Sostenibilità

L’ambientalismo dopo il crollo dei Verdi

Nell'immininenza della liquidazione del Sole che ride, alcune associazioni si mobilitano per parlare di futuro. L'Ecoistituto del Veneto, Valpiana, Tamino e altri si riunisco a Bologna il 3 giugno

di Giampaolo Cerri

Che ne sarà dei Verdi? Che fine farà il Sole che ride? Dopo il disastro del 13 maggio e l’annunciato scioglimento della formazione politica ambientalista, le associazioni cominciano ad interrogarsi e a mobilitarsi. Alcune come l’Ecoistituto del Veneto “Alexander Langer” e protagonisti dell’ecopacifismo come Mao Valpiana e Gianni Tamino, insieme ad altre compagini di base, si ritrovano domenica 3 giugno a Bologna (dalle ore 10 alle 17, presso la Sala Verde Stazione F.S, Club Eurostar), per parlare di futuro. Ecco di seguito, il comunicato diffuso. Un’analisi polemica del passato, un messaggio di speranza per il domani dell’ambientalismo italiano. “Il 13 maggio 2001: gli elettori hanno sciolto Il Girasole e il Sole che rideva. Da un pezzo non c’era più anima, non c’erano progetti, né iniziative reali costruite da persone reali. Da un pezzo il mondo ambientalista e nonviolento assisteva sbigottito e impotente alla progressiva putrefazione della rappresentanza politica “verde”. Tutto è iniziato quando gli “eletti” hanno voluto trasformare il movimento in partito. La Federazione dei Verdi, nata negli anni ’80 come rete di associazioni locali, si è ridotta sempre più ad una ristretta cerchia di “onorevoli” tuttologi, che dovevano “portare la voce del movimento” e invece hanno portato se stessi nelle stanze ovattate della politica, a partire dai Rutelli, passando per i Ripa di Meana, i Manconi-Corleone e approdando infine ai Pecoraro-Francescato che hanno completato l’opera di omologazione dei Verdi ufficiali ad uno dei tanti partitini che recitano sul palcoscenico romano di destra, di centro e di sinistra. Per fortuna negli ultimi dieci anni gli ideali e le battaglie ambientaliste, per le energie rinnovabili, una mobilità più leggera, la prevenzione dei rifiuti, l’uscita dal consumismo, i diritti dei più deboli e degli altri animali, le alternative alla guerra e agli eserciti, la difesa della bio-diversità, delle culture locali, della fertilità della terra e dell’integrità dei cibi, le iniziative per la crescita di una cultura ecologista dentro e fuori la scuola, per la soluzione nonviolenta dei conflitti, per l’obiezione di coscienza ed il servizio civile, per la prevenzione dalle malattie degenerative, per un’economia ed una tecnologia più sostenibile e rispettosa degli equilibri di Gaia, delle popolazioni più povere e delle generazioni che ci seguiranno, che non possono vivere in un mondo in preda ai veleni chimici e alle radiazioni nucleari ed elettro-magnetiche, sono stati portati avanti dai comitati di base, dalle associazioni locali, dai/dalle singoli/e insegnanti , dagli ecologisti e dai nonviolenti, dai singoli tecnici, agricoltori o anche amministratori locali. Oggi noi amici della bicicletta, nonviolenti, obiettori di coscienza, consumatori critici, biologici, equo-solidali, allergici all’invasione della plastica e dei campi elettromagnetici, studenti e insegnanti anti-autoritari, animalisti, noi donne e uomini di buona volontà, non possiamo rimanere impassibili di fronte alla stagione di Bush con il rilancio del nucleare, delle spese militari e della cieca crescita economica, così come sappiamo che non saranno le amenità di Bossi o i partiti dei Bersani, dei Mastella, o degli Intini a far risparmiare all’Italia la nuova ondata di cemento e asfalto promessa da Berlusconi: dal ponte di Messina alla variante di valico, dal Mose che strozza Venezia alla nuova enorme ed inutile galleria del Brennero, dal condono edilizio agli inceneritori di rifiuti, fino alle ennesime autostrade pedemontane, tirreniche, romee-adriatiche, basse-padane e chi più ne progetta più ne metta. Le due gambe sulle quali cammina il nostro movimento sono quelle dell’ecologia e della nonviolenza; siamo consapevoli che si tratta di un movimento carsico, che appare e scompare, ma c’è sempre, scorre e cresce. E’ un movimento che fa un lavoro di coscienza, culturale, per cambiare gli stili di vita, ma sa anche quanto è importante la politica e la presenza nelle istituzioni, a partire da quelle locali”. Insieme al comunicato, una citazione di uno dei padri del pacifismo, Aldo Capitini: “…Il problema non è che nuova gente arrivi, in un modo o in un altro, al potere; ma che il potere sia esercitato in modo nuovo; altrimenti è meglio continuare a lottare e formare un terreno più favorevole per arrivare ad un ’potere nuovo’, magari cominciando da forme di potere locale, dove è meglio possibile attuare tipi di ‘potere aperto’, che conta sulla costante collaborazione degli altri e possibilmente di tutti.” Seguono quindi le firme: Michele Boato, direttore Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”; Mao Valpiana, direttore di Azione Nonviolenta e Cons. Comunale di Verona; Gianni Tamino, docente di biologia, Università di Padova; Alessandra Cecchetto, ginecologa, ex deputata, Venezia; Pinuccia Montanari, Ecoistituto Emilia-Romagna; Serena Betti, Centro educazione maternità “Il Melograno”, Verona; Vicenza; Alberto Tomiolo, portavoce Verdi della Colomba, Verona; Francesco Lo Cascio, Palermo; Davide Melodia, predicatore evangelico quacchero, Verbania; Piergiorgio Acquistapace, Campobasso; Luigi Riccio, Crotone; Toio de Savorgnani, forestale, di Mountain Wilderness, Treviso; Piero Tracco, imprenditore, Rovigo; Paolo Predieri, Forum rifiuti Lombardia, Brescia.


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