Avviare un processo di cambiamento che conduca a modelli alimentari a basso impatto ambientale, che contribuiscano alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi, alla sicurezza alimentare e nutrizionale, al rispetto della cultura e delle tradizioni e al conseguimento di una maggiore equità nella gestione globale del cibo.
Questo l’obiettivo della nuova piattaforma web dedicata alle tante relazioni tra cibo e ambiente, lanciata dal WWF in occasione della Giornata mondiale della Terra (22 aprile) iniziativa WWF di avvicinamento a Rio+20 che, nel prossimo giugno, sarà dedicata al tema “Food, water, energy for all. For ever”. One Planet Food, questo il nome della piattaforma (http:// alimentazione. wwf.it) intende aiutare cittadini, imprese e istituzioni a migliorare il rapporto del cibo con il pianeta.
Dal cambiamento climatico all’agricoltura, dalla salute umana ai consigli per menù green a basso contenuto di acqua e CO2 alla spesa con prodotti di stagione e a chilometri zero per attrezzarsi contro il recente caro-carburante e favorire l’economia locale.
Il peso dell’agricoltura
«Le priorità di intervento del WWF riguardano la riduzione dell’insostenibilità delle filiere alimentari, non solo per la tutela della nostra salute, ma anche per ridurre gli impatti sugli ecosistemi, gestire correttamente le risorse naturali rinnovabili, preservare specie animali e vegetali, sia domestiche sia selvatiche», spiega Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia.
L’agricoltura è il settore fondamentale per poter incidere sull’impatto ambientale della nostra alimentazione, indirizzando le proprie scelte alimentari verso cibi prodotti con tecniche rispettose della biodiversità, che usino le risorse naturali (acqua in primis) in modo responsabile, attenti ai cambiamenti climatici e favorendo i cultivar antichi, cioè le forme delle specie di piante alimentari in via di estinzione.
Il 12% della popolazione mondiale vive quasi esclusivamente dei prodotti provenienti dai ruminanti, tanto che il 26% della superficie terrestre è occupata dai pascoli e il 33% della produzione agricola è utilizzato per la produzione di mangimi. 13 milioni di ettari di foresta sono stati convertiti ogni anno nell’ultimo decennio ad altri usi o perduti. Il settore zootecnico è il più grande utilizzatore di suolo del mondo (ogni italiano mangia in media 90 Kg di carne l’anno, di cui circa un quarto è carne bovina).
Cibo e clima
Ma l’alimentazione è anche la via principale di esposizione a sostanze chimiche potenzialmente tossiche; sono 100mila i composti chimici immessi nell’ambiente, negli ultimi 50 anni, dalla specie umana, tra cui sostanze con capacità di interferire con il sistema endocrino presenti anche nei cibi e negli imballaggi.
La produzione alimentare ha anche un forte impatto sul clima. Per ogni chilo di cibo si emettono in media 4,5 chilogrammi di CO2, mentre un terzo delle emissioni globali di gas serra sono attribuibili al settore agroalimentare. Inoltre, il 18% di tutte le emissioni di gas serra provengono dalla zootecnia.
Nel 2010, ricorda il WWF, sul pianeta c’erano 26,7 miliardi di animali da allevamento di cui 1,4 miliardi di bovini: una mucca può produrre dai 100 ai 500 litri di metano al giorno.
Gli effetti degli sprechi
Un terzo del cibo prodotto per il consumo umano viene perduto o sprecato, 20 milioni le tonnellate di cibo buttate ogni anno solo in Italia. E pensare che per produrre 1 kg di carne di manzo occorrono circa 15.500 litri d’acqua. Un ambito dove si deve intervenire al più presto è proprio quello del consumo idrico. Gli alimenti sono iper-imballati: ogni anno in Italia ciascuno di noi getta tra i rifiuti in media 200 kg di imballaggi, mentre il 98% della produzione agricola fresca italiana percorre oltre 50 km dal luogo di produzione fino alle nostre tavole. Insomma, gli ambiti dove intervenire sono tantissimi, e la guida on line lanciata dal WWF intende promuovere una consapevolezza maggiore in questa direzione.
Le buone pratiche
La convivenza tra cibo e sostenibilità è possibile, come dimostrato dal WWF con il progetto di conservazione “Terre dell’Oasi”, promosso in collaborazione con LegaCoop, esempio di un’economia in grado di coniugare agricoltura e tutela della natura creando occupazione locale e recuperando prodotti tipici del posto.
Nel settore delle imprese, va segnalato l’impegno di Mutti, azienda leader nella produzione di prodotti a base di pomodoro, che si è posta l’obiettivo di ridurre entro il 2015 del 19% le proprie emissioni inquinanti e del 3% la propria impronta idrica.
Al tema alimentazione è legato anche il materiale didattico per le scuole (primarie e secondarie di primo grado) rivolto alle classi WWF Panda Club, dedicato per quest’anno scolastico al tema “Nei limiti di un solo Pianeta, Educazione alla sostenibilità a tavola” realizzato con il contributo di Electrolux.
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