Economia

L’altra faccia dell’impoverimento: la trasformazione della struttura familiare

di Marcello Esposito

Oggi Banca d’Italia ha pubblicato il Supplemento relativo ai bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2012. Marco Dotti lo ha già commentato oggi nel suo blog su Vita, vedi  qui, evidenziando l’impoverimento fotografato nei numeri di Banca d’Italia.  Numeri coerenti con quelli pubblicati un paio di mesi fa da Eurostat e da me commentati su questo blog (vedi qui). Per completare l’analisi, vorrei attirare l’attenzione sull’altra faccia dell’impoverimento, quella “sociale”. In particolare, sulla famiglia che è la componente primaria della società.

La figura sottostante mostra un trend che è a mio parere impressionante, soprattutto se si tiene conto che non stiamo parlando di variabili “finanziarie” ma di variabili “sociali” la cui velocità di cambiamento è estremamente lenta.

 

Le coppie con figli sono scese da una percentuale pari a circa il 60% nel 1982 ad una percentuale del 38% nel 2012. Nel giro di 30 anni, le coppie con figli si sono ridotte di 1/3! E’ un cambiamento epocale che è frutto probabilmente di una molteplicità di fattori. Indubbiamente culturali. Indubbiamente legati all’allungamento delle aspettative di vita, che ha portato ad un aumento percentuale delle coppie e dei singoli anziani. Ma indubbiamente legati all’impoverimento della classe media, che è un fenomeno comune a tutto il mondo occidentale ma che in Italia è stato accentuato dall’assenza di crescita.

Le coppie si formano ad un’età sempre più tarda. L’età media per contrarre matrimonio nel 2012 è di 34 anni per gli uomini celibi e 31 per le donne nubili. Il periodo “utile” per procreare si è ristretto enormemente negli ultimi 30 anni. Le motivazioni sono in larga parte economiche, legate al “costo” di metter su famiglia. La bolla immobiliare ha reso sempre più difficile acquistare l’abitazione con il solo reddito da lavoro e, quindi, rende necessario per i giovani appartenenti alla classe media un periodo più lungo di accumulazione per poter accendere un mutuo casa. A questo va aggiunto che la precarizzazione del lavoro rende più difficile, a parità di capitale accumulato, accedere al credito.

La legislazione del lavoro non è favorevole alla maternità, soprattutto se la scomparsa delle imprese medio-grandi induce ad un aumento della percentuale di lavoratori impiegati in aziende piccole e piccolissime dove le tutele sono minori e il rapporto con il datore di lavoro più diretto. Per le coppie dove il contributo della donna è importante pe

E’ interessante notare che dall’inizio della crisi (2007) a oggi l’aumento di povertà è stato uniforme per tutte le classi di età, eccezion fatta per quella degli ultra 55 enni, dove agisce (fortunatamente) la protezione del sistema pensionistico. La crisi ha picchiato duro soprattutto su chi una famiglia la deve formare (19-34 anni) e chi ha i figli ancora li ha in casa (35-54 anni)r la quadratura del bilancio, quindi per tutta la classe media, la maternità può rappresentare un rischio potenziale di impoverimento.

 

L’aumento della povertà per le famiglie non è stato attutito dal sistema di welfare e fiscale, che comunque non è orientato alla famiglia. Anzi, il fatto che le strutture di supporto per la famiglia (asili nido, scuole, …) siano carenti e inadeguate alle esigenze di una persona impegnata in strutture produttive moderne può aver accentuato la gravità della crisi, limitando la mobilità della forza lavoro costretta a utilizzare le reti di supporto familiare.

 

Il rischio che l’Italia sta correndo è enorme. Le coppie con figli rappresentano il futuro del paese. In assenza di sviluppo demografico alla lunga non ci può essere sviluppo economico, la produttività del sistema crolla e con essa la competitività. Possiamo accumulare tutta la ricchezza immobiliare e mobiliare che vogliamo – Banca d’italia conferma un valore, 143.000 euro, per la ricchezza mediana che, pur in declino, è comunque tra i più alti in Europa – ma verrà un momento che il suo potere d’acquisto crollerà se non invertiamo il trend demografico.

L’illusione che la ricchezza accumulata sia un dato acquisito, rispetto al quale non si torna indietro, è appunto una illusione se l’economia non cresce. E il grafico sottostante lo mostra perfettamente.  Una redistribuzione del reddito e della ricchezza a favore della classe media, anche attraverso una tassazione ed un sistema di welfare che supporti le famiglie con figli, è sempre più urgente.

Non sarà facile invertire un trend come quello descritto nella prima figura, ma è necessario agire subito per evitare che tra 30 anni la percentuale delle coppie con figli scenda ulteriormente e provochi il collasso del paese.

 

 

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