Non profit

L’alleanza per la legalità si rinnova. E passa all’azione

Diecimila persone in piazza per la manifestazione di Crotone del 1° marzo

di Redazione

La creazione di Comunità mutualistiche, di una Fondazione di comunità e di una Scuola per dirigenti
di imprese comunitarie.
E una serie di osservatori civici territoriali al Nord.
Così l’impegno partito da
Locri si trasforma
in progetti concreti
Oltre ogni aspettativa. La manifestazione di Crotone del 1° marzo 2009 organizzata dalla rete Alleanza con la Locride e la Calabria, contro la ‘ndrangheta e le massonerie deviate, per la democrazia ed il bene comune, giunta alla seconda edizione, è stato un successo a cominciare dai numeri: almeno 10mila persone, più del doppio dello scorso anno a Riace. Con, in primo luogo, una partecipazione massiccia di calabresi, abitanti di Crotone in primis: temevamo un calo di attenzione essendo venuta meno la figura carismatica del vescovo Giancarlo Maria Bregantini, assegnato ad altro incarico, invece l’alta adesione della gente ha sorpreso tutti. Segno della volontà di una partecipazione vera da parte dei singoli cittadini e del consolidamento dell’Alleanza, un obiettivo il cui raggiungimento non era affatto scontato. Se invece è accaduto, è frutto del lavoro di cucitura del consorzio Goel e di tutti gli altri attori coinvolti.
Passato lo sconforto per il trasferimento di monsignor Bregantini, la gente sta tornando a sperare, si sta convincendo la rete nata nella Locride non è un fuoco di paglia ma un movimento con le gambe robuste, capace di continuare il percorso anche senza guide carismatiche e nonostante le intimidazioni, come ad esempio il furto di monitor che la cooperativa sociale L’utopia di Gioiosa Ionica, legata al Consorzio Goel, ha subìto la notte stessa del 1° marzo, evento che ricorda il sabotaggio dell’anno precedente (allora, una settimana dopo la prima edizione, vennero tranciate le serpentine elettriche di una comunità psichiatrica a Siderno Marina).
La manifestazione rappresenta un termometro importante della realtà: considerando le proporzioni, ha tenuto la partecipazione extracalabrese che, sebbene non superi un quarto dei partecipanti, è significativa perché composta da persone che vengono da tutta Italia, volontariamente. Ma il dato più eclatante che ci fa ben sperare è il raddoppio delle presenze calabresi. È un notevole valore aggiunto. Come del resto lo sono i numeri dell’Alleanza stessa: almeno 710 enti e quasi 3mila persone, a livello nazionale. E l’adesione di ogni organismo non è solo di principio, piuttosto è del tutto operativa: a ognuno viene assegnato un ruolo.
Mentre la prima edizione della manifestazione portava il titolo «Dal sogno a una grande alleanza», quest’anno il motto è stato «Dall’alleanza al progetto»: ovvero, la concretizzazione delle idee, il passare dalla partecipazione simbolica all’azione. E alla nascita del primo organismo unitario, un ente associazionistico che vedrà la luce entro giugno e che sarà promotore di quattro obiettivi operativi che l’Alleanza si è data dopo questo primo anno di attività e che vedrà ogni ente dare il proprio contributo a seconda della propria specificità. In particolare, i primi tre obiettivi si attueranno in Calabria: la creazione di Comunità mutualistiche, di una Fondazione di comunità e di una Scuola per dirigenti di imprese comunitarie. Il quarto, invece, avrà come base il Nord Italia: è la lotta alla infiltrazioni della ‘ndrangheta e della massoneria occulta sul territorio. Un obiettivo, del resto, già avviato da qualche mese in almeno due città, Reggio Emilia e Rimini, attraverso gli Osservatori civici territoriali, organismi formati da numerosi enti (nella città emiliana sono almeno 250, tra cui Cgm e la Scuola per la pace, riuniti nel consorzio Colore, Coordinamento Locride-Reggio Emilia) che monitorano il territorio avvalendosi di diversi strumenti: la propria esperienza diretta, l’incrocio delle informazioni degli organi di stampa locali, la raccolta dei dati delle gare d’appalto per verificare infiltrazioni mafiose. Sentinelle attive che non solo sono efficaci per sgominare la ‘ndrangheta, ma raccolgono dati importanti per la lettura della realtà territoriale, per una vera sicurezza.

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