Sostenibilità

L’agricoltura come pratica ambientale, economica ed etica

Agricoltura, biodiversità, innovazione, difesa della legalità, le parole chiave del nuovo progetto “Dolce Asprinio” realizzato da Legambiente e Gruppo Unipol. Sono già stati realizzati numerosi progetti di recupero e riqualificazione di aree da fenomeni di degrado. Zone che grazie a questi interventi sono state restituite ai cittadini, favorendo tutte le sinergie possibili tra società civile, imprese e istituzioni

di Sabina Pignataro

Bellezza Italia è il nome evocativo di un progetto portato avanti, da oltre dieci anni, da Legambiente e Gruppo Unipol. L’obiettivo è quello di valorizzare i luoghi e le esperienze più qualificanti del Paese. Luoghi di valore per bellezza, ricchezza storica, archeologica e che rendono unica l’Italia, ma che sempre più spesso sono minacciati dagli effetti della crisi climatica e dalla perdita di biodiversità.

Grazie alla collaborazione tra Legambiente e il Gruppo Unipol sono già stati realizzati numerosi progetti di recupero e riqualificazione di aree del nostro Paese penalizzate da fenomeni di degrado. Zone che grazie a questi interventi sono state restituite ai cittadini, favorendo tutte le sinergie possibili tra società civile, imprese e istituzioni.

Negli ultimi anni l’associazione ambientalista e il Gruppo Unipol hanno aggiunto un ulteriore importante tassello nel definire gli interventi da attuare con Bellezza Italia: affrontare l’emergenza climatica e la salvaguardia della biodiversità per provare a dare un contributo, restituendo aree compromesse alla bellezza e alla fruizione sicura, aiutandole a diventare resilienti, in grado, cioè, di affrontare e resistere a eventi estremi.

Tra i molti interventi realizzati grazie alla collaborazione tra queste due realtà, avviata nel 2014, l’ultimo in ordine di tempo è quello dedicato al comune di Succivo, nella provincia sud di Caserta, territorio che dal secondo dopoguerra è stato vittima di speculazioni edilizie e pressioni camorristiche. Qui, la cooperativa sociale Terra Felix, spin off di Legambiente, insieme al circolo Legambiente Geofilos Atella, ha preso in affitto un terreno di circa 3mila mq coltivati a vigna. La prima vendemmia del 2000 ha consentito di giungere ad una prima vinificazione, curata da una rete di imprese sociali del casertano, valorizzazione di uno degli ultimi presidi storici ed agricoli del paesaggio, quello del Vino Asprinio di Aversa DOC.

Partendo dalla tutela e valorizzazione degli elementi unici del vino “Dolce Asprinio”, noto anche come lo “Spumante del Re”, quali sono la sua biodiversità agricola – a rischio per l’impatto dei cambiamenti climatici – e la sua particolare coltura, quella della “coltivazione ad alberate”, che riduce i consumi di acqua e di suolo rispetto ai modelli industriali, il progetto mira a rendere questa produzione in ambito vitivinicolo un vero e proprio modello di rigenerazione civica, fatto di know how, innovazione tecnologica e sociale in agricoltura, in un’ottica di sana imprenditorialità, in grado di competere sul mercato e offrire, nel lungo periodo, uno sviluppo occupazionale e metodi di produzione virtuosi, tra i principali antidoti alla criminalità organizzata.

La realizzazione di tali finalità passa attraverso un set di azioni che coniuga interventi volti a incrementare la base produttiva e migliorare le performance ambientali di produzione, con azioni di natura divulgativa e formativa volte a generare consapevolezza del contesto antropico nel quale si inserisce il progetto.

Da un lato quindi, il tema dell’efficientamento agricolo si sviluppa in termini di minor consumo idrico e minor utilizzo di pesticidi ed erbicidi, con la prospettiva di ottenere nei primi 5 anni di attività una riduzione del 50% dell’uso di acqua, del 60% delle operazioni meccaniche di diserbo del suolo, dell’80% dei consumi di carburante per le operazioni meccaniche ed una riduzione totale di fitofarmaci per il diserbo; dall’altro vengono portate avanti attività di promozione del territorio e del prodotto, attraverso l’elaborazione di materiali divulgativi sulle caratteristiche del vino Asprinio, percorsi didattici per bambini, famiglie e scuole e la valorizzazione delle conoscenze sul prodotto tramite anche percorsi degustativi.

«Con questo intervento ci impegniamo in prima persona sui temi della biodiversità, con uno sguardo particolare al settore agricolo per il quale il rischio è sempre più impattante. La biodiversità rappresenta, infatti, uno dei rischi emergenti più importanti, come emerge anche nel nostro Osservatorio, e, con le delibere assunte da Cop15 a Montreal, è ribadita la responsabilità delle imprese in tal senso. Anche in questo caso la collaborazione con Legambiente si conferma uno strumento per anticipare e sperimentare temi di lavoro che poi entrano nell’agenda di business», commenta Maria Luisa ParmigianiResponsabile Sustainability Unipol Gruppo.

«L’agricoltura come pratica ambientale, economica ed etica. Può essere questa la sintesi del progetto “Dolce Asprinio” della campagna “Bellezza Italia” condotta insieme al Gruppo Unipol», dichiara Giorgio Zampetti, Direttore generale Legambiente. «Quella del “Dolce Asprinio” rappresenta una storia di resilienza di cui la vite del vino dolce ne è l’emblema, con la sua capacità di crescere comunque scegliendo la strada più complessa ma di valore, di resistere e adattarsi alle conseguenze della crisi climatica. Grazie a pratiche agronomiche basate sulla riduzione del consumo dell’acqua e del suolo diventa anche un perfetto esempio di agroecologia, coerentemente con le recenti e importanti strategie europee. Oltre ad essere importante presidio di legalità e strumento di riqualificazione che questa terra merita».

Tra gli altri progetti rientrano quello a Posada in Sardegna, nell’area dell’ex Peschiera, nel cuore del Parco naturale regionale di Tepilora, dove grazie al progetto “Percorsi di memoria collettiva lungo il Rio Posada” è stato possibile unire il tema della tutela ambientale con quello della conoscenza e valorizzazione del territorio.
Ancora, il monitoraggio e il censimento dei giardini panteschi di Pantelleria, per valorizzare e salvaguardare questo prezioso patrimonio paesaggistico-agronomico, vero modello di adattamento al clima in una situazione di scarse risorse idriche.
Con il progetto “Spazio Mediterraneo” a Palermo nei Cantieri Culturali alla Zisa abbiamo dimostrato come sia possibile fare della riqualificazione del patrimonio edilizio la frontiera della lotta ai cambiamenti climatici, trasformando uno spazio pubblico in un modello di restauro che persegue gli obiettivi di efficienza energetica.
C’è poi l’intervento nel Parco Regionale della Maremma, con il progetto I Guardiani della Duna, per salvaguardare una dei più importanti ecosistemi del delicato paesaggio con il consolidamento e la valorizzazione del sistema dunale di Marina di Alberese (Gr).
Ancora, la nascita del primo tratto sperimentale del Parco Fluviale del Po, in un’area circa mille ettari che attraversa i comuni di Villanova sull’Arda, Polesine–Zibello e Roccabianca in Emilia Romagna; la greenstation di San Stino di Livenza (Ve), divenuta un centro culturale e di promozione della mobilità sostenibile; la riqualificazione del Parco di Capoprati, circa 7.000 mq nel pieno centro di Roma, una delle ultime aree naturali in cui riscoprire il Tevere e il suo prezioso ecosistema o ancora il Sentiero degli Argonauti a Paestum che ha permesso di migliorare la fruibilità dell’area e restituire al sito archeologico tra i più famosi al mondo l’unità geografica originaria con il suo sbocco a mare.

Foto: ufficio stampa Unipol


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