Politica

L’abc della politica: meno tasse

La maggioranza incalza Monti, la crescita dopo i sacrifici

di Franco Bomprezzi

La maggioranza mette sotto pressione il governo, approvando una mozione che chiede esplicitamente di ridurre le spese e nello stesso tempo ridurre la pressione fiscale. Ma Monti tira dritto.

Il CORRIERE DELLA SERA accenna alla mozione della maggioranza solo nell’occhiello del titolo di taglio centrale, in prima, dedicato al declassamento della Spagna. Massimo Franco a pagina 2: “Fra austerity e tensioni il professore si prepara al dopo elezioni” e così conclude: “La maggioranza Pdl-Pd-Udc vorrebbe che già nel Documento di economia e finanza fossero previste meno tasse, risparmiando sulla spesa pubblica. E le opposizioni, Idv in testa, accusano Monti di «fare quello che gli ha chiesto la Bce, senza preoccuparsi di chi deve pagare». Sono forzature elettorali. Ma nessuno può sapere se dopo il 6 maggio finiranno o no”. E l’apertura di pagina 5 è questa: “Il Parlamento: sviluppo e meno tasse”. Scrive Sensini: “«Da questo momento in avanti la priorità del governo non può essere che la crescita dell’economia». La maggioranza che appoggia il governo approva il Documento di economia e finanza, ma lancia anche un preciso avvertimento. «Entro settembre», recita un passaggio della risoluzione di maggioranza proposto da Mario Baldassarri (Fli) al Senato, serve un piano per stimolare l’economia. E come sottolinea il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, «il decollo di una nuova fase della politica economica del governo è anche una delle condizioni per la sua durata»”. E poi: “L’enfasi sulla crescita non è tuttavia l’unica sottolineatura sulla politica economica. Pdl, Pd e Terzo polo chiedono la riduzione della pressione fiscale, di accelerare l’abbattimento del debito, di sollecitare alla Ue gli eurobond e un ruolo più attivo della Bce, ma anche di utilizzare la Cassa depositi e prestiti come strumento per finanziare gli investimenti e favorire il rimborso dei debiti dello Stato verso le imprese. Su proposta della Lega, è stato accolto al Senato anche un emendamento alla risoluzione che attribuisce «fondamentale importanza alla realizzazione del federalismo fiscale». Le risorse derivanti dalla spending review e dalla lotta all’evasione «devono essere prioritariamente destinate, fermo restando l’obiettivo del pareggio di bilancio, alla riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro e da impresa, ridefinendo nell’ambito della riforma fiscale un nuovo patto tra Fisco e contribuenti» e se dovessero esserci risorse eccedenti metterle a servizio del piano di riforme Europa 2020, sempre finalizzate alla crescita”.

LA REPUBBLICA guarda a nuora (“Debito, declassata la Spagna”) per parlare a suocera nel sommario: “Pressing della maggioranza su Monti: «Ora meno tasse e più crescita»”. A Bruxelles, il premier insiste sulla crescita. «Dobbiamo lavorare molto velocemente per avere la crescita senza che questo sia in contrasto con il buon lavoro sulla disciplina fiscale fatto inizialmente su impulso della Germania». Dunque servono riforme strutturali (come dicono Draghi e la Merkel) investendo sulle infrastrutture per sostenere la domanda interna. Curiosamente LA REPUBBLICA fa un rapidissimo cenno (una riga) alla risoluzione della maggioranza in cui si chiede di tagliare tasse e spese. Preferisce realizzare un bel dossier sul patto per la ripresa («la battaglia lanciata a dicembre da Monti per accompagnare il rigore con la crescita sfonda», cinguetta felice Alberto D’Argenio) mentre Roberto Mania nel suo retroscena (intitolato a mo’ di inno “Il premier a Bruxelles e Grilli in Cina così Monti traccia la rotta della ripresa”) si dedica a spiegare come mai Passera è defilato. Eccolo il retroscena un po’ di Pulcinella: «La verità», ha confidato il ministro, «è che non ci sono soldi. Sono tutti impegnati per i prossimi tre anni».

IL GIORNALE dedica ampio spazio alla politica. Gian Battista Bozzo firma “Lavoro, Pdl pronto a votare no alla riforma”. «Sul  provvedimento pendono però, più di mille emendamenti in commissione Lavoro della Camera», alcuni dei quali  «più radicali sono stati presentati dall’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi». Francesco Cramer invece propone “Monti precipita nei sondaggi: è il momento della crescita”. «C’è un altro spread che preoccupa Monti. Vale a dire il differenziale tra il consenso appena insediato e quello odierno». A confermare il mal di pancia del Belpaese «ci pensa il sondaggio fatto da Ipr Marketing per Repubblica.it. Quattro punti percentuali secchi. Una batosta mica da ridere. Un calo di consensi che fa sicuramente pensare. “Il premier perde 4 punti rispetto a marzo e passa dal 55 al 51% – si legge nel sondaggio – se però si allarga l’orizzonte si vede che nell’arco di due mesi (da febbraio a oggi) il calo è di 8 punti (dal 59% al 51%). In aumento del 4% la percentuale di chi dice avere poca fiducia nel premier: dal 38% al 42%”».

«Profilo greco» è il titolo della prima pagina de IL MANIFESTO, campeggia su una foto della cancelliera Angela Merkel. All’interno l’articolo di Daniela Preziosi:«Per Germania e Italia la crescita si fa con il pareggio di bilancio. “Non è negoziabile”, ha detto ieri la cancelliera Merkel. Mentre il premier italiano smentiva le analisi di Keynes: “La crescita non si fa con la scorciatoia del deficit spending». Doccia fredda per il leader del centrosinistra Pierluigi Bersani, che prepara la svolta del post amministrative». In questo modo «a Roma per il Pd le cose si mettono male. Con queste premesse, la rotta di collisione europea fra il candidato Ps, una volta eletto presidente, e il premier Monti, è questione di settimane. Il guaio per Bersani è che a Parigi ha stretto un patto con Hollande e Gabriel, leader della Spd tedesca, scritto nel «manifesto dei progressisti europei». E a Roma ne ha stretto un altro con Monti e i suoi ‘tecnici’, scritto nel programma del governo. E i due testi non combaciano».  

IL SOLE 24 ORE dedica alla mozione della maggioranza un pezzo di pura cronaca a pagina 3, in taglio basso dal titolo “Calo delle tasse con i tagli alla spesa”: «Il Pdl tenta di incalzare il più possibile l’Esecutivo. Pd e Terzo polo, pur considerando la crescita una priorità, continuano invece a manifestare fiducia nell’operato di Monti. Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ricorda che «in Europa il vagone della crescita è partito e Monti sta lavorando molto bene» tra i partner della Ue. Il Pd confida nell’intesa tra Roma e Berlino per spianare la strada alla crescita e sulla vittoria di Francois Hollande nella corsa all’Eliseo. “Alcune delle soluzioni proposte da noi – afferma Pier Luigi Bersani – sono migliori di quelle adottate dal Governo ma non si può dimenticare il peso di cui Monti si è caricato dopo 8 anni di governo disastroso”.Tutta la maggioranza, comunque, spinge per un alleggerimento della pressione fiscale: serve «un nuovo patto tra fisco e contribuenti» che eviti il circolo vizioso rigore-recessione in un’azione mirata alla crescita. Un patto da sancire attraverso una riduzione delle tasse da realizzare con le risorse che arriveranno dalla lotta all’evasione e dalla spending review. Sul versante del contenimento della spesa, il Governo viene anche impegnato a definire, «nei tempi previsti dalla legge, i costi  standard per il servizio sanitario nazionale» e anche quelli per gli enti locali».

ITALIA OGGI rilancia il sondaggio di Repubblica sulla perdita di consenti nei confronti del Governo. Il pezzo “Monti è proprio in caduta libera” riflette sul perché la luna di miele con gli italiani sia definitivamente finita, ma rileva anche che questo governo sta sempre meglio, quanto a popolarità rilevata dai sondaggi, rispetto ai precedenti. «Si potrebbe affermare che l’ostilità nei confronti dei partiti tradizionali e dei consolidati personaggi del teatrino della politica sia così elevata da tradursi in una robusta permanenza di fiducia nei confronti degli attuali responsabili del governo».

Anche AVVENIRE nota che la maggioranza fa pressing su Monti, e approva una risoluzione sul Def per sciogliere il nodo della crescita. Per dirla con la Finocchiaro, i partiti chiedono al Governo di «accelerare con coraggio sull’equità e sulla crescita, per ridare fiducia e speranza all’Italia». Frattini invece ha detto che bisogna finirla con «un rigore cieco e inderogabile» e Morando che «la casa brucia, c’è bisogno di portare subito l’acqua». Intanto Monti «rivendica una sorta di paternità dell’urgenza di un piano europeo di crescita: l’Italia – dice – è stata la prima a sottolineare la necessità di inserire la crescita nell’agenda europea».  

“Tasse, i partiti avvertono Monti”. L’avvertimento con cui apre LA STAMPA in prima pagina è il documento – 5 pagine – con cui ieri la maggioranza Pdl-Pd-Udc che sostiene il governo tecnico ha attraverso i capigruppo di Camera e Senato formalmente chiesto al premier di ridurre le spese e di ridurre la pressione fiscale. Il Pdl parla di «una nuova fase», mentre Monti da Bruxelles risponde in modo sibillino: «la crescita Ue è frenata dalla politica». Quasi un botta e risposta, dunque, segno di un idillio un po’ in bilico. Sempre ieri, a dare il polso della realtà, presentato da Bankitalia il rapporto sulla stabilità finanziaria. Non drammatici i dati riguardanti l’indebitamento delle famiglie, più delicata la posizione delle imprese. «I debiti finanziari, si legge nel rapporto, rimangono bassi nel confronto dei principali Paesi mentre non si profilano rischi di bolla immobiliare con una sostanziale stabilità dei prezzi del mercato anche se il numero di compravendite continua a scendere. A limitare la vulnerabilità finanziaria delle famiglie concorre poi il basso livello dei tassi di interesse sui mutui in essere. Nel 2011 i costi per i pagamenti dei debiti sono rimasti «stabili all’11% del debito disponibile» mentre per il 2012 si profila «un lieve aumento» visto il calo del reddito e una leggera risalita dei tassi. Per i prossimi mesi l’autorità centrale individua nella «debole dinamica dei redditi (legata al quadro congiunturale)» i rischi per le famiglie che potrebbero acuire le difficoltà di rimborso dei prestiti. Per le imprese la recessione significa erosione della redditività anche se i debiti restano stabili. Le aziende hanno comunque dimostrato di meritare la moratoria sui crediti. Il 60% di quelle che vi hanno fatto ricorso è tornata a pagare i prestiti regolarmente e non si è verificato così il rischio di ’aziende zombiè tenute in vita solo per occultare le perdite nei bilanci delle banche».

E inoltre sui giornali di oggi:

CAMORRA
LA REPUBBLICA – Roberto Saviano spiega i codici epistolari della camorra. «So che hai cose più importanti di stare ad ascoltare me», come recita l’incipit di una lettera inviata di recente a Michele Zagaria, significa ben altro. Messaggi cifrati che in apparenza parlano di cose senza importanza. Insomma l’Abc dell’investigazione. Con chicche anche simpatiche: le sfogliatelle sono le tangenti e gli appalti. Il Parlamento è il teatro e i politici gli orchestrali.

DICHIARAZIONE REDDITI
CORRIERE DELLA SERA – Slitta al 20 giugno la scadenza per la presentazione del modello 730 attraverso i Caf. E Massimo Fracaro e Nicola Saldutti scrivono: “Non c’è niente di male nel decidere una proroga, ma lo slittamento dei termini, che negli altri Paesi restano immutati da decenni, è l’evidente segnale che il sistema ha bisogno di una, come si usa dire adesso, consistente manutenzione. Qualcosa non va. I contribuenti, e tutto quello che gira intorno alle tasse (studi professionali, software), non sono in grado di digerire in tempo utile le molte novità che si succedono una dopo l’altra. Con provvedimenti che cambiano più volte e nel giro di poche settimane. Dare più tempo ai contribuenti sembra una decisione saggia. Ma sarà inevitabile spostare anche i termini di Unico — dichiarazione più complicata del 730 — e sarebbe bene deciderlo fin da subito. Un copione che solo qualche giorno fa era andato in scena per lo scudo fiscale: dal 16 maggio al 16 luglio”. 


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