Mondo
L’adozione nei prossimi 25 anni
In dirittura d'arrivo il convegno internazionale dell'ente
Chiuderà domani a Monte Colombo, in Romagna, la settimana annuale che vede protagoniste le famiglie di AiBi in una vacanza di amicizia, spiritualità, confronto e studio sul tema delle adozioni.
L’appuntamento ospita tradizionalmente anche un convegno internazionale che quest’anno ha visto protagonisti i giovani e ha messo al centro del dibattito il futuro delle adozioni in Italia e nel mondo.
“2036: C’era una volta l’abbandono…”, questo il titolo dell’appuntamento, focalizzato sul futuro di una società alla prova dell’accoglienza, di qui ai prossimi 25 anni. La parola è andata ai giovani che hanno vissuto direttamente il dramma dell’abbandono e che hanno interagito con le famiglie adottive e affidatarie per cercare di trovare una risposta a tale emergenza umanitaria, ancor più drammatica perché non riconosciuta come tale.
“Oggi occorre prendere atto che, quando si parla di abbandono, non lo si considera più, come in passato, un problema di un singolo minore”, ha dichiarato il presidente di AiBi Marco Griffini. “Oggi l’abbandono riguarda un intero “popolo”: il popolo degli “schiavi”; coloro che sono stati segnati da questo terribile male. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza umanitaria, nella quale è coinvolto un intero popolo, cioè una massa enorme di persone, bambini, ragazzi, ma anche adulti. Di fronte a tale grido si devono tracciare nuove strategie di lotta per combattere questa quarta emergenza umanitaria”.
Ai.Bi. si prepara a coinvolgere nuove “risorse” disponibili alle quali passare, nel tempo, il testimone dell’impegno a favore dei bambini abbandonati, dal sostegno agli ex Care Leavers (ovvero di quei ragazzi cresciuti in istituto, che una volta raggiunta l’età per uscire da esso, si sono ritrovati soli sulla strada senza affetti né riferimenti certi), fino alla creazione di borse di studio per futuri politici dedicati al settore dell’infanzia.
L’emergenza nei numeri
Ogni anno i minori abbandonati crescono in modo esponenziale. Secondo le stime diffuse da UNICEF, nel 2004 vi erano circa 145 milioni di bambini abbandonati, cifre ritoccate in aumento nel 2010 che hanno portato il numero a 163 milioni. In cinque anni vi è stato così un aumento di quasi 20 milioni di bambini abbandonati, una media di quattro milioni di minori abbandonati ogni anno.
E’ questa, ormai, una vera e propria emergenza umanitaria che condanna un “popolo di schiavi” ad essere privati della libertà di essere figli.
Di fronte al costante aumento di bambini abbandonati, in Europa per la prima volta si è registrato un calo delle coppie disponibili ad adottare, ciò nonostante sia in aumento la sterilità (una coppia su quattro è sterile).
Fra le principali cause di questa fuga dall’adozione internazionale, vi sono le difficoltà economiche, la sfiducia in cui è caduta l’adozione internazionale e le difficoltà burocratiche che accompagnano il percorso adottivo.
Le famiglie di Ai.Bi., i figli e le delegazioni di giovani dei paesi esteri dove Amici dei Bambini lavora, hanno proposto soluzioni che permettano di affrontare questa emergenza.
Cosa fare? Sul piano operativo, l’associazione propone di rendere accessibile l’adozione al maggior numero di coniugi, anche a quelli più giovani, attraverso:
1. la gratuità delle Adozioni Internazionali, che si otterrà non con un incremento della spesa pubblica, ma con un piano di tagli che saranno indicati dalle associazioni familiari;
2. l’eliminazione delle idoneità del Tribunale per i Minori, che otterrà due risultati: ridurre i tempi di attesa di uno/due anni e un notevole risparmio di spesa pubblica;
3: ridurre l’iter di selezione delle coppie, ad oggi ad esclusivo carico dei servizi pubblici, a vantaggio di una procedura di accompagnamento e formazione pre e post adozione delle coppie stesse con una razionalizzazione del sistema che preveda la collaborazione fra i servizi pubblici e quelli privati degli enti autorizzati.
Info: www.aibi.it
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