Famiglia

La volontaria di Placido

Erano gli anni ’50 e lei aveva solo vent’anni. In un paese del Sud aprì una scuola per analfabeti utilizzando una stalla. Aiutava le donne a emanciparsi. Ora la sua vita è un film

di Mariateresa Marino

Anni Cinquanta, un paese del Sud, una ragazza di appena vent?anni, volontaria ?ante litteram?, votata all?assistenza degli anziani abbandonati e all?insegnamento in una improvvisata scuola di paese, militante comunista. Sembra una figura partorita dalla fantasia romanzesca. Invece Liliana Rossi è esistita, e la ricordano bene i vecchi abitanti di Ascoli Satriano, piccolo fazzoletto di terra in provincia di Foggia. La sua vita e le sue battaglie sono diventate un film, ?Liliana e Gerardo?, scritto a quattro mani da Domenico Starnone e Michele Placido e diretto da quest?ultimo. Nelle vesti della protagonista, la giovane Giovanna Mezzogiorno; nel cast figurano, tra gli altri, Sergio Rubini e Rocco Papaleo. «Fin da ragazzo sentivo parlare di Liliana da mia madre e dagli anziani di Ascoli Satriano, che è il mio paese di origine», racconta Placido, « e mi è rimasta in mente l?immagine di questa giovane donna come una vera eroina, una ragazza attiva e intraprendente che ha avuto il coraggio di farsi carico di una parte del disagio sociale della sua piccola comunità».
Una delle poche donne, per quei tempi, militanti nel partito comunista, impegnata anima e corpo nelle battaglie sociali e politiche del suo paese, Liliana è amata e odiata, trattata con rispetto ma anche con diffidenza dai suoi compaesani. È portatrice di valori che sembrano giusti quanto pericolosi. Sulle piazze incoraggia gli operai e i contadini di Ascoli Satriano a lottare per i loro diritti, per le strade va in cerca di emarginati e persone bisognose di aiuto, soprattutto anziani soli e organizza per loro una rete di assistenza continua. Ma nel piccolo paese del foggiano non c?è solo bisogno di assistere gli anziani; ci sono anche i bambini e gli adolescenti destinati a rimanere analfabeti e privi di cultura. Destinati a una vita di sottomissione. Questo convince Liliana a mettere in piedi, in una vecchia stalla abbandonata, una scuola che sarà frequentata soprattutto dalle ragazze e dalle donne del paese, che qui impareranno a leggere e a scrivere, ma non solo. Anche a conoscere bene i propri diritti, a non considerare ovvia e scontata la condizione di inferiorità a cui sono relegate, a ribellarsi con la forza dell?intelligenza e della sensibilità. Nella vecchia stalla, trasformata in scuola, le donne prenderanno coscienza dei propri diritti, inizieranno a muovere i primi passi sulla strada dell?emancipazione, impareranno anche a gestire la propria sessualità e il rapporto con il corpo.
Il Gerardo del titolo è il sacerdote innamorato, ma vanamente, della giovane. L?uomo che la osserva da lontano e impara ad amarla per la sua dedizione assoluta nei confronti di chi soffre. Il rapporto speciale che si instaura fra i due è la metafora dell?incontro fra due mondi apparentemente lontani, ma legati da una comune sensibilità. Liliana è destinata a una breve esistenza; morirà a soli 22 anni, colpita da un attacco cardiaco durante un comizio in piazza per la campagna elettorale.
Al corteo funebre, le donne del paese si presenteranno vestite con i loro vecchi abiti da sposa, abbattendo le resistenze del parroco del paese. Così la giovane comunista avrà un funerale vero. Che sembra una festa.

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