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L’accoglienza diffusa funziona: lo dicono i numeri e le prassi. Il Governo l’ha capito?

Presentato il "Rapporto" del Sistema accoglienza integrazione. I numeri delle persone migranti accolte nei Comuni italiani sono in crescita e la loro integrazione è positiva. Serve, però, una scelta politica concreta: rendere strutturale un sistema che funziona

di Gabriella Debora Giorgione

speriamo che sia la volta buona. Da anni si parla di liberare il sistema pubblico di accoglienza dai vincoli temporali e dagli affaticamenti burocratico-organizzativi che ancora oggi costringono Comuni ed Enti del terzo settore a programmare di anno in anno e, negli ultimi anni, addirittura di mese in mese.
Durante la presentazione del 22mo “Rapporto Sai”, il segretario generale dell’Associazione nazionale comuni italiani-Anci, Veronica Nicotra, ha avanzato proposte puntuali che mirano innanzitutto a dare continuità temporale ai progetti superando il limite della triennalità, nell’attesa di trovare una intesa con il ministero dell’Interno affinché diventino operative per il 2025.
«È necessario assicurare la maggiore stabilità possibile sia al sistema di accoglienza nel suo complesso che agli operatori che vi operano nei singoli progetti, con fondi certi e stabili. Solo così il modello del Sai, che ha la sua forza proprio nella capacità di adattarsi al meglio alle diverse tipologie di persone da accogliere, potrà diventare davvero strutturale come la norma prevede e rendere stabile e virtuosa la collaborazione istituzionale tra Stato ed enti locali, insieme al Terzo settore», ha detto Nicotra.

in piedi, Virginia Costa; a seguire Laura Lega, Veronica Nicotra e Camilla Orlandi
foto ufficio stampa Anci

Per il prefetto Laura Lega i dati presentati dal Rapporto «Testimoniano un’integrazione riuscita grazie a progetti “sartoriali” resi possibili proprio dal ruolo degli enti locali che, insieme al terzo settore, orientano gli interventi in relazione alle caratteristiche dei territori su cui insistono».
Sul tema dei costi dei progetti il prefetto Lega ha annunciato l’avvio di una commissione di studio con Anci ed Istat per elaborare parametri oggettivi e arrivare ad una standardizzazione dei tempi con uno scadenzario preciso per l’avvio di nuovi progetti, nella speranza di una partecipazione sempre maggiore dei Comuni alla costruzione della rete Sai. Si è ipotizzato anche di valorizzare la funzione dei Comuni nella gestione dei corridoi umanitari come percorso di arrivo sicuro e programmabile.

I numeri dell’accoglienza

Beneficiarie della rete Sai sono state 54.512 persone, con un aumento di 2,4% rispetto all’anno precedente.
Il 76,9% (41.923) dei beneficiari sono stati accolti nei progetti per accoglienza ordinaria; il 21,2% (11.550) nei progetti per minori stranieri non accompagnati; il 2% (1.039) nei progetti per persone con esigenze di carattere sanitario e disagio mentale.
Il 90% delle persone accolte nel Sai nel 2023 ha meno di 40 anni: le fasce d’età più  rappresentate sono quelle che vanno dai 18 ai 25 anni (30,3%) e quella dai 26 ai 40 anni (31%). Sono 16.209 i minorenni accolti, pari al 29,7% dei beneficiari.

fonte: Rapporto Sai

I beneficiari accolti nel 2023 provengono da oltre 100 Paesi, in prevalenza africani e asiatici. In crescita il numero di persone provenienti da Ucraina, Egitto, Afghanistan e Tunisia. Oltre a queste nazionalità rimane elevato il numero di persone provenienti da Nigeria, Bangladesh, Pakistan, Costa d’Avorio, Gambia e Somalia.
Si regista un aumento degli ospiti di genere femminile (25% del totale) e delle persone affette da disabilità (+58%) e disagio mentale (+28%).


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La rete Sai è anche il sistema di riferimento per la presa in carico e inclusione dei minori stranieri non accompagnati. Quasi 12.000 i Msna accolti nei 5.977 posti a loro dedicati, con un incremento, nel biennio, del 43%.

C’è infine una significativa riduzione dei beneficiari titolari di protezione internazionale, che passano dal 37% del 2021 al 26% del 2023, a fronte di un aumento dei titolari di protezione speciale, pari al 15% nel 2023, quasi raddoppiati in due anni.

fonte: Rapporto Sai

Composizione della rete SAI

Quasi un Comune su 4 (1953 Comuni) è interessato dalla rete Sai, tra cui tutte le città metropolitane. Oltre il 50% sono piccoli Comuni, sotto i 5.000 abitanti, coinvolgendo in misura significativa le aree interne del Paese. Sono 529 gli enti attuatori che, in partenariato con i Comuni, attuano materialmente i progetti personalizzati di accoglienza e inclusione sociale, grazie al lavoro di più di 22.000 operatori coinvolti, di cui il 62% è donna.

la foto di copertina è del fotografo Antonio Gervasi


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