Mondo
L’Algeria accoglie il figliol prodigo Zidane in un clima d’insicurezza
Il ritorno dell'ex calciatore in madrepatria passa sotto silenzio l'ultimo attentato degli islamisti radicali
L’Algeria ha riservato un’accoglienza da eroe a Zinedine Zidane, figlio illustre della madrepatria algerina (i suoi genitori sono nati nell’est del paese) e gloria dello sport in Francia. L’ex capitano della nazionale di calcio francese e’ atterrato ad Algeri per un giro di beneficenza nelle zone devastate dal terremoto del 2003 ed e’ stato accolto come un dignitario. Ad aspettare Zizou sulla pista dell’aeroporto c’era il ministro del Lavoro Djamal Ould Abbas, riuscito a stento a evitare di finire calpestato dalla folla di fotografi che ha travolto il cordone di sicurezza pur di immortalare il momento in cui il calciatore toccava il suolo natale.
Alla fine il servizio d’ordine ha preso in consegna Zidane e lo ha accompagnato nella sala vip impedendogli di rilasciare dichiarazioni. Poi il calciatore e’ partito alla volta di Sidi Daoud, un villaggio di 15mila abitanti in Cabilia, a est della capitale, dove dopo il sisma sono stati costruiti anche grazie al suo contributo una scuola e un centro sportivo. Zidane ha visitato le aule – in una campeggiava una sua gigantografia accanto a quella del presidente Abdelaziz Bouteflika – stretto le mani ai professori e baciato gli alunni. L’ex capitano di ‘Les Bleus’ resterà ad Algeri, dove è giunto su invito del presidente Bouteflika, fino a venerdì. Giovedì darà il calcio d’inizio a una partita nello stadio della capitale davanti a sessantamila persone. Non solo l’accoglienza, ma anche le misure di sicurezza predisposte per Zidane sono da capo di Stato straniero. Il timore è che il campione possa diventare bersaglio degli estremisti islamici che da anni combattono contro il governo.
C’è chi non è invece riuscito a godere delle stesse “prestazioni” dello Stato. Due autobus con a bordo impiegati di una ditta americana sono stati colpiti da una bomba in seguito della quale sarebbero scoppiati scontri a fuoco tra militari e persone armate non identificate. Il bilancio è di un morto (un conducente algerino) e tra quattro e nove feriti (di cui un americano, un canadese e un libanese). L’attentato si è verificato ieri a Bouchaoui, a ovest di Algeri. I due bus stavano riconducendo dei dipendenti della società statunitense BRC (Brown Root et Condor), verso il Sheraton Hotel situato in un quartiere molto sicurizzato della capitale algerina. Per ora, l’attacco non è stato rivendicato, ma si sospetta che gli autori appartegano all’ultimo gruppo islamista ancora attivo in Algeria, il Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento (Gspc).
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