Sostenibilità
Lacrime di coccodrillo
Dal Polesine a Messina, mezzo secolo di incuria e di scelte finanziarie sbagliate
di WWF Italia
Funerali di Stato per le vittime di Messina.
Ma le istituzioni che oggi piangono sono quelle
che hanno dimenticato
di mettere in sicurezza
un territorio sempre più fragile. In cui gli eventi tragici si susseguono.
E subito si dimenticano.
Non sarebbe ora
di rimettere ordine
nelle nostre priorità?
A Messina si sono svolti i funerali di Stato per salutare le vittime del disastro di Giampilieri e di Scaletta Zanclea. Ma lo Stato che (giustamente) ha riconosciuto questo tributo, non è forse lo stesso che dovrebbe garantire la messa in sicurezza del nostro territorio? Bene dunque i funerali di Stato, ma per favore coerenza rispetto alle scelte affinché le lacrime di oggi per alcuni non siano, come ieri, lacrime di coccodrillo.
Sono molti, troppi, i casi come quello del bambino e la nonna annegati nel 1992 a Genova per lo straripamento del torrente Bisagno. Un calcolo fatto all’Apat (oggi Ispra – Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) stima che negli ultimi 80 anni il nostro Paese sia stato coinvolto in 5.400 alluvioni e 11mila frane e smottamenti. E a parte i morti, i feriti, gli sfollati, i danni valutati sono immensi. Sempre l’Apat ha stimato (nel 2004) che negli ultimi 20 anni siano stati spesi circa 15 miliardi di euro per gli interventi di post emergenza.
Viaggiare sulla Freccia Rossa delle Ferrovie dello Stato è un piacere. In questi giorni fa però riflettere che l’Alta Velocità in Italia dal 1992 è costata, interamente a carico dei contribuenti, una cifra analoga a quella necessaria per la messa in sicurezza del Paese. Ed ancora: per molteplici motivi il ponte sullo Stretto a parere di molti (WWF compreso) non si dovrebbe fare anche se avessimo risorse enormi a disposizione, ma certo fa pensare che gli unici soldi veri oggi per questo disponibili sono 1,3 miliardi di euro che vengono dall’Europa (fondi Fas) destinati al Mezzogiorno e certo altrimenti spendibili. Insomma, abbiamo oltre un miliardo di euro e non interveniamo per mettere in sicurezza fiumare e città che su queste sono state scelleratamente costruite (come Messina e Reggio Calabria). E intanto, giusto per aggiungere un’annotazione tutt’altro che di colore, Messina continua ad avere il proprio ospedale civile non in regola sotto il profilo antisismico. Che importa, tanto il ponte potrà reggere (dicono) ad un terremoto di forza pari a quello del 1908.
Una tela si costruisce costruendo una trama su una base che si chiama ordito. È un po’ così anche la gestione territoriale. La trama è costituita da quello che vogliamo fare, dalle costruzioni, dall’agricoltura, dalle infrastrutture, dalle edificazioni urbane; l’ordito è il territorio su cui tutto ciò poggia. Nessuna trama però potrà reggere su un ordito instabile o compromesso. Possiamo bisticciare dunque su quella che dovrebbe essere la trama migliore per il nostro Paese, su cosa costruire e realizzare, ma bisticciare sull’ordito è da folli o da criminali. Si trovi dunque un’unità d’intenti nel nome di tutti coloro che, certo quasi mai per responsabilità loro, hanno perso la vita in situazioni che dovevano e potevano essere prevenute.
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