Politica

L’Agenzia Terzo Settore? «Chiusa per spirito di servizio»

Lo sostiene il sottosegretario Guerra. Sconcertante.

di Sara De Carli

La soppressione dell’Agenzia per il Terzo settore? «È stata operata per garantire una razionalizzazione delle strutture pubbliche coinvolte sui temi del terzo settore». Ed è stata fatta «in spirito di servizio». Così il sottosegretario all’istruzione Elena Ugolini (sic!) ha risposto oggi alla Camera a un’interrogazione urgente di Claudio Barbaro e Della Vedova (Futuro e libertà per il terzo polo). La Ugolini ha risposto a nome del sottosegretario Cecilia Guerra (in foto), «che mi ha chiesto di rispondere in suo nome perché impegnata in attività istituzionali precedentemente assunte».

Le risorse

«I compiti e le funzioni precedentemente esercitate dalla soppressa Agenzia», ha detto, «sono trasferiti al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che li eserciterà attraverso la direzione generale per il terzo settore e le formazioni sociali, che già si occupa di promozione e sostegno delle attività di volontariato e di promozione sociale. A tal fine, la disposizione di cui al comma 23, dell’articolo 8, prevede che l’assetto organizzativo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sia aggiornato attraverso l’adozione di appositi regolamenti, che consentano di ricondurre alla citata direzione generale l’esatta attribuzione delle competenze precedentemente esercitate dalla soppressa Agenzia. Per il finanziamento di tali competenze il Ministero del lavoro e delle politiche sociali potrà avvalersi delle risorse finanziarie originariamente destinate al funzionamento dell’Agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, che non verranno, quindi, sottratte al sostegno del terzo settore».

Il ministero, «in spirito di servizio»…
Il «superamento» dell’Agenzia del terzo settore, ha proseguito il sottosegretario, «non discende certo da una sottovalutazione né dell’importanza che il terzo settore riveste nel nostro sistema di welfare e nel Paese nel suo complesso, né dell’opportunità che ad esso siano assicurate funzioni di indirizzo, promozione e vigilanza. Ciò su cui ci si è interrogati è, al contrario, se, dato il livello di finanziamento che nell’attuale situazione di finanza pubblica si era in grado di assicurare all’Agenzia che, come da tempo è stato sostenuto da membri autorevoli della stessa, si è mostrato inadeguato per il pieno svolgimento della sua attività e stante l’impossibilità di dare corso a progetti più ambiziosi, quali la sua trasformazione in Authority, assistita ovviamente da un finanziamento più corposo, non esistesse una modalità di garantire al terzo settore un servizio migliore di quello attuale, senza aumento di costi».

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ben consapevole e convinto della necessità di garantire attenzione e supporto al terzo settore, si è reso disponibile, nel caso in cui l’orientamento del Consiglio dei Ministri fosse, come poi è stato, a favore di un superamento dell’Agenzia, in spirito di servizio a subentrare nei compiti principali attualmente svolti dall’Agenzia stessa, con la funzione di garantire al terzo settore un punto di riferimento stabile, strutturato e competente».

Che cosa farà il ministero. 1/Controllo e consulenza
«In particolare, la direzione generale per il terzo settore e per le formazioni sociali del Ministero si farà carico delle funzioni principali attualmente svolte dall’Agenzia. In primo luogo, un ruolo di controllo e consulenza per il testo settore in materia fiscale e normativa, avvalendosi di personale adeguatamente formato ed anche instaurando tavoli di confronto, in particolare con l’Agenzia delle entrate, per trovare soluzioni ai problemi interpretativi più frequenti. Da sottolineare che già oggi la direzione generale per il terzo settore e le formazioni sociali svolge un ruolo di supporto e assistenza ad esempio per la preparazione delle domande per accedere ai finanziamenti e nel campo dell’erogazione dell’accesso al 5 per mille. Inoltre nel Ministero sono presenti le competenze di ispezione utili a fronteggiare il problema delle false ONLUS che tanto danno recano al settore. La direzione per il terzo settore potrà subentrare all’Agenzia anche per quanto riguarda il necessario coordinamento con altri Ministeri che attualmente ne sono interlocutori, ad esempio il Ministero dello sviluppo economico e il Ministro degli affari esteri».

2/Linee guida
«La messa a punto di linee guida e altri orientamenti strategici su alcuni aspetti trasversali al terzo settore è il secondo impegno che la direzione si assume. In questo ambito un ruolo di rilievo potrebbe essere svolto dagli osservatori – osservatori delle associazioni di promozione sociale e osservatorio del volontariato – incardinati nella direzione per il terzo settore e le formazioni sociali che già agiscono in funzione di raccordo tra terzo settore e Ministero. La predisposizione di questi atti di indirizzo potrebbe essere preceduta da audizioni dei soggetti del terzo settore o di studiosi particolarmente attivi nella materia in cui si ritiene di dover intervenire. È convinzione del Ministero che la soluzione proposta, che verrà costruita anche attraverso un confronto con il terzo settore, possa essere migliorativa rispetto all’esistente e aiutare la valorizzazione del terzo settore, che intende promuovere e sostenere su tutto il territorio nazionale».

Sull’argomento leggi il blog di Riccardo Bonacina


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