Welfare

L’agenda-manifesto del governo

L'hanno presentata insieme Sacconi, Fazio e Roccella

di Maurizio Regosa

«È un’agenda manifesto, quella che presentiamo». Così Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, ha dato l’avvio alla conferenza stampa con la quale si è fatto, a Palazzo Chigi, il punto sulle questioni di bioetica e sul modo con cui il governo in carica intende continuare ad affrontarle. Accanto a Sacconi, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ed il suo sottosegretario Eugenia Roccella, che su tali questioni ha molte deleghe. «È già un segnale importante», ha sottolineato Fazio, «che ci sia un coordinamento di tali questioni, molte delle quali riguardano diversi ministeri, e che questo coordinamento sia in capo al collega Sacconi».

La difesa della vita

È il punto centrale del manifesto: una difesa della vita da condurre con una «laicità adulta» come l’ha definita Sacconi, che si concretizza in cinque punti evocati dall’agenda. Punti che si richiamano al «valore e integrità della persona» (Roccella) e che sono: la vita umana al momento dell’inizio, negli stati di massima disabilità, quando è alla fine; e poi i problemi legati all’uso dell’umano come materiale biologico e i criteri etici della ricerca. Temi complessi, difficili, che non sono scomparsi. «Sono ancora lì», ha precisato Sacconi, «pesantemente al centro del dibattito». Non si parte da zero, come ha sottolineato il sottosegretario, analizzando i buoni risultati della 194. «Il numero di aborti da vent’anni a questa parte continua a scendere. E questo dimostra che il modello italiano all’interruzione di gravidanza è efficace ed è eccellente. Si tratta ora di farlo conoscere anche in Europa». In effetti i numeri italiani sono in controtendenza rispetto agli altri stati dell’Unione. Ed è un bene. «Ma l’aborto farmacologico non deve portare a uno smantellamento, nella prassi, della 194», ha detto Roccella annunciando il progetto di un Piano federale per la vita, da discutere con le regioni e con le associazioni di volontariato.

Quanto poi alla procreazione medicalmente assistita, «vogliamo arrivare ad un alto livello di trasparenza, tracciabilità, qualità e sicurezza», ha insistito Roccella, sottolineando la grande disinformazione che c’è su questo tema. «La metà delle coppie che va all’estero potrebbe fare le stesse cose in Italia». È importante però che alla procreazione medicalmente assistita seguano indagini sulle ricadute mediche e sociali.

No a un altro caso Englaro

Esiste un progetto di legge per regolamentare il fine vita, come è noto, e per evitare che un altro caso Englaro possa ripetersi. «L’orientamento del governo è chiaro», ha insitito Sacconi, «non accettiamo alcuna ipotesi eugenetica». Quanto ai registri dei testamenti biologici che alcuni comuni stanno allestendo (e sui quali è in via di elaborazione un parere legale del ministero degli Interni), «non valgono niente, sono perniciosi per la privacy e spesso sono fatti per fini politici», ha sottolineato il titolare del Lavoro. «Non sono un servizio al cittadino, non tutelano la privacy e pongono molti problemi per quanto riguarda il consenso informato». Critica, il governo, il fai da te dei comuni: «ha portato una vera e propria deregulation».

La non autosufficienza, la ricerca

Non poteva mancare un riferimento alla condizione di disabilità e alla non autosufficienza. Condizioni per le quali occorre ripensare il servizio sanitario, territorializzando le cure e immaginando soluzioni specifiche per gli stati vegetativi e la minima coscienza, ha puntualizzato Fazio richiamando anche una questione molto delicata come la ricerca sulle cellule embrionali, che ha avuto «poche dimostrazioni scientifiche della sua efficacia». Dunque, ha ribadito la sua netta contrarietà. Quanto alla ricerca gli esponenti del governo hanno ribadito che la legge 40 «ha facilitato una via italiana alle staminali, che sta producendo buoni risultati». La ricerca però non deve essere autoreferenziale. Vogliamo «tutelare l’umano così come lo conosciamo» ha scandito Roccella annunciando l’intenzione di mettere a punto un codice etico per la sperimentazione sugli esseri umani, che sarà alla base dei criteri di certificazione delle biobanche di materiale biologico di origine umana ad uso scientifico. È prevista anche la riorganizzazione dei comitati etici per le sperimentazioni cliniche per assicurare un controllo etico efficace.

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