Libri

L’Agesci racconta il suo mezzo secolo tra educazione dei ragazzi e civismo

Presentato in Campidoglio a Roma il libro "Per strade non battute" che racconta 50 anni di impegno civico ed educativo dell'Associazione guide e scout cattolici italiani. Dalle istituzioni ai rappresentanti del mondo scout, in tanti hanno ricordato un'attività educativa sempre più necessaria. L'obiettivo: lasciare il mondo migliore di come l'abbiamo trovato

di Chiara Ludovisi

Cinquant’anni e migliaia di chilometri su “strade non battute”, per accompagnare il protagonismo giovanile, affinché ragazzi e ragazze possano lasciare il mondo migliore di come l’hanno lasciato.
È una storia che inizia nel 1975, quella dell’Associazione guide e scout cattolici italiani – Agesci, raccontata nel volume “Per strade non battute, cinquant’anni di Agesci tra educazione, testimonianza e impegno civico”, pubblicato in occasione del cinquantennale dalle edizioni Fiordaliso.

Il tavolo dei relatori, da sx monsignor Palmieri, Vincini, Scoppola, Gualtieri, Marano e don Turchini

Il libro, che ripercorre le tappe più importanti di questo cammino lungo cinquant’anni, è stato presentato il 19 marzo nella Sala della Protomoteca del Campidoglio.

Agesci, “sempre pronta” di fronte alle sfide

Tanti i “fazzolettoni” tra i pubblico e tra i relatori, ma tanti anche gli scout “in incognito”, vestiti in giacca e cravatta ma con il fazzolettone e la promessa scout scolpita nel cuore: tra questi, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che ha ricordato con emozione i suoi anni di scoutismo.

Un momento della presentazione in Campidoglio

«Ero lupetto nel 1975», ha raccontato il primo cittadino «quando l’Agesci è nata, dall’unione tra l’Associazione scouts cattolici italiani – Asci e l’Associazione guide italiane – Agi. Insomma, sono arrivate le lupette: e tutto è cambiato! Per me e per migliaia di ragazzi e ragazze l’Agesci è stata ed è luogo di educazione, crescita, scoperta, con caratteristiche uniche».

Il sindaco di Roma ha ricordato «il ruolo fondamentale che l’Agesci ha giocato anche nell’opposizione al fascismo e nella lotta alla mafia, ponendosi sempre come modello di impegno e cittadinanza: nelle grandi sfide, l’Agesci c’è sempre: per questo la ringrazio, perché so di poter contare su queste straordinarie risorse etiche e civili che sempre assicura”.

Tante le sfide sui territori

Tante e diverse le sfide in cui l’Agesci continua ad essere presente e attiva, in «un impegno che si sviluppa e si trasforma nel tempo» ha detto Francesco Scoppola, presidente del Comitato nazionale insieme a Roberta Vincini. «Pensiamo alla tutela ambientale, alla costruzione della cittadinanza attiva, all’educazione alla politica, ma anche alla presenza nelle emergenze, sempre con il sogno di lasciare il territorio migliore di come l’abbiamo trovato».

Oggi Agesci conta oltre 183mila iscritti, «ma quello che ci interessa è la presenza capillare nel territorio», ha aggiunto Scoppola. «Rispetto al grande tema politico delle aree interne, per esempio, l’Agesci può contare su un forte radicamento nel territorio e per questo può offrire un contributo fondamentale».

Sul tema delle aree interne si è soffermato anche Fabrizio Marano, Capo Scout d’Italia: «Oggi assistiamo a una grave emorragia di giovani da vaste aree del Paese: noi abiteremo sempre le strade, contribuendo a costruire ponti di fiducia tra le diverse componenti della comunità civile. E su queste strade, accompagniamo i ragazzi a scoprire il “gusto del dovere”, offrendo un punto di vista diverso e contrario rispetto alla forte spinta individualistica che caratterizza la nostra epoca».

Lo scoutismo, per “scendere dal sicomoro”

Un’epoca che vede i giovani spesso fragili, o “ritirati”, come ha ricordato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca: «I ragazzi faticano a uscire dal guscio, a riconoscere l’altro da sé: i capi scout possono e sanno farli scendere dal “sicomoro”, come fece Gesù con Zaccheo. Mi ha impressionato, anche in campagna elettorale, vedere l’assenza dei giovani, come se avessero perso la speranza e la capacità di sognare. Questo libro, che ricostruisce 50 anni di storia, quando i sogni erano presenti e forti, è una testimonianza preziosa. L’impegno e la volontà di sognare e trasformare è e deve continuare ad essere il faro dell’Agesci, ma anche di tutta la comunità politica».

Don Andrea Turchini e Monsignor Gianpiero Palmieri, rispettivamente Assistente ecclesiastico generale Agesci e vice-presidente della Cei, si sono soffermati sull’azione educativa dell’associazione all’interno della Chiesa e sulla natura ecclesiale dell’organizzazione.

La presidente Roberta Vincini

A concludere l’incontro, la presidente Roberta Vicini, che innanzitutto ha ricordato: «Nella nostra associazione, ogni ruolo è ricoperto da un uomo e da una donna, in una diarchia che non rappresenta tanto un principio quanto un valore. Quando nel 1975 le guide e gli scout si unirono e iniziarono a percorrere insieme questa strada, lo fecero con coraggio e fiducia, sfidando resistenze che in quell’epoca erano forti e diffuse. Ma altrettanto forte era ed è la convinzione che quando la logica femminile e quella maschile camminano insieme, possono andare molto lontano. Oggi il nostro compito e il nostro impegno è accompagnare i ragazzi e le ragazze a trovare il proprio modo per essere felici in questo mondo e a lasciarlo un po’ migliore di come l’hanno trovato. Noi continueremo ad essere al loro fianco e a camminare insieme a loro».

Il libro

Il libro “Per strade non battute. Cinquant’anni di Agesci tra educazione, testimonianza e impegno civico” ripercorre i primi cinquant’anni di un’associazione che ha attraversato da protagonista la storia recente del Paese, facendosi trovare “sempre pronta”, come recita il motto degli scout “Estote parati”.

Il volume raccoglie documenti storici, atti ufficiali, articoli e interventi che sono parte di questo cammino, ma anche foto d’epoca dei più grandi eventi. 

Non mancano poi le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona almeno un pezzo di questa storia, segnata e guidata dalle parole del fondatore dello scoutismo, Robert Baden-Powell: «Mentre vivete la vostra vita terrena, cercate di fare qualche cosa di buono, che possa rimanere dopo di voi. E ricordate che essere buoni è qualche cosa, ma che fare il bene è molto di più».

In apertura foto Agesci – video e immagini nel testo dell’autrice

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