La voce di Lalli, innanzitutto. Calda, notturna, autentica, lontana anni luce dai virtuosismi fini a se stessi delle tante emule di Mina, ma capace come poche altre di valorizzare le parole, trasformandole in emozione. Le parole, appunto: l’uso del termine poesia, quando si parla di canzone d’autore, si spreca troppo spesso. Nel caso di Lalli può si può anche osare. Basta fare una prova. Leggete qualcuno dei suoi testi (soprattutto dell’ultimo cd, scritto a quattro mani con Pietro Salizzoni, Èlia): funzionano anche senza musica, sono testi compatti, scabri, che stanno benissimo anche sulla pagina scritta. Poesie intimiste, pudiche, rarefatte, con un uso attento, ragionato, trattenuto delle parole. Amore, amicizia, memoria, con una straordinaria capacità evocativa, che fa vibrare corde profonde. Questa è Lalli, da tre dischi solista, già voce storica dei Franti, gruppo dell’underground torinese. Lalli è canzone d’autore al femminile, consigliata a chi sa far silenzio, a chi sa fermarsi a pensare, a chi non ha paura di ricordare, magari di rimpiangere, a chi sa ascoltare (e capire) le parole.
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