sotto del Presidente, e ha fatto un pessimo lavoro.”


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