Non profit
L’ambiente non è in vendita, parola di Legambiente
Il 14 dicembre Legambiente lancia una giornata di mobilitazione nazionale contro la vendita del patrimonio pubblico voluta dal ministro Tremonti
In vendita ci sono isole della laguna di Venezia, un’intera città preromanica (Alba Fucens, in Abruzzo), un palazzo di Arezzo sede della sovrintendenza dei beni culturali. Sono solo alcuni dei patrimoni storici che il governo sta mettendo all’asta dopo la legge approvata a giugno istitutiva della “Patrimonio Spa” e della “Infrastrutture Spa”. Con la vendita del patrimonio pubblico si dovrebbe finanziare la realizzazione di grandi opere, secondo la struttura ideata dal ministro Tremonti.
Il 14 dicembre Legambiente lancia una giornata di mobilitazione nazionale contro la vendita del patrimonio pubblico.
“Di recente sulla gazzetta ufficiale è uscita una lista di patrimoni pubblici che potrebbero essere messi all’asta” spiegano i coordinatori della campagna “contrassegnati con i codici catastali. E legambiente si è mobilitata per verificare a quali opere corrispondano”.
Dietro lo slogan “L’Italia non è in vendita”, Legambiente ha deciso di mobilitare i propri circoli e i numerosi sostenitori in giro per il paese chiedendo di individuare, regione per regione, un luogo simbolico dove organizzare un sit-in o un’iniziativa di protesta contro questa normativa. Gli abruzzesi si sono dati appuntamento ad Alba Fucens, il sito archeologico già inserito e “prezzato” (40.000 euro), in Sardegna l’obiettivo della manifestazione saranno i due promontori più significativi dell’isola, quello a nord, Capo Caccia, e quello a sud, Capo Teulada, che verrebbe finalmente liberato dai militari per essere magari venduto ai privati. Contro la vendita del proprio patrimonio anche i veneti che si sono dati appuntamento all’isola di Sant’Andrea, un simbolo della laguna di Venezia che ospita un antichissimo forte militare a rischio alienazione.
“Legambiente ha registrato un crescendo di indignazione di fronte all’ipotesi che tanta parte dei beni del nostro patrimonio pubblico vengano venduti ai privati per pagare le opere del ministro Lunardi” dice il comunicato dell’associazione ambientalista. “È assurdo vendere i beni di famiglia ed è ancora più assurdo farlo per pagare opere inutili come il Ponte sullo Stretto o la Livorno-Civitavecchia. Per questo Legambiente ha deciso di lanciare una iniziativa di mobilitazione che dia voce all’indignazione di tanti cittadini italiani (…). Del resto se l’identità di un popolo cresce e viene alimentata dal patrimonio pubblico, venderlo equivale a vendere non solo un pezzo di paese, ma anche un po’ della propria identità, del proprio senso di comunità”. L’invito di Legambiente è esteso a tutti coloro che intendono protestare contro l’iniziativa di alienazione del patrimonio pubblico insieme alla proposta di adesione di altre associazioni, comitati o semplici cittadini.
Per comunicare le adesioni all’iniziativa di Legambiente è possibile contattare lo 0686268413 o inviare una mail a legambiente.camp@tiscali.it.
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