Mondo

L’adozione non conosce crisi

Adottati 1.859 bambini, il 50% viene da paesi europei. La CAI pubblica i dati sul primo semestre 2009.

di Sara De Carli

Le adozioni in Italia non conoscono crisi: i bambini stranieri adottati nei primi sei mesi del 2009 sono stati 1.859, con un +12,6% rispetto al primo semestre dell’anno scorso. Le coppie che hanno aperto le porte di casa sono state 1.468, contro le 1.323 del 2008, quasi l’11% in più. Sale anche, seppur di poco, il numero di bambini adottati mediamente: 1,27. È vero che l’ingresso in Italia di un bambino è solo l’ultima tappa di un percorso incominciato molto tempo prima, tuttavia il dato è positivo.
La Cai poi sottolinea nell’introduzione al suo rapporto come «si tratta di una crescita particolarmente significativa perché, a fronte della tendenza generalizzata alla diminuzione del numero di minori destinati all’adozione internazionale che si è registrata nell’ultimo quinquennio, l’Italia – unica eccezione a livello mondiale – nello stesso periodo ha visto crescere progressivamente il numero dei minori adottati all’estero». Dal 2000 ad oggi i minori stranieri adottati in Italia, quindi, con questo semestre sfondano il tetto dei 25mila: siamo a 25.860.

Le coppie
Da un punto di vista geografico le coppie più disponibili all’adozione sono residenti in Lombardia (279), Veneto (159) e Toscana (145), ma in rapporto alla popolazione minorile residente nei territori regionali, la classifica cambia: la presenza più alta di bambini adottati è in Liguria (con 74,2 minori entrati in Italia ogni 100mila residenti di 0-17 anni), segue la Toscana (60,2) e l’Umbria (50).
Per quanto riguarda le idoneità delle coppie richiedenti adozione, tra chi ha adottato nel primo semestre 2009 si confermano ancora in crescita quelle con un decreto di idoneità mirato: il 26,5% del totale. Rispetto all’anno scorso risultano invece più che dimezzate le coppie adottive in possesso di un decreto di idoneità nominativo (dal 2,5 all’1%).

I bambini
Nel primo semestre 2009 la Federazione Russa torna ad essere, dopo anni, il primo paese di provenienza dei bambini adottati con 336 ingressi. A giugno 2008 era solo settima, con 107 ingressi, ma già nella seconda metà dell’anno i rapporti tra i due paesi si erano consolidati al punto da portare la Russia al secondo posto della graduatoria degli ingressi per il 2008, con 466 minori. L’Ucraina, che dal 2006 era primo paese di provenienza, è al secondo posto con 284 ingressi. Per il resto i primi sette paesei di provenienza, con più di 100 minori, restano gli stessi: Federazione Russa (18,07%), Ucraina (15,28%), Colombia (9,25%), Brasile (7,96%),Polonia ed Etiopia (7,15%), Vietnam (6,72%).

La distribuzione delle autorizzazioni all’ingresso evidenzia però un significativo incremento del numero dei minori entrati in Italia da Paesi europei: il 50%, tornando cioè ai livelli della 2005, contro il 36,3% del primo semestre 2008. Il fatto che la metà dei bambini adottati sono europei è un dato da monitorare, insieme al crescente diffondersi si decreti di idoneità mirati: a questo proposito è recente la polemica legata a un decreto di idoneità che escludeva bambini di pelle scura o diversa da quella tipica europea.

In conseguenza di ciò si riscontra una diminuzione dei minori entrati a scopo adottivo provenienti dagli altri continenti: l’America latina passa dal 26,5% del primo semestre 2008 al 22,2% del primo semestre 2009, l’Asia dal 20,5% al 16,8%, e l’Africa dal 16,7% all’11%. Sparisce per esempio dall’elenco dei paesi di origine più frequenti il Nepal, che conta zero adozioni nel primo semestre ed era invece il decimo paese a giugno 2008, con 71 adozioni: uno stop legato alla situazione interna del Paese, tant’è che le adozioni si erano già fermate a quota 81 al 31 dicembre 2008. Anche la Cambogia si ferma a 40 adozioni, con un trend che se continua così la porterebbe alla metà delle adozioni concluse nel 2008 (188). Ferma a tre adozioni la Bielorussia, mentre come sappiamo nel 2009 fa il suo ingresso la Cina con 20 bambine con la seconda età media più bassa in assoluto: 1,1 anni (più piccoli solo i bambini dal Vietnam, 0,86 anni).


Il 42,7% dei minori adottati ha un’età compresa fra 5 e 9 anni, il 36,8% fra 1 e 4 anni, il 12,8% pari o superiore a 10 anni e l’8,6% è sotto l’anno d’età. Solo il 5,5% di essi è orfano: il 36,7% è stato abbandonato, per il 14,6% c’è stata una rinuncia e ben il 43,2% è fuori dalla sua famiglia di origine per perdita di potestà genitoriale. Solo un minore adottato ha alle spalle una precedente adozione fallita.

Gli enti
Nel primo semestre 2009 sono stati 62 gli enti autorizzati che hanno operato per l’ingresso di almeno un bambino straniero a cui è stata concessa l’autorizzazione a entrare in Italia a scopo adottivo. Cifa onlus è stato l’ente che ha concluso più adozioni (125 coppie e 157 bambini), L’airone il secondo (85 coppie e 103 minori). Sopra quota sessanta minori anche Gruppo di volontariato solidarietà (73), Ariete (72), Il mantello (66), Ciai (64), AiBi (63), Enzo B (61) e Azione per famiglie nuove (61).

In allegato il rapporto statistico della CAI.


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