Welfare
Labour Slam: microstorie di lavoratori in sciopero
A Roma da venerdì 7 maggio 2004, all'Opera Paese, la rappresentazione teatrale.
In sciopero da un mese e mezzo, i lavoratori dell’Unacoma Service mettono in scena la loro esperienza in un torneo di microstorie di 2 minuti per raccontare cosa significa lavorare nel Sistema Confindustria. ”Un disc jokey, un maestro di cerimonia, una giuria eletta tra il pubblico e venti microstorie di vita impiegatizia confindustriale di tratto lacerata da un tentativo di ristrutturazione ‘selvaggia”’. Questo, spiegano in una nota le rappresentanze sindacali aziendali Cgil e Cisl, e’ il ‘labour slam’, un’invenzione dei lavoratori dell’Unacoma Service, a meta’ tra gioco e sperimentazione teatrale, mutuata dal ‘poetry slam’, una gara di poesia vocale e sonora nata a Chicago negli anni ’80 e diffusasi poi negli Stati Uniti e in Europa nel 2000. Il 7 maggio, presso la struttura di archeologia industriale Opera Paese, a Roma, in via Pietralata 157, i lavoratori racconteranno le loro ‘microstorie’ ripercorrendo la loro esperienza e il loro mutamento coscienziale, drammatico e comico al tempo stesso: dalle cravatte e dai tailleur ‘stile confindustriale’ agli scioperi articolati quotidiani che durano ormai da un mese e mezzo, dall’ingessata routine impiegatizia alla scoperta dei diritti e alla sindacalizzazione. Dopo la gara vera e propria si svolgerà una sezione free style con micro-interventi da parte del pubblico, di economisti, sindacalisti, psicologi, giornalisti.
All’Unacoma Service, organizzatrice di una delle maggiori fiere internazionali del settore della meccanizzazione agricola (l’Eima di Bologna), lavorano circa 50 persone. La societa’, con sede a Roma, fornisce servizi all’associazione confindustriale dei costruttori di macchine agricole (Unacoma), dalla quale e’ controllata; ha un giro di affari di circa 14 milioni di euro e un bilancio certificato e saldamente in attivo. Alla base del conflitto sindacale in corso c’e’ un piano di trasferimenti di molti lavoratori sulla sede bolognese della societa’. I lavoratori – che hanno denunciato pressioni antisindacali e tentativi di esternalizzazione – giudicano tali trasferimenti pretestuosi perche’ non corrispondenti a veri motivi tecnico-produttivi.
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