L’alba di un nuovo Civil Act?

di Paolo Venturi

“…. Su tutte queste proposte ci piacerebbe conoscere le opinioni di tutti gli stakeholder e i cittadini…..La consultazione sarà aperta dal 13 maggio al 13 giugno. Nelle due settimane successive il Governo predisporrà il disegno di legge delega, che sará approvato il 27 giugno dal CdM.” Si chiude cosi il documento che contiene le Linee guida di riforma del Terzo Settore. Un mese di tempo per inviare proposte per riformare tutta dorsale del civile del nostro Paese.

Di primo acchito ho detto…”troppo, troppe cose” .. Poi ho pensato che quell’osservazione sarebbe stata usata proprio da chi non vuole cambiare, da tutti quelli che difendono lo status quo, quelli che dietro un tatticismo che mira all’inerzia vogliono discutere del particolare solo per lasciare inalterato il “tutto”.

Son convinto che i costi della conservazione siano piú alti  di quelli collegati all’innovazione, perció questo documento, che silenziosamente arriva nelle tarde ore di ieri per proporre un’innovazione radicale nel mondo del not for profit, rappresenta un’occasione da non perdere.

Lo definirei un Civil Act. Un’operazione sistemica che vuole rilanciare il civile dentro la sfera del sociale, delle istituzioni e dell’economia.

Quasi impossibile commentare le proposte in un solo post… Immagino che oggi inizierà un dibattito intenso ma alcune traiettorie di riforma vorrei sottolinearle.

– C’é la volontá di passare da un regime concessorio ad uno di pieno riconoscimento delle organizzazioni non profit, cercando di semplificare i processi e aumentare la trasparenza delle ONP.
– C’è la volontá si separare la dimensione market da quella non market  del non profit, utilizzando l’impresa sociale come lo strumento privilegiato per rilanciare la dimensione  economica e produttiva del terzo settore.
– C’è la volontá di rilanciare il Servizio civile come proposta di senso e di esperienza lavorativa per 100.000 giovani all’anno

Un ‘operazione sistemica che rilanciando l’associazionismo e il volontariato, di fatto, dilata il perimetro del pubblico senza aumentare la spesa, che promuovendo l’impresa sociale genera contemporaneamente equità e sviluppo, che rilanciando la cittadinanza attiva e la partecipazione offre ai giovani una possibilità di crescita.

Non nascondo i miei timori  rispetto alla delicatezza dei temi: toccare i “gangli” dell’infrastruttura del Terzo Settore italiano che, per quanto obsoleta in alcuni tratti, rappresenta a mio  avviso l’esperienza piú completa di ció che il civile puó produrre tanto nella societá quanto nell’economia, non é un’operazione che si puó prestare a semplificazioni. Bisogna peró assumersi questo rischio ..

Concludo riprendendo una citazione di Zamagni alle ultime Giornate di Bertinoro:” Alba e tramonto hanno gli stessi colori, occorre un criterio per capire se siamo alla fine o all’inizio di un nuovo giorno». Se il civil act sará una nuova alba del protagonismo del civile nel nostro paese, da oggi é un responsabilità della Politica e un lavoro per tutti Noi.

 

 

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