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L’ambulatorio veterinario (e sociale) che combatte la solitudine

Lega Anti Vivisezione - Lav ha inaugurato, in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio, un centro di cura per cani e gatti che vivono in famiglie con fragilità sociali

di Alessio Nisi

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Quando racconta della sua vita prima di incontrare Chicca, usa due parole pesanti: triste e isolata. Chicca è il dono che ha ricevuto dalla sua famiglia e che è riuscita ad avere in adozione. Una compagna di vita, che è con lei a fare la spesa, a passeggiare. «Per me è vitale, è una ragione di vita. Certo, ho figli e nipoti, ma ognuno ha la propria attività, ci sono le distanze e non c’è mai tempo», dice tutto di un fiato Anna. Insieme a Chicca vvanno anche a messa.

«Con Chicca non abbiamo bisogno neanche di parlare». Una ragione di vita che, quando ha avuto un problema di salute, è stata curata dai volontari della Lega Anti Vivisezione – Lav. C’erano anche Anna e Chicca in viale Regina Margherita, nella sede della Lav, per il taglio del nastro del primo il primo ambulatorio sociale veterinario della Capitale.

Interessarsi alle fragilità e portare avanti un’idea di salute completa per tutti, che non lasci indietro nessuno, è una grande visione e una grande strada che possiamo percorrere insieme a Lav


Massimiliano Umani – Comunità di Sant’Egidio

Anziani che rifiutano di curarsi

Un centro di cura per cani e gatti (operativo già da un mese) che vivono in famiglie con fragilità sociali, non sempre in grado di rispondere a tutti i bisogni dei propri animali. Famiglie coinvolte, per questo motivo, in un programma di sostegno, che Lav e la Comunità di Sant’Egidio portano avanti da quasi tre anni. E sono tanti gli anziani che rifiutano di curarsi per non lasciare il proprio amico a quattro zampe.

Un esempio di come si può stare vicini alle persone

«Terzo settore, quindi Lav e Comunità di Sant’Egidio, danno un esempio di come si può stare vicini alle persone», ha detto il viceministro delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, «la relazione con gli animali di affezione», ha spiegato, «è una fonte di grande aiuto, soprattutto per le persone più sole, più fragile». È una relazione, aggiunge, «che migliora la qualità di vita degli umani». Ha ricordato poi il sostegno nel decreto attuativo «di chi adotta un cane o un gatto che si trova in un canile o in un’oasi felina».

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Anna e Chicca, la meticcia che le fa compagnia

Che cos’è un ambulatorio veterinario sociale

L’ambulatorio offrirà visite, interventi e cure gratuite per cani e gatti che vivono con famiglie in condizioni di fragilità sociale, spiega Alessandra Ferrari, responsabile dell’area animali familiari Lav. Nel caso specifico, parliamo di famiglie, «che sono già supportate dalla Comunità di Sant’Egidio».

Questa struttura nasce come modello che incarna la richiesta alle istituzioni: prevedere dei servizi di questo tipo per famiglie in condizioni di fragilità

Alessandra Ferrari – responsabile dell’area animali familiari Lav

Per non lasciare soli gli anziani soli

Di fatto, questa struttura si pone come «un punto di approdo concreto per non lasciare soli gli anziani soli e le famiglie che condividono la propria vita con un cane o un gatto».

E poi: «Rispondere alle necessità delle persone che vivono con fragilità sociali, grazie alle donazioni dei nostri soci, è motivo di orgoglio per Lav, perché possiamo intervenire in una doppia veste: curando gli animali e prevenendo separazioni dei nuclei familiari, abbandoni o l’incuria e maltrattamenti» aggiunge Ferrari, «spesso per queste persone i loro animali sono l’unica famiglia e l’unico conforto rimasti: Lav interviene a sostegno delle famiglie per tenerle unite e tutelare i legami d’affetto, senza lasciare nessuno indietro. 

Anche dalla periferia. Un presidio veterinario nato non solo per i cittadini del quartiere. «Abbiamo già ospitato pazienti che arrivano dalla periferia. Alcuni riescono a venire in autonomia. Quando non è possibile ci facciamo carico di accompagnarli con la nostra ambulanza veterinaria».

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La sede della Lav dove è stato inaugurato l’ambulatorio veterinario sociale

Esigenza sociale

«Prendersi cura di un animale richiede molte risorse», ricorda Gianluca Felicetti, presidente Lav, «non solo economiche. Spesso le persone con difficoltà non possono più far fronte a tutto ciò di cui i loro cani e gatti necessitano, arrivando persino a rinunciare ad essere curati pur di non lasciare soli i loro quattro zampe».

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Gianluca Felicetti, Presidente Lav, e il Viceministro delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci

Sollecitare le amministrazioni pubbliche

Obiettivo dell’iniziativa «è anche sollecitare così le amministrazioni pubbliche a fare la nostra stessa cosa, per rispondere efficacemente a questa esigenza sociale e rafforzare gli esempi positivi che fra gli altri la regione Piemonte e i comuni di Milano e Modena hanno iniziato a realizzare, così come a rendere più importante il primo piccolissimo fondo previsto dalla scorsa Legge di bilancio», a proposito del quale «attendiamo il decreto attuativo dal ministero della Salute per la spendibilità di questa cifra. E magari speriamo che con questa Legge di bilancio il fondo sia reso più importante».

Felicetti ha ricordato come l’iniziativa è nata da un’esigenza segnalata dagli «assistenti sociali che lavoravano con la Comunità di Sant’Egidio».

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Alessandra Ferrari, responsabile dell’area animali familiari Lav

Il nodo dell’Iva

Nel corso dell’inaugurazione, il presidente Lav ha anche aggiunto: «Vorremmo che prima o poi l’Iva veterinaria, sui cibi per cani e gatti adottati dai canili non fosse più equiparata a quella attuale», concretizzando il fatto che «cani e gatti fanno parte della famiglia».

In apertura foto di ufficio stampa Lav. Nel testo foto di Alessio Nisi

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