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«La vittoria di Tsipras? Per l’Europa conta di più Draghi»
«Vedo molto retorica sul risultato di Atene: Syriza non è un partito radicale di sinistra, infatti si è alleato con il centrodestra». La cancellazione del debito? «Per l'Italia sarebbe un problema». Intervista al capogruppo Pd in commissione Politiche Ue al Senato, Roberto Cociancich
La notizia dell’accordo con il partito di centrodestra di Anel è arrivata da pochi minuti. «Ecco, mi sembra che questo tolga il velo da tanta ipocrisia e retorica che in queste ore ha accompagnato il successo di Syriza». A parlare è il senatore del Pd Roberto Cociancich, renziano di ferro e capogruppo della commissione Politiche dell’unione europea. Insieme a Enzo Amendola, responsabile esteri del Partito Democratico, nei prossimi giorni incontrerà Tsipras e il suo governo ad Atene. «Ma il centro della nuova Europa è Francoforte, non la Grecia, in molti in queste ore stanno prendendo un abbaglio». Il pensiero va naturalmente all’ala sinistra del suo partito.
In che senso?
La banca centrale europea di Mario Draghi ha deciso di mettere sul piatto 60 miliardi di euro al mese per 18 mesi. Il Quantitative Easing è uno fattore che rivoluzionerà l’economia Europea. Quesot è un fatto.
Anche la vittoria di Syriza è un fatto…
Certo, ma va raccontata per quello che è. Senza creare miti che non esistono.
Incominciamo a sfatarne uno…
Syriza non è un partito di sinistra radicale. E infatti si allea con il centrodestra greco e non coi comunisti. E infatti fin da subito ha strizzato l’occhio a Renzi. Questo vorrà pur dire qualcosa.
La posizione del governo italiano esce rafforzata dal risultato di Atene?
Non so. Quello che so è che è la dimostrazione che Renzi, dopo i governi dell’austerità di Monti e Letta, aveva visto giusto. Non dimentichiamo che per la crescita si è apertamente schierata la Francia e in Germania, la posizione della Bundesbank mi pare sempre più messa in discussione.
Però Tsipras vuole ridiscutere il debito…
Se è così non credo che sia una buona notizia per gli italiani, visto che nei confronti della Grecia vantiamo crediti per almeno 20 miliardi di euro. In questo senso non c’è molto da festeggiare per l’affermazione di Syriza. Io però penso che non siamo alla vigilia di un Grexit, il debito greco andrà rinegoziato, ma dentro i paletti europei. Nel contesto di uno sforzo comune.
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