Volontariato

L’Agenzia Terzo Settore e i suoi nemici di Stato

Anteprima del numero in edicola. Con una lettere aperta di tre lavoratori

di Gabriella Meroni

Subìta, tollerata, paralizzata e infine spenta dopo dieci anni. Insomma un caso di eutanasia amministrativa. La decisione del governo Monti di far bere l’ultimo sorso di cicuta all’Agenzia non sorprende chi ha raccontato la sua storia (in edicola su Vita la lettera di Francesca Pasi, Paolo Pesticcio e Giulia Oriani, tre collaboratori dell’area giuridica dell’Agenzia), ma forse neppure il ministero del Welfare, dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate, i cui rapporti con via Rovello non sono mai stati idilliaci, tanto da far supporre a qualcuno che l’affermarsi, anche in Italia, di un organismo di controllo “terzo” e funzionante avrebbe dato fastidio al fisco. Lo prova lo stillicidio di silenzi, ritardi e muri di gomma sfociati a volte in vere battaglie a colpi di pareri discordanti e circolari contraddittorie, così come vengono raccontate nella Relazione-Bilancio di Mandato 2007-2011 dell’Agenzia, pubblicato sul sito Agenzia per le Onlus. Nel documento si parla di una «marcata ostilità», tra Entrate e via Rovello, e di «momenti di divergenza» che non hanno «mai abbandonato il percorso del confronto e dello scambio» tra le due realtà. In particolare tre i “momenti di divergenza” che hanno segnato il rapporto: la vertenza sullo status di onlus delle case di riposo, che il fisco voleva eliminare a certe condizioni, e che è finita addirittura in Cassazione, decretando la vittoria dell’interpretazione di Zamagni e soci (salvando così centinaia di residenze per anziani dal pagamento di imposte non dovute); quella sulla possibilità per le imprese di essere socie o fondare onlus (al posto di imprenditori responsabili il fisco vedeva solo frotte di evasori, ma ha dovuto fare marcia indietro); infine la «questione ancora irrisolta nonostante gli impegni di verifica assunti dall’Agenzia delle Entrate», si legge ancora nella relazione, «dell’impossibilità per l’Agenzia per il terzo settore di accedere all’Anagrafe tributaria. Un impedimento che rende praticamente impossibile l’esercizio della funzione di controllo da parte della nostra Agenzia». Sia come sia, la realtà è che oggi un pezzo pregiato dell’amministrazione pubblica, che ha prodotto (solo negli ultimi cinque anni) 25 documenti, 3.657 pareri, 44 tra eventi e convegni e 49 pubblicazioni, è stato in poche settimane affossato, lasciando tra l’altro senza lavoro né tutele (Fornero remember?) tutti i professionisti precari senza i quali non sarebbe durata neppure un giorno.

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