L’adozione che verrà: ripensare un sistema efficace al di là dei problemi dell’oggi

Adozione aperta, adozione da parte di coppie omosessuali, ricerca delle origini: il 14 novembre l’Aula Magna dell’Università Bicocca di Milano ospiterà il convegno dal titolo “L’adozione che verrà”, organizzato da Ciai. Paola Crestani, la presidente, ne spiega le ragioni

di Paola Crestani

È ormai evidente a tutti che l’adozione in Italia sta attraversando un periodo di particolare difficoltà. Il consistente calo delle adozioni, la paralisi della Commissione Adozioni Internazionali (Cai), che non si riunisce da quasi tre anni, la mancanza di risorse dei servizi pubblici, la carenza di sostegno alle famiglie: sono tutti segnali di un sistema che fatica a trovare le risposte giuste per i bambini, e purtroppo sono ancora tanti che, in Italia e nel mondo, hanno bisogno di una famiglia.

Allo stesso tempo, da quando è stata varata la legge italiana sulle adozioni del 1984 e anche dalle ultime modifiche del 2001, la realtà è cambiata profondamente. È cambiato il profilo dei bambini adottabili, che sempre più spesso sono portatori di “bisogni speciali”, cioè bambini in età scolare, con problemi di salute di diversa gravità, appartenenti a gruppi numerosi di fratelli, con esperienze di abusi e maltrattamenti così gravi da comprometterne l’equilibrio psicofisico. Questo cambiamento, frutto anche di evoluzioni positive del contesto socio-economico di molti Paesi e della messa in pratica della Convenzione dell’Aja, ha delle conseguenze rispetto alla disponibilità delle famiglie che, in assenza di ulteriori sostegni, non sempre se la sentono di affrontare un’avventura così impegnativa.

È cambiata la famiglia italiana: diminuiscono le cosiddette famiglie tradizionali mentre aumentano le famiglie separate, quelle ricomposte, quelle monoparentali e sono sempre di più, o almeno più visibili, le famiglie formate da coppie omosessuali che con la recente legge sulle unioni civili hanno oggi un riconoscimento giuridico. È cambiata anche la consapevolezza e la conoscenza nel campo dell’adozione. Abbiamo imparato tanto da questi lunghi anni di esperienza in cui abbiamo accompagnato ed ascoltato le famiglie e specialmente i figli adottivi. Sono proprio loro, ormai molti diventati adulti, che ci ricordano la grande importanza della correttezza delle adozioni e di una preparazione e un accompagnamento delle famiglie disponibili all’accoglienza attenti e costanti nel tempo. Sono sempre le persone che sono state adottate che evidenziano l’importanza del legame con la famiglia biologica ed il loro desiderio di conoscere le proprie origini.

A fronte di una situazione così complessa, è urgente andare oltre i singoli punti di vista e la ricerca della soluzione a problemi specifici e provare ad individuare le risposte più efficaci per i bambini senza famiglia che siano di ampio respiro ed utili a tutto il sistema delle adozioni.

È importante farlo insieme, operatori del pubblico e del privato sociale, famiglie, persone adottate, esperti, studiosi, rappresentanti delle istituzioni, politici e tutti quelli che hanno a cuore la protezione dei bambini senza famiglia. L’obiettivo non è solo quello di riuscire a superare le grandi fatiche presenti ma di costruire solide ed efficaci proposte per l’adozione del futuro.

L'adozione che verrà – il convegno
Il 14 novembre l’Aula Magna dell’Università Bicocca di Milano ospiterà il convegno dal titolo “L’adozione che verrà”, per affrontare con l’aiuto di esperti alcuni dei temi centrali con cui l’adozione dovrà confrontarsi. Sul sito www.ciai.it il programma e la scheda di adesione: la partecipazione è libera e gratuita previa iscrizione. Info: eventi@ciai.it

Foto Jorge Barahona/Unsplash

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