Sostenibilità

L’agricoltura biologica, chiave di volta per ambiente economia e salute

La “nuova agricoltura” ha l'enorme vantaggio di ridurre i rischi idro-geologici. Le sue caratteristiche rendono infatti il terreno più forte e capace di resistere a frane e alluvioni rispetto a quelli gestiti con metodi tradizionali. Ma dal biodinamico arriva anche un rimedio efficace contro la siccità perché permette ai terreni di trattenere più acqua.

di Monica Straniero

Il 2015 in Italia non soltanto è stato l'anno più caldo della storia insieme al 2014, ma addirittura il più secco in assoluto. Ed anche quest’anno ha piovuto ancora molto poco rispetto a quello di cui il terreno ha bisogno. Un’anomalia climatica che produce alterazioni significative sugli ecosistemi agricoli e forestali, soprattutto attraverso l’incremento delle temperature medie e l’intensificarsi dei fenomeni estremi come la siccità.

«L’agricoltura ecologica e in modo particolare quella biodinamica, può fornire cibo di qualità e allo stesso tempo produrre innovazione, tenuta sociale e salute per l’uomo», ha detto Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, in occasione del convegno, “Per l’economia della Terra. La nostra casa comune”, organizzato dall’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica, APAB, in collaborazione con l’Università Bocconi.

Uno studio condotto da un istituto di ricerca svizzero, ha dimostrato che l’alimentazione proveniente da agricoltura biodinamica e biologica riduce del 90% la percentuale di pesticidi nel corpo dopo solo una settimana. Ma gli agricoltori italiani che utilizzano questo metodo vicino alla natura non producono solo cibi più sani, ma riescono anche a far fronte al clima che cambia. Secondo i dati del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, Unep, il degrado ambientale è responsabile di almeno un quarto del carico globale di malattie che colpiscono attualmente l’umanità, con un impatto anche economico importante. I costi dei rischi per la salute connessi al degrado ambientale si stimano dall’1,2% al 9% del PIL mondiale e sono da 10 a 30 volte superiori ai costi della prevenzione.

I terreni biodinamici sequestrano almeno il 15% in più di carbonio organico rispetto a quelli coltivati con l'agricoltura convenzionale. L’AIAB fa riferimento ad una ricerca dell’Istituto Elvetico Fibl, che dopo aver confrontato per 21 anni i campi “tradizionali” con i terreni gestiti seguendo i cicli lunari, praticando la rotazione delle colture e utilizzando materiali vegetali, è arrivato alla conclusione che gli appezzamenti biodinamici diventano naturalmente più fertili e resistenti ai cambiamenti climatici.

La “nuova agricoltura” ha l'enorme vantaggio di ridurre i rischi idro-geologici. Le sue caratteristiche rendono infatti il terreno più forte e capace di resistere a frane e alluvioni rispetto a quelli gestiti con metodi tradizionali. Ma dal biodinamico arriva anche un rimedio efficace contro la siccità perché permette ai terreni di trattenere più acqua. In sostanza, l’utilizzo di una serie di preparati che funzionano come vere e proprie medicine omeopatiche per il suolo e le piante, aumenta progressivamente lo strato di humus, la preziosa componente organica del suolo capace di trattenere acqua fino a 20 volte il suo peso.

Il metodo di coltivare la terra in armonia con l’ambiente, senza l'uso di pesticidi o fertilizzanti chimici o di sintesi, si vanta anche di essere un volano per l’economia italiana. Sempre secondo l’AIAB, l’Italia è il maggior paese esportatore di biologico nel mondo con circa 1 miliardo e 300 milioni di fatturato, soprattutto in direzione del Giappone, degli Usa e della Scandinavia. L’agricoltura biodinamica vale ben 3 miliardi e seicento milioni di euro, dà lavoro a 55 mila persone e occupa più dell'11% delle terre coltivate. Il numero delle aziende italiane che applicano i principi impostati dal filosofo Rudolf Steiner, fin dal 1924, è stimato in 4.500. Tra queste realtà commerciali come Ecor Naturasì (oltre 200 milioni di fatturato annui), principale commerciante italiano di prodotti biologici e biodinamici e il Consorzio Natura e Alimenta (primo distributore di latte biologico e biodinamico del Paese).

Ma non è finita. L’agricoltura biodinamica, sottolineano molti degli interventi al Convegno, può essere la chiave di volta per un grande progetto di restauro del paesaggio agrario italiano. I metodi di coltivazione tradizionale oltre che aver impoverito la terra hanno infatti impoverito il paesaggio, un tempo molto vario e ricco di biodiversità. Per Mauro Agnoletti, della facoltà di Agraria di Firenze, l’abbandono delle terre coltivate nel nostro Paese procede alla velocità di 100mila ettari l’anno. “Il paesaggio agrario è oggi diviso tra cementificazione, industrializzazione dei campi e incuria totale”. Un segnale che secondo lo studioso non è complessivamente positivo neanche in termini ambientali, oltre che culturali ed economici.

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